Cercasi ampio immobile per la scuola bilingue

 
 
La scuola statale bilingue di San Pietro al Natisone deve essere ospitata, già dal prossimo anno scolastico, in una struttura unitaria, mettendo fine all’attuale forzata “diaspora” dovuta alla chiusura e allo sgombero della vecchia sede giudicata insicura dal punto di vista sismico; al fine di trovare una stabile soluzione in questo senso il comune di San Pietro apra un tavolo allargato agli enti pubblici e ad altre componenti interessate a questa realtà scolastica, che rappresenta un fiore all’occhiello e non solo della Slavia friulana sia dal punto di vista numerico (221 alunni!) che didattico.
Sono questi i contenuti emersi dal consiglio comunale di San Pietro al Natisone, che ha avuto luogo sabato 20 marzo con all’ordine del giorno le comunicazioni del sindaco, Tiziano Manzini, sulla chiusura e lo sgombero dell’edificio comunale che ospitava la scuola bilingue e la convenzione con la provincia di Udine per l’utilizzo dell’istituto magistrale e della casa dello studente per il trasferimento della scuola materna ed elementare bilingue (le tre classi delle medie sono ospitate presso la sede della comunità montana).
Poche volte una seduta del consiglio comunale del capoluogo delle Valli del Natisone ha registrato una così folta e attenta partecipazione. Ad assistere al consiglio comunale, convocato su proposta del gruppo di opposizione, hanno partecipato numerosissimi genitori degli alunni della bilingue, insegnanti ed operatori culturali che hanno a cuore la scuola bilingue, che in 25 anni ha registrato uno sviluppo incredibile e non preventivato dagli stessi fondatori.
Il sindaco, Tiziano Manzini, ha fatto una puntuale ricostruzione dei passi che hanno portato all’ordinanza di chiusura della struttura di viale Azzida. Gli esiti dell’indagine sulla struttura, condotta dallo studio tecnico dell’ing. Barro di Udine e partita già nell’autunno scorso su iniziativa dell’amministrazione comunale, hanno portato alla conclusione che l’edificio non presenta le sufficienti condizioni di sicurezza.
Ma alla direzione della scuola, al consiglio di istituto e ai genitori sta a cuore soprattutto la futura sistemazione della scuola. Il sindaco Manzini ha ricordato che l’amministrazione comunale ha in progetto la costruzione, presso il centro studi, di una struttura scolastica nella quale ospitare la scuola bilingue e le elementari monolingui di San Pietro. Ma, ha sottolineato lo stesso sindaco, l’edificio, che verrebbe a costare 7 – 8 milioni di euro, non potrebbe essere funzionante prima di 4 – 5 anni. Nel frattempo e nell’attesa, con esiti non certi in questi tempi di crisi, per il reperimento dei fondi necessari e la realizzazione dell’opera, che fare? Dove e come trovare una struttura che raccolga tutti i 221 alunni?
Dal dibattito, nel quale sono intervenuti i consiglieri di minoranza Simone Bordon, Fabrizio Dorbolò e Firmino Marinig, è emersa chiara la necessità di mantenere unita la scuola e a tale fine è stata sollecitata l’amministrazione comunale ad individuale le soluzioni possibili e realizzabili prima dell’inizio del prossimo anno scolastico. Il consigliere Dorbolò ha ricordato che sono tanti gli edifici scolastci, mentre Marinig ha avanzato la proposta di mettere in sicurezza la struttura di viale Azzida ed ha bocciato l’idea di un prefabbricato in quanto, ha sottolineato, in Italia le soluzioni provvisorie durano per sempre. Una soluzione nel quadro delle strutture scolastiche esistenti o anche l’idea di un prefabbricato non dispiaciono ad altri e in questa situazione di emergenza risponderebbero all’esigenza di sicurezza antisismica e al fine di tenere unita la scuola, elemento quest’ultimo essenziale per garantire agli alunni continuità e serenità nell’affrontare i loro impegni.

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