Za novo upravno avtonomijo
Per nuova autonomia amministrativa
Eliminando la scadenza del prossimo 1 luglio per il definitivo trasferimento delle funzioni in capo alle Unioni territoriali intercomunali (Uti), la Regione mette in congelatore la riforma delle Autonomie locali varata dalla precedente maggioranza di centrosinistra e subito nelle valli della Benecia si riaccende tra i sindaci la speranza di riottenere l’autonomia sottratta dalla legge regionale 26/2014.
«Andiamo – ha spiegato Roberti – verso una riforma delle autonomie locali che dovrà delineare un nuovo sistema istituzionale del Friuli Venezia Giulia all’insegna di una Regione snella, flessibile e dinamica, ovvero capace di interloquire con gli enti locali per la realizzazione di modelli di area vasta fondati su principi identitari di libera associazione, efficientamento dei servizi e salvaguardia delle specificità».
Nel mutato quadro, Antonio Comugnaro, sindaco di S. Leonardo, vede nuovamente la possibilità di un’Uti per le Valli del Natisone, quindi uscendo dal calderone con i grandi Comuni della pianura friulana: «Abbiamo tutte le carte in regola per avere la nostra autonomia, dato che siamo «territorio montano e di confine con una particolare identità culturale».
Un ente sovracomunale per garantire alla popolazione quei servizi che i piccoli Comuni non sono in grado di gestire ci vuole, ma deve essere specifico per le Valli afferma Comugnaro. «Si chiami Uti, subambito o in qualsiasi altro modo poco importa. Fondamentale è che abbia quella personalità giuridica che la precedente Giunta regionale ci ha negato. Dalla nuova maggioranza ci aspettiamo il rispetto di quanto promesso».
Ma cosa dovrebbe essere in capo al livello sovracomunale? «Ragioneria, anagrafe, servizio tecnico, turismo e cultura – risponde il sindaco di San Leonardo –. Puntiamo a disporre di tutti gli strumenti per gestire il nostro territorio senza dover andare a chiedere all’esterno ciò di cui ha bisogno la nostra popolazione».
Per Comugnaro la «nuova Uti», secondo il principio dell’adesione volontaria che sarà introdotto, potrebbe comprendere altri Comuni oltre ai sette delle Valli del Natisone. «A patto che la loro presenza non pregiudichi l’omogeneità del territorio e dei problemi da affrontare. Come potremmo chiudere le porte, ad esempio, a Taipana e altri Comuni, con i quali stiamo già lavorando per l’istituzione del cluster transfrontaliero, se volessero unirsi a noi?».
In campagna elettorale da alcuni ambienti del centrodestra era arrivata la proposta di ridisegnare la geografia amministrativa del Friuli Venezia Giulia in cinque Uti nei confini delle ex Province, con l’eccezione di un ente per l’intero territorio montano, da Sappada a Prepotto.
Comugnaro non respinge completamente l’idea, a patto che le Valli del Natisone godano all’interno di esso di autonomia reale. E in questo è in linea con il consigliere regionale Giuseppe Sibau che quella proposta aveva condiviso. «Se noi abbiamo un ente che rappresenta tutta la montagna friulana, possiamo fare dei progetti europei che possono avere un riscontro economico. Una sola Uti della montagna comporta uniformità di leggi e di trattamento. L’Uti grande va bene per i macro-progetti, per interessi utili a tutto il territorio. Ma poi nello specifico ognuno deve portare avanti le proprie istanze. Bisognerà istituire dei subambiti. Le Valli del Natisone devono rimanere territorio con autonomia decisionale», ha detto al nostro giornale.
Non è sulla stessa lunghezza d’onda Alan Cecutti, sindaco di Taipana, impegnato a portare in porto il cluster transfrontaliero. «Come capofila di questo progetto, una mia aspettativa è anche che la Regione lo tenga in considerazione rispetto alla definizione delle nuove aree regionali – ha detto in diverse occasioni –. Esprimo un’opinione personale, che credo sia, tuttavia, condivisa anche da altri sindaci: una sola Uti della montagna intera non va bene. La maggior parte dei Comuni che andrà a formare il cluster ha caratteristiche sociali, economiche e culturali ben diverse, ad esempio, da Sappada e Tolmezzo. Secondo me, la maggior parte del territorio che lavorerà insieme nell’ambito del cluster potrebbe avere l’omogeneità necessaria per far funzionare un’Uti». (E. G.)
Prvega julija ne bo napovedanega prenosa kompetenc z občin na medobčinske unije (UTI). Odbornik Roberti je napovedal, da bodo po novem zveze prostovoljno sklepale same občine. Nekateri župani želijo izkoristiti priložnost, da bi zopet pridobili avtonomijo.
Župan Občine Svet Lienart, Antonio Comugnaro, bi si želel posebno avtonomijo za sedem občin v Nediških dolinah, tudi v okviru ene nove Medobčinske teritorialne unije. Zelo važno naj bi bilo, da bi novi upravni subjekt bil tudi pravna oseba. To bi bilo možno tudi v okviru morebitne Medobčinske zveze iz Sappade do Prapotnega. Seveda bi k temu novemu upravnemu subjektu lahko pristopile tudi občine z podobnimi značilnostmi, kot na primer Tipana ali druge. Novi subjekt bi moral samostojno ponuditi storitve, kot so računovodstvo, matični urad, tehniška služba ter storitve s področja turizma in kulture.
Župan Občine Tipana, Alan Cecutti, je že večkrat javno podpiral željo po novem upravnem subjektu, ki naj bi zaobjemal občine, ki bodo 6. julija, po podpisu skupnega dokumenta, sestavile čezmejni cluster (grozdje).