Restituire dignità alla gente dei “tempi difficili”

 
 
Un sussulto di identità è stata la reazione più immediata alla presentazione del libro di Sandrino Coos ‘Tempi difficili – Težko živenje’, tenutasi, sabato 19 maggio, nella sala consiliare di Taipana gremita come nei più importanti appuntamenti del territorio.
Una carrellata di aneddoti per testimoniare radici, storia, cultura, lingua e, in ultima analisi, senso di appartenenza. Ma anche, come puntualizza l’autore, un omaggio a gente semplice, ma portatrice di grandi valori.
Al tavolo dei relatori il sindaco Elio Berra, il professor Viljem Černo, il direttore del settimanale diocesano la Vita Cattolica, Ezio Gosgnach, e l’autore Sandrino Coos. Li coordinava Giorgio Banchig della cooperativa Most, coeditrice del libro assieme al Comune di Taipana, che si è avvalso di un contributo della Comunità montana Torre-Natisone-Collio.
Tra il pubblico, il consigliere regionale Giorgio Baiutti, l’ex provveditore agli studi di Udine, Valerio Giurleo, e Pietro Dore, cittadino onorario di Taipana per meriti culturali.
Introducendo l’incontro, Banchig ha parlato di «un’operazione letteraria di grande spessore culturale, in quanto recupera spaccati di storia e di lingua come segni distintivi della comunità locale attraverso aneddoti che esaltano il sale, il colore, il sapore della vita umana, pregevole recupero del patrimonio di storia della gente di Taipana. È un libro da portare non soltanto in famiglia per recuperare una galleria di fantastici personaggi, ma soprattutto nella scuola, perché i bambini possano avere conoscenza di un passato che, nella semplicità, esprimeva valori di condivisione, di integrazione, soprattutto di socializzazione».
«In ‘Tempi difficili – Težko živenje’ — ha detto Berra — l’autore presenta fatti e personaggi che aiutano a ricostruire i modi di vivere della società contadina della Slavia italiana tra ‘800 e ‘900. Il libro valorizza la cultura locale e, in primo luogo, la parlata slovena dei nostri paesi, elevandola a mezzo di espressione letteraria. Il fatto non è trascurabile, poiché l’autore restituisce dignità e un mezzo espressivo che, nel corso degli ultimi due secoli, subì ogni sorta di vessazioni e divieti. Per questa ragione si può ben dire che la sua sopravvivenza ha dello straordinario».
Da parte sua, Viljem Černo ha sottolineato che «Coos ha saputo rappresentare la vita paesana con simpatia e partecipazione. Nel suo libro c’è l’impronta di una successione di identità e di cultura reale, concreta, che diventa civiltà comunitaria. È un angolo di mondo che ha accumulato fatiche, emarginazioni, fedeltà, orgogli, sofferenze, angustie, senza decorazioni. Coos fa rifiorire la vita di un tempo quasi per essere di nuovo tra la sua gente che ha una sua voce, che sa vivere di incontri e che sotto il carico del lavoro sa sorridere. In ultima analisi, si tratta di un distillato di sapienza spicciola e di buon senso della gente di un tempo».
Si è invece soffermato Ezio Gosgnach sulla valenza linguistica della pubblicazione, redatta in italiano e nello sloveno po našen e ne riferiamo ampiamente a parte. Un excursus, il suo, che partendo dalla definizione appropriata del termine ‘comunità’ giunge alla puntualizzazione del valore della lingua come segno specifico di identità.
Ma cosa ha indotto Sandrino Coos a dare alle stampe ‘Tempi difficili – Težko živenje’? Soddisfatto e commosso, l’autore ha ricordato che «è scomparsa la bella abitudine del racconto, in osteria e in famiglia, che raccoglieva attorno agli anziani le persone più giovani e affidava loro il patrimonio culturale del paese, fatto di tradizioni, di aneddoti, di fiabe e di proverbi carichi di saggezza. Il libro fa emergere dal passato fatti e personaggi che possono suscitare consapevolezze, ricostruire il percorso storico locale, tacciare nuove prospettive e aiutare a meglio comprendere la situazione attuale».
E a Valerio Giurleo che gli chiedeva se tra gli aneddoti ce ne fosse uno al quale si sentiva più legato, Coos ha risposto che «la motivazione di fondo, che mi ha spinto a rivisitare il mio paese, trae radici dalla volontà di restituire dignità e di esprimere gratitudine alle persone semplici e care che mi hanno donato nella concretezza di ogni giorno un pregevole patrimonio di valori». Da parte sua, il consigliere regionale Giorgio Baiutti, amministratore da tanti anni legato alle problematiche del territorio di Taipana e ai suoi aspetti sociali e culturali, si è complimentato «con Sandrino Coos per la brillante carrellata di aneddoti e personaggi, con l’artista Moreno Tomasettig che ha bene illustrato la sequenza dei racconti, con il sindaco Berra per una felice operazione culturale di recupero di identità, con la cooperativa Most coeditrice dell’opera, non dimenticando i soggetti primari che, con i loro ricordi, hanno permesso di fissare aspetti di un mondo fantastico, ricco di valori ai quali sarebbe opportuno ritornare ad attingere».
Nella sequenza dei ringraziamenti, lo stesso Coos rende merito ai suoi collaboratori, Giorgio Banchig in primis per la sapiente introduzione alla scrittura slovena, a Moreno Tomasettig per avere impreziosito il libro con bellissimi disegni, a Viljem Černo per le consulenze.
Di sicuro, il grazie più sentito va all’autore per avere saputo far rifiorire quel senso di appartenenza che era doveroso e opportuno annaffiare, operazione che gode anche dell’imprimatur del sindaco Berra.

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