Un ponte tra natura e tecnologia

 
 
La tecnologia irrompe nella gestione dei parchi naturali, prezioso vettore per la promozione, la conoscenza e la fruizione delle aree protette. Ma cosa offre oggi il mercato? Quali sono le nuove prospettive? Quale le possibilità di convivenza tra la tecnologia e il piacere della scoperta di luoghi e di bellezze naturali?
Le risposte nel convegno ‘TechParks’, tenutosi a dicembre a Venzone, organizzato dall’Ente parco delle Prealpi Giulie, in collaborazione con il Comune, finanziato dall’assessorato all’Istruzione e cultura della Regione. Promosso per fare il punto sullo stato d’arte delle tecnologie a servizio delle aree protette, è stata soprattutto l’occasione per un confronto tra i diversi soggetti interessati.
«In tempi recenti, infatti — spiega il direttore del parco Stefano Santi — sono sempre maggiori e in rapida evoluzione a livello internazionale le soluzioni tecnologiche a supporto della fruizione turistica. Questo fenomeno interessa sempre più anche parchi e riserve che si avvalgono di supporti elettronici e informatici per incrementare l’accessibilità e la conoscenza dei propri territori, ma anche per permettere di ridurre gli impatti dei flussi turistici nelle aree più sensibili».
Diverse sono le esperienze in atto anche all’interno del Parco delle Prealpi Giulie, come pure molteplici sono le proposte progettuali che pervengono agli organi gestori di altre aree protette, sia regionali sia internazionali.
Ecco, quindi, la necessità di procedere ad una attenta analisi dello stato di fatto di questa specifica tematica, confrontando pratiche e criticità esistenti, ma anche focalizzando le prospettive del settore per analizzarne l’efficacia e le ricadute socioeconomiche.
In questa ottica, ‘TechParks’, guidato per mano dal professor Alberto Beinat dell’Università di Udine, è risultato un autentico ponte tra natura e tecnologia in un mix di progetti e prototipi illustrati da Rudy Haller del Parco nazionale svizzero, da Jurij Dobravec del Triglavski narodni park, da Matteo Viviani del Parco naturale Adamello-Brenta.
Si è parlato, tra l’altro, di eco contenitori, atti al monitoraggio in automatico di passaggi su strade o sentieri e di percorsi con transponder collegati tramite antenna a un auricolare, come nel caso del ‘Percorso Sesamonet’, che a Pian dei Ciclamini, nel comune di Lusevera/Bardo, consente autonomia di accesso ai nonvedenti.
Di particolare interesse l’intervento dello sloveno Jurij Dobravec, che ha presentato uno strumento di simulazione tridimensionale che consente la visita virtuale alle aree protette. Realizzato grazie al progetto ‘Vivialp’ (Virtual visit alpine protected area), lo strumento è disponibile presso i centri visitatori dei parchi che fanno parte della rete alpina Alparc. Si tratta di una apparecchiatura di comunicazione interattiva che permette ai visitatori un volo tridimensionale attraverso il paesaggio alpino, con l’offerta di oltre 750 punti di interesse, coinvolgente ventaglio dispiegato tra natura, fauna, flora e patrimonio culturale. E’ inoltre possibile ottenere informazioni in una delle quattro lingue alpine e in inglese e scoprire la ricchezza naturale e culturale delle Alpi in modo leggero e divertente e, nel contempo, consapevole della necessità di tutela del patrimonio.
Va detto, infine, che anche gli altri interventi sono serviti per mettere in luce aspetti che in parte dovranno essere ulteriormente esplorati, ma che in un futuro prossimo potranno rappresentare strumenti preziosi a supporto delle attività proprie delle aree protette. La tecnologia, infatti, così come messa in vetrina da ‘TechParks’, non è invasiva, semmai stimolante a riappropriarsi del territorio in maniera corretta e consapevole.

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