È soddisfatto, molto soddisfatto il sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli, per la ristrutturazione e l’ampliamento della sede dell’Istituto comprensivo statale con insegnamento bilingue sloveno-italiano. Lunedì, 9 gennaio, ha consegnato l’edificio di viale Azzida agli allievi, agli insegnanti, alla dirigenza e a tutto il personale non docente con il volto raggiante di chi è consapevole di aver portato a termine un’impresa.
«Confesso di aver dormito davvero poco nelle scorse settimane a causa degli intoppi piccoli e grandi che si presentvano – esordisce –. Tra gli ultimi il ritardo nella consegna e nel montaggio degli arredi per la scuola dell’infanzia, completamente nuovo, e della cucina. Per cui i più piccoli entreranno lunedì, 23 gennaio, e in quella data sarà in funzione anche la cucina».
Signor sindaco, quanto impegno ci ha messo in questa opera?
«Certamente è il progetto più impegnativo da quando guido l’amministrazione. All’inizio era prevista solo la ristrutturazione degli spazi usati fino al 2010. Quando sono diventato sindaco subito l’associazione dei genitori mi ha chiesto la realizzazione anche di un vano cucine, per evitare il pasto veicolato e, anche dalla dirigenza dell’istituto, mi hanno fatto notare che gli spazi previsti non sarebbero stati sufficienti. Di conseguenza, mi sono attivato immediatamente per reperire i fondi necessari. Bisognava farlo in quel momento, perché una volta completato il primo lotto previsto sarebbe costato molto di più inserirne uno aggiuntivo. Il finanziamento è arrivato e anche il Provvedditorato regionale ai lavori pubblici ha fatto un lavoro egregio, permettendo di ampliare la progettazione».
È contento del risultato?
«Adesso la scuola è grande, spaziosa. Avessimo completato il primo lotto così com’era, non avremmo avuto un edificio rispondente alle esigenze dell’Istituto comprensivo bilingue».
Sul piano politico com’è andata?
«Sono soddisfatto perché la maggioranza consiliare mi ha dato il massimo supporto. Non si è mai messa in discussione l’opera. Anche di fronte a problemi, che di volta in volta emergevano, mi ha sempre detto di andare avanti»..
Anche quando sono stati revocati i fondi del Governo?
«Il finanziamento Cipe era scaduto e rischiavamo di non avere liquidità per pagare gli stati di avanzamento dei lavori. Allora abbiamo sottoscritto con una banca un prestito agevolato. Nel frattempo si è attivata l’on. Tamara Blažina. Ha fatto un lavoro eccezionale per ripristinare i fondi governativi. Intanto non potevamo permetterci di blocccare i pagamenti. L’avessimo fatto, non saremmo a festeggiare il traguardo raggiunto. Prima che tornasse il finanziamento Cipe, abbiamo fermato tutta la funzionalità non indispensabile del Comune, così non abbiamo dovuto fare ricorso nemmmeno al prestito bancario e quindi pagare interessi, che sarebbero stati a carico nostro».
Ha funzionato, quindi, l’opera sinergica con la Regione, l’on. Blažina e altri attori?
«Anche con la presidente Debora Serracchiani. C’è stato il supporto di tutti. In primo luogo della popolazione. Anche chi non era coinvolto direttamente nella vicenda, chiedeva informazioni sull’andamento dei lavori, si sentiva partecipe e ci spronava ad andare avanti. Questa è una cosa che non ha prezzo! Il perseguimento dell’interesse comune nel dialogo fa crescere la comunità».
Come a dire: questa è la nostra scuola e perciò ci interessa.
«È la scuola di una comunità molto ampia, perché i suoi allievi provengono da 23 comuni. È a San Pietro e opera al servizio di tutte le Valli del Natisone, però ha un bacino esterno non di poco conto. Ormai è un punto di riferimento e noi siamo felicissimi di averla».
Quali sono le opere ancora da realizzare?
«Sono necessari spazi esterni all’edificio. Abbiamo apportato una variante urbanistica affinché il terreno adiacente possa essere al servizio della scuola. In fase di progettazione dell’ingresso principale ci è stato comunicato che i muri perimetrali, circa 200 metri, compromettono l’agibilità dell’intero plesso. Allora abbiamo inserito la necessaria protezione, ma nel contempo abbiamo redatto un progetto preliminare per la sistemazione dei muri perimetrali, il parcheggio, la rampa per la mensa, una rampa per accedere al parcheggio senza andare sulla strada. Poi un “tunnel” per permettere di raggiungere l’ingresso al riparo dalle intemperie e un ascensore, per il quale è già stato realizzato il vano. La richiesta di finnaziamento è già partita».
La palestra?
«È una questione che affronteremo più avanti. L’idea è di farla interrata con in superficie il giardino».
L’inaugurazione ufficiale?
«Avrà luogo uno dei primi tre sabati del mese di marzo. Stiamo cercando di avere personaggi di grande rilievo istituzionale. Vogliamo un bell’evento, perché questa realizzazione la merita. Deve essere la festa di tutta la comunità, per unire tutti».
Cosa farete degli spazi ora lasciati liberi dall’istituto bilingue?
«Il liceo ha chiesto di avere a disposizione tutto l’edificio delle ex magistrali. Quanto al cosiddetto College, la sua destinazione d’uso non è scolastica. L’idea di destinarlo alla scuola bilingue non era realizzabile. Per passare da convitto a scuola sarebbe stato necessario sventrare completamente il piano superiore e alzare il tetto. Dunque, la cosa migliore mi sembra quella di mantenere le camere al primo piano e pensare a qualcosa per il piano terra».
Quanto è costata la ristrutturazione dell’edificio di viale Azzida?
«Non ho ancora i conti definitivi. Dovremmo essere sui tre milioni di euro, arredi compresi». (Ezio Gosgnach)
V ponedeljek, 9. januarja, so po božičnih počitnicah učenci špietarske dvojezične primarne in srednje šole začeli pouk v novih prostorih, ki se nahajata v Špietru na cesti proti Ažli.
Še posebej zadovoljen s tem dosežkom je špietarski župan Mariano Zufferli, ki nam v tem pogovoru pove, kako so že zdavnaj odprto vprašanje v Špietru rešili z združenimi močmi.