Lo sviluppo passa attraverso la collaborazione transfrontaliera

 
 
Dall’incontro annuale tra gli sloveni della provincia di Udine e della Valle dell’Isonzo è partito un forte appello per una maggiore collaborazione tra le amministrazioni comunali lungo il confine. Non si tratta solo di cogliere le opportunità offerte dal regime di Schengen, con la conseguente libera circolazione delle merci e delle persone, ma anche e soprattutto di approfittare dei progetti europei che mirano a “ricucire” le ferite aperte dai conflitti e a buttare giù i muri sorti con la guerra fredda. Si tratta di arrivare ad una collaborazione sistematica, strutturale tra amministrazioni, imprese, imprenditoria turistica, istituzioni culturali e scolastiche al fine di creare una fitta rete di iniziative che da una parte appianino le differenze dovute ai diversi sistemi economici del passato, dall’altra creino un’area omogenea con un forte interscambio in tutti i settori e l’interconnessione delle infrastrutture e dell’informazione.
I sindaci delle Valli del Natisone e del Torre, che hanno partecipato all’incontro di Caporetto e si sono intrattenuti con il presidente della Repubblica Slovena, Danilo TŸrk, e con i colleghi della Valle dell’Isonzo, come hanno accolto l’appello ad una maggiore collaborazione tra le amministrazioni di confine? Abbiamo fatto un breve sondaggio interpellando alcuni di loro.
«Quello che è successo nel passato — ci ha detto Piergiorgio Domenis sindaco del Comune di Pulfero — è a conoscenza di tutti ed ha fortemente condizionato la vita nelle nostre Valli anche per quanto riguarda lo sviluppo economico e culturale. Oggi bisogna approfittare delle opportunità della collaborazione con i comuni d’oltre confine. Per quello che riguarda l’amministrazione del comune di Pulfero è in atto una collaborazione attiva che però deve essere estesa a tutti i comuni delle Valli. Bisogna intraprendere un percorso che tenga conto delle due realtà confinanti, la Valle dell’Isonzo e la Benecia, e considerarle come un’unica area da sviluppare soprattutto sotto l’aspetto turistico. Si tratta di un settore, questo, che sta prendendo piede ed ha parecchie possibilità e opportunità di crescita, ma deve essere sviluppato insieme e di pari passo. Il turista, ad esempio, vuole avere un Matajur disponibile a 360 gradi, perciò non ci devono essere confini divisori, come non lo sono, ma la stessa cosa deve valere anche per il resto del territorio. Ovviamente le infrastrutture devono essere sviluppate attraverso un approccio comune con le amministrazioni della Slovenia a cominciare dalla viabilità».
«A Caporetto mi sono incontrata, assieme agli altri amministratori delle Valli, con il presidente della Slovenia TŸrk, con i sindaci di Caporetto e di Bovec e con il prefetto di Tolmino — ricorda Marisa Loszach, sindaco del Comune di Savogna —. È un piacere collaborare con loro e più volte ho preso parte agli incontri personali e ufficiali. Penso che la collaborazione sia indispensabile, giusta e dovuta per poter dare uno sbocco alle Valli attraverso la collaborazione transfrontaliera. Noi stiamo già lavorando con il sindaco di Caporetto nell’ambito di progetti europei transfrontalieri soprattutto nel settore turistico».
«Si dovrebbero portare avanti progetti europei transfrontalieri per sviluppare contatti tra le aree di confine — auspica Guido Marchiol, sindaco del Comune di Lusevera —. Il mio comune intende realizzare il progetto di una pista di sci di fondo sul Passo Tanamea. Dal momento che il comprensorio di Bovec ha solo piste di discesa e non di fondo si potrebbero creare dei collegamenti tra il Passo Tanamea e l’area del Canin. In ambito culturale cercheremo di mantenere vive le nostre tradizioni, il nostro dialetto d’origini slovene anche con cartelli bilingui e con un corso di sloveno. Con i finanziamenti ricevuti apriremo, nel corso di quest’anno, uno sportello per la lingua slovena. Il problema peggiore è rappresentato dal fatto che, a causa della guerra fredda, dopo la seconda guerra mondiale è stata persa l’opportunità di avere scuole bilingui. In questo modo abbiamo perso tre generazioni che avrebbero potuto confrontarsi meglio con quelle d’oltreconfine con l’aiuto della lingua comune. Gli sloveni hanno imparato l’italiano, mentre noi, purtroppo, siamo rimasti indietro. Oramai si può solo cercare di recuperare, quello che è perso, è perso».
«Al momento non ci sono né progetti né iniziative comuni in corso con i comuni della vicina Slovenia», rileva il sindaco di San Pietro al Natisone, Tiziano Manzini, che denuncia amaramente: «I rapporti con i comuni confinanti si sono raffreddati dopo la caduta dei confini! Eppure le opportunità per una collaborazione sono molteplici, importante è riuscire a confrontarsi e a parlare anche con gli altri comuni. San Pietro è aperto al confronto con tutti per vedere che cosa e come fare per migliorare la vita dei nostri cittadini anche con progetti transfrontalieri. Come amministratore ho difficoltà a collaborare con le amministrazioni della vicina Slovenia, soprattutto con quelle di Tolmino e Bovec, mentre con il prefetto di Tolmino ho contatti frequenti. Da diciotto anni, da quando cioè la Slovenia è diventata indipendente, si è verificato un grande sviluppo nel settore del turismo, in particolare nella Valle dell’Isonzo, che potrebbe avere dei riflessi anche sulle Valli del Natisone».
«Concordo con quanto riportato in sintesi dal Dom sull’incontro di Caporetto — ha dichiarato Eliana Fabello, sindaco del Comune di Grimacco —. Si deve operare un’apertura per una collaborazione nei progetti transfrontalieri che potrebbero risultare molto utili per lo sviluppo delle Valli del Natisone. Sono progetti che richiedono la collaborazione di più comuni. Noi siamo aperti a queste opportunità e possibilità che sono molto valide e rappresentano la strada del futuro. In occasione del recente incontro ho avuto il piacere di conoscere il presidente della Slovenia e i sindaci di Caporetto e di Bovec».

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