Rimaneva una torre, malamente restaurata con una gettata di calcestruzzo, ad indicare l'area sulla quale si alzava il castello di Ahrensperg sul fianco sinistro della chiesa di San Giacomo di Biacis (Pulfero). Ora, dopo tre campagne di scavi iniziate nel 2003 e condotte dall'Università di Udine sotto la direzione della prof. Simonetta Minguzzi, si ha un'idea delle dimensioni e della dislocazione delle strutture del maniero, ricordato per la prima volta nel 1251, ma il cui sito è menzionato già nel 1149.
Queste ed altre notizie sul castello medievale di Ahrensperg hanno potuto conoscere, lo scorso 23 ottobre, i partecipanti alla prima giornata dei Beneški kulturni dnevi, le Giornate culturali della Benecia organizzate dall'Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone con il patrocinio del comune di San Pietro e della provincia di Udine e coordinate da Giorgio Banchig, studioso di storia locale.
Nel ringraziare il proprietario dell'area, Giovanni Biasatti di aver aperto le porte del cantiere, Banchig ha ricordato che il castello di Biacis e la Grotta d'Antro rappresentano i luoghi più importanti attraverso i quali è passata buona parte della storia delle Valli del Natisone. Giovanni Biasatti, da parte sua, ha illustrato i progetti del parziale ripristino e ricostituzione delle strutture castellane che dovrebbero diventare un'attrazione culturale e turistica.
A fare da guida al folto gruppo di partecipanti a questo prologo sul territorio dei Beneški kulturni dnevi è stato l'archeologo Massimiliano Francescutto, che ha partecipato agli scavi ed ha analizzato i reperti emersi. Egli ha sottolineato che fin dalla sua prima citazione, risalente al 1251, Ahresnperg è collegato con la Grotta d'Antro e, assieme a questa e i castelli di Gronunbergo, Guspergo e Zuccola, aveva una funzione di controllo del territorio e in particolare delle vie di comunicazione lungo la Val Natisone. In collegamento visivo con altre postazioni militari, attraverso segnali di fuoco, di notte, e di fumo, di giorno, trasmetteva messaggi che in breve tempo raggiungevano la destinazione, in particolare Cividale che fino al XIII secolo era la capitale dello stato patriarcale. Il castello, però, non rivestiva una funzione esclusivamente militare, ma era un sito residenziale di famiglie di un elevato livello sociale.
Nel corso degli scavi sono venuti alla luce parte delle mura, il seminterrato e i muri crollati dei due piani sovrastanti, ma l'area del castello si estendeva anche su quella della chiesa cinquecentesca. Probabilmente l'unica torre rimasta in piedi serviva da punto di avvistamento e doveva essere molto più alta.
I documenti storici ricordano che nel 1306 il castello subì un assedio da parte del conte di Gorizia e che nel 1364 venne distrutto, assieme a quello di Antro e Gronumbergo, su ordine del patriarca di Aquileia nell'ambito delle lotte con il conte di Gorizia. Successivamente fu, almeno in parte, ricostruito, ma fu il disastroso terremoto del 1511 a raderlo al suolo e da allora si hanno poche tracce di vita nella sua area. Con tutta probabilità l'adiacente chiesa di San Giacomo fu costruita con le pietre del maniero anche se non è escluso che nell'area castellana vi fosse già in antecedenza un luogo di culto di minori dimensioni.
I reperti venuti alla luce durante gli scavi riguardano frammenti di ceramiche (risalenti dal XIII al XV secolo) di colonne decorative di camini, tantissimi chiodi, contenitori di vetro, chiavi, fibbie di cinture, uno sperone. Alcune ceramiche possono risalire al Alto Medioevo, il che fa supporre che il sito sia stato abitato alcuni secoli prima delle datazioni contenute nei documenti scritti.
Beneški kulturni dnevi/Giornate culturali della Benecia
Odkrivajmo našo zgodovino/Scopriamo la nostra storia
V četrtek 4. novembra ob 18.30 v občinski dvorani v Špetru:
Giovedì 4 novembre alle 18.30 nella cala consiliare di S. Pietro:
Slavko Ciglenečki “Goti in Langobardi na poti v obljubljeno deželo
I Goti e i Longobardi verso la terra promessa”
Maurizio Puntin “Slovenska krajevna imena iz Visokega srednjega
veka v Furlaniji/Toponimi sloveni in Friuli
risalenti all’Alto medioevo”