Molinaro: attuare il principio costituzionale

 
 
Lo scorso 24 febbraio il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha firmato il decreto particolare con il quale «restituiva» alle oreganizzazioni della minaranza slovena della nostra regione il milione di euro «tagliati» nella legge finanziaria. In questo modo ha onorato l’impegno che aveva preso qualche tempo fa con il premier sloveno, Borut Pahor, ed è venuto incontro alle pressanti richieste dei politici della nostra regione e dei rappresentanti delle due organizzazioni rappresentative della minoranza, Sso e Skgz.
Lo stesso assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro, aveva annunciato che la regione intendeva sollecitare il governo nazionale sul tema dell'oggettiva riduzione di risorse assegnate alle minoranze, quella slovena e anche quella friulana.
L’annuncio è stato fatto dall’assessore, che il 23 febbraio scorso ha partecipato a Trieste (prima volta assoluta per un esponente della Giunta regionale) alla riunione del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena, presieduto da Bojan Brezigar. Ricordando che le assegnazioni statali a favore delle attività della minoranza slovena si sono ridotte, nel 2010 rispetto l'anno precedente, di 1 milione di euro (da 5 a 4), e che forte è stato anche il calo dei fondi messi a disposizione dalla stessa Regione, Molinaro ha precisato che si tratta di «attuare un principio costituzionale». Parallelamente l'assessore ha comunque parlato della necessità di avviare con tutte le associazioni rappresentative della minoranza slovena una riflessione su come le risorse vengono utilizzate, individuando priorità d'intervento e focalizzando l'attuazione su istituzioni e funzioni che hanno maggiori ricadute.
In quello che è stato definito sia da Brezigar che da Molinaro un confronto a 360 gradi particolarmente proficuo, si è parlato anche, in particolare, di scuola, a seguito della richiesta del Comitato di fornire un sostegno regionale ad un istituto sloveno a respiro comprensoriale di Vermegliano (Ronchi dei Legionari), sul modello di quello di San Pietro al Natisone.
Per Molinaro le scuole slovene sono oggi di fatto in una sorta di «limbo» rispetto ai cambiamenti in atto: «io spero, ha detto, che quanto prima la Conferenza stato – regioni possa arrivare ad una definizione delle regole per l'attuazione del Titolo V della Costituzione, per potersi poi muovere in questo ambito per una riconsiderazione della rete delle scuole slovene, che consentano efficienza e adeguatezza di strutture, anche proprio concentrando alcune attività come è stato fatto a Vermegliano».
L'assessore ha condiviso la richiesta che le associazioni della minoranza slovena siano rappresentate in organismi collegiali che operano all'interno dell'Amministrazione regionale. «C'è una verifica in atto, ha dichiarato, dopo di che andremo a fare quelle integrazioni con i rappresentanti delle minoranze che di fatto la legge 26 del 2007 già prevede».
Per quanto riguarda la proposta di legge di alcuni consiglieri regionali sull'uso di dialetti di origine slovena in provincia di Udine, l'assessore Molinaro ha indicato che è intenzione della Giunta verificare se e cosa di nuovo viene suggerito.
Infine, l'apertura di uno sportello linguistico a Cividale del Friuli, contemplata dalla legge nazionale 38 del 2001. Per Molinaro l'argomento sarà affrontato dopo le elezioni comunali di maggio. Saranno quindi presi contatti con le amministrazioni dello Stato per capire quali servizi esso deve garantire e per poterne definire la migliore ubicazione.
Ad ogni modo nel complesso, questa la riflessione dell'assessore regionale, «la condizione in cui oggi si trova il Friuli – Venezia Giulia è di aver sicuramente attuato buona parte della legge 26 e di avere in itinere l'attuazione di quanto resta da fare». E il non aver completato alcuni regolamenti «non ha in nessun modo inciso in negativo sull'attività fatta».

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