A Taipana/Tipana fervono i preparativi in vista della sottoscrizione del documento congiunto che porterà alla nascita del cluster transfrontaliero nell’area al confine tra Italia e Slovenia, più precisamente tra la provincia di Udine e l’Alta Valle dell’Isonzo. In una data ancora da definire, entro inizio giugno, i rappresentanti delle amministrazioni comunali aderenti nelle due zone si ritroveranno nel municipio del centro della Val Cornappo per la firma.
Gli accordi sono stati presi a seguito di un incontro svoltosi giovedì, 3 maggio, a San Pietro al Natisone.
Alla riunione, cui hanno partecipato i rappresentanti delle amministrazioni comunali interessate da parte italiana, l’esperto incaricato di seguire il progetto, l’architetto Maurizio Trevisan, ha fatto il punto della situazione e illustrato i prossimi passi da compiere.
Il sindaco di Taipana, Alan Cecutti, che sta mantenendo i contatti tra i municipi interessati, spiega come al cluster dovrebbero aderire, complessivamente, 25 comuni. Da parte italiana sarebbero della partita i municipi di Taipana, Drenchia, Grimacco, Prepotto, Pulfero, San Pietro al Natisone, San Leonardo, Savogna, Stregna, Torreano, Lusevera, Nimis, Tarcento, Moggio Udinese, Chiusaforte, Dogna, Resia, Attimis, Faedis, Artegna e Montenars, mentre da parte slovena Bovec, Kobarid, Tolmin e Kanal.
Il nuovo raggruppamento riunirebbe una popolazione complessiva di circa 60.000 abitanti. Nel suo ambito, la superficie territoriale dell’insieme dei comuni italiani sarebbe molto simile rispetto a quella dei comuni sloveni. Per conferire maggiore peso al progetto, sarebbe benvenuta anche l’adesione dei comuni di Pontebba, Malborghetto-Valbruna e Tarvisio.
I comuni aderenti nutrono grandi aspettative dal nuovo soggetto, soprattutto una più facile partecipazione ai bandi europei con progetti che contrastino lo spopolamento, offrano nuovi servizi, creino opportunità di lavoro in zona, prevengano il dissesto idrogeologico, creino iniziative in favore delle attività forestali, rurali e artigianali.
In una prima fase, le amministrazioni dovranno decidere su quali assi sviluppare gli investimenti e da qui definire un piano d’azione, da cui poi sviluppare progetti e costruire partenariati. Un ulteriore auspicio è che la creazione, sul territorio, di un gruppo capace di esprimersi a una sola voce possa influire sulle politiche regionali. I piani d’azione saranno sviluppati avvalendosi di particolari strutture per la parte italiana e altre per la parte slovena, in considerazione dei diversi sistemi legislativi e amministrativi nei rispettivi Paesi.
Nel corso della discussione il sindaco di Drenchia, Francesco Romanut, si è particolarmente interessato circa i motivi che renderebbero più vantaggioso optare per la formula del cluster, rispetto a un Gruppo europeo di cooperazione territoriale o altro. In generale, è emerso come la struttura del Gruppo europeo di cooperazione territoriale richieda circa tre anni per diventare operativa, oltre a interventi legislativi e finanziamenti regionali, per poi faticare a sopravvivere autonomamente. Dubbi sono stati espressi anche rispetto alla struttura del Gruppo europeo d’interesse economico. Per contro, il cluster rappresenta una soluzione nell’ambito della quale gli enti locali si aggregano partendo dal basso – anche elastica, dal momento che, nel suo ambito, possono anche essere creati sottogruppi, senza che tutti gli enti siano vincolati a aderire agli stessi progetti.
Si tratta di uno strumento che dà risposte sul territorio al di là delle posizioni politiche e, quindi, la sua efficacia dipende in gran parte dalla capacità di interlocuzione politica degli enti aderenti.
Il percorso iniziato dopo la tavola rotonda, svoltasi a gennaio a Kobarid in occasione del 48° Incontro degli sloveni della provincia di Udine e dell’Alta valle dell’Isonzo non si risolverà solo con una firma. Pochi giorni dopo la sottoscrizione del documento, infatti, sono già in programma i primi eventi a Bruxelles, dove gli amministratori aderenti si troveranno a orientarsi in un ambiente del tutto nuovo.
V Tipani se pripravljajo na uradni podpis skupnega dokumenta, s katerim se bo rodil čezmejni cluster med pokrajino Viden in Zgornjim Posočjem. Prav v tipajskem županstvu se bodo na začetku junija predstavniki občinskih uprav z italijanske in slovenske strani srečali, da bi podpisali skupni dokument.
O tem so se župani dogovorili po srečanju, ki se je odvijal v četrtek, 3. maja, v Špietru. Srečanja so se udeležili predstavniki občinskih uprav, ki bodo pristopile z italijanske strani. Ob tej priliki je arhitekt Maurizio Trevisan, ki bo pri projektu sodeloval kot izvedenec, orisal trenutno stanje in namignil na nadaljnje korake.
Tipajski župan Alan Cecutti, ki goji stike med občinskimi upravami na italijanski strani, nam je povedal, da naj bi se v cluster povezalo 25 občin. Na italijanski strani naj bi tako pristopile Občine Tipana, Dreka, Garmak, Prapotno, Podbuniesac, Špietar, Svet Lienart, Sauodnja, Sriednje, Tauarjana, Bardo, Nieme, Čenta, Možnica, Kluže, Dunja, Rezija, Ahten, Fojda, Artegna in Montenare; na slovenski strani pa Občine Bovec, Kobarid, Tolmin in Kanal.
V novi cluster naj bi se tako med drugim povezalo približno 60.000 prebivalcev z obeh strani nekdanje meje.