La realtà della forania di Tarvisio pone in modo forte la necessità di una riorganizzazione dell’arcidiocesi di Udine ed anche il tema delle vocazioni per tutta la vita su cui la Chiesa udinese deve impegnarsi maggiormente rispetto al passato. Questa la riflessione dell'Arcivescovo mons. Mazzocato dopo aver ascoltato le relazioni degli operatori pastorali di Tarvisio durante il primo incontro con la forania della Val Canale effettuato dall’8 al 10 ottobre nel suo viaggio di conoscenza della diocesi.
Il territorio del Tarvisiano è caratterizzato da parrocchie con identità molto diverse, con comunità ben radicate e culturalmente connotate, come Camporosso e Ugovizza (dove è forte la presenza della comunità slovena) e altre, come Tarvisio, dove il ricambio di persone è continuo: difficile dunque lavorare a livello foraniale, nè aiuta la distanza dal centro che rende difficile la partecipazione ad iniziative diocesane.
«I presbiteri sono solo 4 e sono oberati di lavoro, il laicato non è ancora abituato ad assumersi alcune responsabilità», ha ricordato il direttore del Consiglio pastorale foraniale, Paolo Marano.
Nel Tarvisiano ci sono comunque esperienze molto positive di Chiesa viva: i catechisti hanno definito percorsi comuni e sono disponibili a dare una mano e a spostarsiÊse in una parrocchia ci sono difficoltà; il gruppo Caritas è attivo per un primo aiuto ai clandestini che vengono fermati alla frontiera offrendo loro pasti caldi e vestiti, grazie alla generosità della popolazione della Val Canale.
La Caritas, tra le altre attività, grazie anche al lascito «Melzi», compra legna per gli anziani bisognosi e dà un supporto alle famiglie dei lavoratori della Weissenfels in difficoltà per la cassa integrazione.