Riparta la collaborazione tra Slavia e valle dell'Isonzo

 
 
Nel clima di festa per il quarantesimo incontro di inizio anno tra le comunità della Slavia, di Resia, della Valcanale e dell'Alta valle dell'Isonzo, celebrato sabato 16 gennaio a Kobarid/Caporetto, il prefetto di Tolmino Zdravko Likar, persona saggia e molto stimata sia sul versante sloveno che quello italiano, ha messo il dito nella piaga: qui si è fatta la storia, qui ci siamo incontrati e abbiamo collaborato nei difficili tempi dei sistemi economici e politici antagonisti, abbiamo contribuito nel nostro piccolo a dare la spallata alla cortina di ferro e a costruire la nuova Europa; ma ora non raccogliamo i frutti di tanto impegno; dopo la caduta del confine ci si attendeva che la collaborazione tra le amministrazioni locali contermini dovesse fiorire in tutto il suo splendore; è invece appassita. “Non chiudiamoci nei confini comunali o altri”, ha esortato.
I confini “altri” li ha meglio definiti il presidente della Repubblica di Slovenia, Danilo TŸrk. “Oggi non c’è alcun motivo per i pregiudizi, per la diffidenza, per tutto ciò che di negativo ci ha lasciato la storia — ha detto il capo dello Stato —. Qui accusiamo, purtroppo, un certo ritardo mentale. Il regime di Schengen alle frontiere non ha cancellato tutti i confini nelle teste. Proprio le barriere mentali impediscono che le questioni si affrontino nel modo più normale possibile, serenamente, togliendo di mezzo i relitti di una paura ancestrale, per la quale non c’è più alcun motivo. È tempo che spariscano dalle coscienze di coloro che alimentano quei pregiudizi”.
Ad ascoltare queste parole c'erano centinaia di persone del versante sloveno e di quello italiano. C'erano soprattutto l'assessore regionale del Friuli-Venezia Giulia Elio De Anna, il commissario della Comunità montana Torre Natisone Collio, Tiziano Tirelli, e i sindaci di Lusevera, Guido Marchiol, di Taipana, Elio Berra, di Faedis, Cristiano Shaurli, di Pulfero, Piergiorgio Domenis, di San Pietro al Natisone, Tiziano Manzini, di Savogna, Marisa Loszach, e di Grimacco, Eliana Fabello, diversi assessori e consiglieri comunali. Per la parte slovena c'erano, tra gli altri, il vicepresidente del Parlamento, Vasja Klavora, e i sindaci di Kobarid, Robert Kavčič, di Bovec, Danijel Krivec e di Tolmin, Urož Brešan. Sono loro in primo luogo ad avere il compito di raccogliere gli appelli di Likar e TŸrk. Nelle loro mani è il futuro di questo territorio posto nel cuore dell'Europa finalmente senza confini.
In realtà, si tratta di proseguire e intensificare un cammino ben avviato. Sul territorio, negli ultimi decenni, fin dai tempi della Jugoslavia, le amministrazioni locali, le organizzazioni di categoria e sindacali, le scuole, le associazioni culturali e le pro loco della fascia confinaria, da Tarvisio a Prepotto, hanno intessuto una fitta rete di relazioni con l'area di Jesenice e l'alta Valle dell'Isonzo, grazie soprattutto alla presenza della comunità slovena che ha garantito e garantisce un'efficace funzione di mediazione tra le due realtà. Un grande ruolo lo hanno giocato le manifestazioni come il “Dan emigranta”, lo stesso incontro d’inizio anno tra le valli della Slavia e l’alta valle dell’Isonzo, le feste paesane, raduni ed escursioni degli appassionati della montagna, le gare sportive, la collaborazione tra i parroci e le loro comunità. Dalla più grande alla più piccola, sono state opportunità per conoscersi, vincere le diffidenze e instaurare collaborazioni e amicizie. Dopo l'apertura totale del confine le valli del Natisone, del Torre, di Resia, la Valcanale e l'Alto Isonzo/Posočje possono finalmente respirare a pieni polmoni. Ma questo rappresenta anche una nuova sfida per quelle comunità affinché sviluppino la propria identità e rivestano il ruolo di cerniera tra Friuli e Slovenia che è loro proprio.
La domanda da porre ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri comunali — ma pure agli amministratori provinciali e regionali – è, quindi, se intendono sfruttare o no l'assenza della frontiera, cioè una condizione che i loro predecessori non hanno avuto a disposizione. Vanificarla sarebbe un peccato mortale nei confronti delle popolazioni che amministrano.
La collaborazione tra le contermini realtà politiche, economiche e culturali della fascia confinaria di Friuli e Slovenia è una necessità nell’Europa unita e senza confini. Bisogna riconoscere questo stato di cose e mettere finalmente la parola fine ai processi che hanno interessato e, purtroppo, spesso diviso profondamente le nostre popolazioni lungo i decenni dalla seconda guerra mondiale ad oggi.
Non a caso il presidente della Regione, Renzo Tondo, nell'inaugurare il collegamento tra le stazioni sciistiche di Sella Nevea e del Kanin ha chiesto di costruire l'euroregione nei fatti concreti e nei rapporti quotidiani.

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