Cepljenje zase in za bližnje_Vaccinarsi per noi e chi ci è caro

V telih parvih gorkih polietnih dneh se zdi, de je pandemija novega koronavirusa mimo in de boliezan Covid-19 nie vič nevarna. Sa’ je okužb malo, vse manj ljudi v špitalih in, hvala Bogu, martvih. Ljudje se zatuo težkuo daržé ukrepu, ki so ostali. Od pandiejka, 28. junja, nie trieba vič nositi maske od zuna, a se skor vsi obnašajo, kakor de je nevarnost mimo.

Podobno je bluo poliete lani, a je tako obnašanje parpejalo jeseni do drugega vala pandemije, ki je biu še buj močan od parvega in je povzročiu veliko število obolielih in umarlih. Tudi v Benečiji, Reziji in Kanalski dolini.

Ries je, de lietos imamo na razpolago cepljenje, ki je te narbuj močnuo orožje pruoti boliezni. Puno ljudi je svojo moralno dužnuost do svojega zdravja in drugih ljudi že opravilo.

Do pandiejka, 28. junija, je bluo v Italiji cepljenih okuole 35 par stuo ljudi nad 12. lietam staruosti, manku parvo dozo je parjelo slavih 55 par stuo prebivaucu.

A je število cepljenih šele deleč od tistega, ki bi dalo garancijo, de jeseni na bo še adnega močnega vala.

»De bi bli sigurni pred bolieznijo, bi muorlo biti cepljeno 80 par stuo prebivalstva. Tuole bo zlo težkuo doseči, kier se še na more cepiti otruok, pa tudi zatuo ki previč ljudi neče na cepljenje,« pravi poznani in priljubljeni videnski zdravnik slovenskih korenin Mario Canciani. Tele pediater in alergo-pnevmolog je med pandemijo s svojimi nasveti tudi po medijih (tudi v Domu), puno pomagu ljudem, de bi poznali Covid-19 in pred njo varvali al’, če je bluo potriebno, zdravili na pravo vižo.

Strokovnjake, kakor je dr. Canciani, je trieba poslušati. Tuole parporoča tudi parljubljeni duhovnik in teolog msgr. Marino Qualizza (beri uvodnik na parvi strani).

Zatuo je pametno in potriebno, de se ljudje ciepijo, tudi zatuo ki se je parkazala indijska varjanta, ki, pravijo, de je zlo nevarna tudi v polietnim cajtu.

Ottanta per cento. È questa la percentuale di vaccinati contro la Covid-19 che serve per raggiungere il livello di sicurezza.

Lo fa sapere il dott. Mario Canciani, noto allergo-pneumologo udinese dalle origini slovene, che fin dall’inizio della pandemia ha dispensato preziose informazioni e suggerimenti per affrontare l’emergenza del coronavirus.

«Gli epidemiologi americani – spiega – hanno provato a fare delle simulazioni per predire come sarà il prossimo futuro e hanno visto che il livello di sicurezza sarebbe con l’80% di vaccinati. Tale percentuale sarà difficilmente raggiungibile, sia per la mancata copertura della popolazione pediatrica – nella quale mancano ancora studi di sicurezza – sia per i rifiuti ai vaccini e per le probabili reinfezioni dei soggetti che si sono vaccinati tra dicembre 2020 e febbraio 2021, che potrebbero presentare un calo dell’immunità e aver bisogno di un richiamo di vaccino».

A proposito, dott. Canciani, gli allergici sono più a rischio di reazioni ai vaccini?

«Ormai le casistiche sono talmente ampie che possiamo fornire delle indicazioni: il rischio più grosso è di essere allergici al PEG (Polietilenglicole), un eccipiente dei vaccini che serve a renderli più efficaci e che può dare, nelle persone allergiche ad esso, delle reazioni gravi, fino allo shock. Da tempo eseguiamo questo test sulla cute nei pazienti a rischio, sia mediante i prick che i patch test, con ottimi risultati, soprattutto sulla tranquillità dei pazienti».

Perché ogni tanto si parla di rischio delle mascherine?

«Fermo restando che esse sono il presidio più utile a ridurre la trasmissione del Corona, se prendiamo in esame quelle più diffuse – cosiddette chirurgiche – esse sono formate da 3 strati: uno esterno in poliestere, uno intermedio in polipropilene e uno interno in cotone. Purtroppo il polipropilene è un irritante delle vie aeree, specialmente negli asmatici che hanno i bronchi più sensibili e inoltre si degrada molto lentamente nell’ambiente, contribuendo a formare le “microplastiche” di cui si parla molto ultimamente».

Si potrà rinunciare alle mascherine?

«In Inghilterra ci sono stati i primi test in discoteca e concerti, senza di esse. I partecipanti a un concerto hanno dovuto effettuare un tampone il giorno prima e poi caricare il risultato su un sito, per collegarlo al biglietto acquistato. Una volta presentati biglietto e tampone negativo all’ingresso, sono potuti entrare e comportarsi come se nessuna restrizione contro il Coronavirus fosse in vigore. Dentro il locale erano presenti dei sensori per calcolare il livello di ventilazione. Ora siamo in attesa di conoscere i risultati».

Che legame c’è tra miocarditi e vaccini?

«Come sempre, Israele ci propone dati molto interessanti: hanno visto che alcuni giovani maschi, vaccinati con i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna), possono presentare una lieve infiammazione del cuore, che si verifica entro 4 giorni dalla seconda dose e che recede dopo assunzione di banali antinfiammatori. Anche se il dato venisse confermato su più ampie casistiche, non dobbiamo dimenticare che la miocardite da infezione non è rara e più grave di quella da vaccino. Tutte le persone che presentano dolori al petto dopo il vaccino andranno monitorate».

Come potremo difenderci dalle varianti?

«A parte che i vaccini attuali stanno dimostrando un’ottima protezione anche contro le varianti, si sta studiando un anticorpo contro il virus che verrebbe somministrato mediante uno spray nasale e che sta dando ottimi risultati negli animali da esperimento. Considerata la via di somministrazione, la mancanza di strette misure di conservazione e il costo modesto, questa potrebbe essere un’ottima forma di prevenzione».

Perché si parla di nuovo di tracciamento quando questo nei mesi scorsi è fallito?

«Più il numero dei contagiati è alto, più è difficile registrare gli infetti ed isolare i contatti. Con un basso numero di infetti sarà più facile farlo ed impedire così la trasmissione ad altre persone. Il modello più efficace almeno in Europa si è dimostrato quello finlandese che ha attuato un rigoroso tracciamento ed isolamento, anche pagato per aumentare l’adesione. Se vogliamo eliminare il virus, soprattutto nelle sacche dei non vaccinati, possiamo farlo solo con questo metodo».

In questo momento quali sono i luoghi più a rischio?

«Sono la famiglia, i gruppi di persone che stanno assieme, come gli amici. Sono calate molto le infezioni nei luoghi di lavoro, per merito della vaccinazione. Ora bisognerà insistere con la vaccinazione tra i giovani e tra quelli che hanno rifiutato il vaccino. Gli asintomatici sono quasi il 50%, solo il 3% degli ammalati viene ricoverato, il resto ha sintomi lievi, le rianimazioni sono quasi vuote».

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