Za zakon za gorsko območje_Per una legge per la montagna

Mauro Steccati

Eletto all’unanimità dall’assemblea dei 15 sindaci, Mauro Steccati, 64 anni il prossimo 29 gennaio, esponente del centrodestra, primo cittadino di Tarcento, è il presidente della Comunità di montagna del Natisone e Torre. Ci ha raccontato i primi passi dell’ente sovracomunale entrato in funzione lo scorso primo gennaio.

Presidente, con quale spirito ha assunto questo nuovo incarico?

«L’unanimità sullo statuto, pur nella differenza di posizioni e dopo un confronto anche acceso durante un anno di lavoro, così come sul mio nome non era né scontata né automatica, per cui sono soddisfatto del risultato. Anche perché al giorno d’oggi è più facile distruggere che costruire. Abbiamo eletto il comitato esecutivo e ho nominato Mariano Zufferli vicepresidente. Ora possiamo lavorare, con il coinvolgimento di tutti i colleghi».

Il suo mandato da sindaco di Tarcento scade quest’anno. Si ripresenterà?

«Ho già dato la disponibilità».

Com’è stato l’avvio?

«Negli ultimi dieci anni siamo passati dalla Comunità montana Torre, Natisone e Collio alle due Uti del Torre e del Natisone, per arrivare alla Comunità di montagna. Questi continui cambiamenti hanno generato disorientamento per ciò che riguarda i rapporti tra le amministrazioni e nell’organizzazione di uffici e servizi. Ci stiamo dando da fare. I tempi sono stati stretti e abbiamo dovuto prendere qualche decisione in tutta fretta al termine dello scorso anno che stiamo già rivedendo. Procediamo con la massima condivisione possibile».

Le Valli del Natisone, ad esempio, sono al momento prive di polizia locale.

«È un tema sensibile, ma non vi si può dare soluzione in tempi brevissimi. A Tarcento, con oltre novemila abitanti, abbiamo solo quattro persone in organico. Scontiamo scelte o non scelte fatte negli scorsi anni. Ci attiveremo quanto prima per espletare i concorsi, ma ci vorrà tempo».

Archiviata l’esperienza delle Uti disomogenee, ci sono molte aspettative nei confronti della Comunità di montagna.

«Nelle esperienze con la Comunità montana prima e dell’Uti dopo, sono venuto a contatto con le problematiche concrete e giunto alla conclusione che in Friuli Venezia Giulia esiste la montagna ricca, quella della Carnia e del Tarvisiano, e la nostra molto disagiata, che non può contare sulle risorse dei territori appena menzionati. Nelle nostre valli ci sono comuni con molte frazioni sparpagliate su un ampio raggio e magari con un solo abitante, per cui diventa difficilissimo dare i servizi necessari e fronteggiare i disagi di maltempo, nevicate… Ammiro tutti i colleghi che riescono a farlo e mi affiderò a loro, che hanno il termometro della situazione. Ci tengo a partire con il piede giusto, ma senza creare eccessive aspettative, nel senso che in questo momento è necessario avviare la macchina al più presto e costruire le condizioni che ci mettano in grado di trovarci pronti quando torneremo a un minimo di normalità dopo la pandemia. Che sia io il presidente o un altro, dopo le elezioni a Tarcento».

La crisi sanitaria ha comunque messo in evidenza anche dei punti di forza delle nostre valli. Su quali intendete puntare?

«Sì, oltre alle debolezze sono emerse anche delle potenzialità. Abbiamo visto che in questi mesi posti come il monte Matajur, passo Tanamea, il monte Bernadia e altri ancora sono stati presi d’assalto da escursionisti e gitanti. Abbiamo ambienti che non temono paragoni, in quanto molto peculiari e in alcuni casi unici per paesaggio, flora e fauna. Ad esempio disponiamo di boschi meravigliosi, ma poco utilizzati. Tutto questo, abbinato all’enogastronomia, va messo in rete tramite sentieri, piste ciclabili, adeguata promozione».

Sul modello del Posočje (alta valle dell’Isonzo) in Slovenia?

«Noi guardiamo sempre con piacere a quella realtà. Ho rapporti ottimi con il Comune di Bovec, con il quale Tarcento è gemellato da molti anni, e ho contatti anche con Kobarid. C’è tanto da imparare da loro, che con questo tipo di turismo sono partiti prima di noi e hanno saputo valorizzare e sfruttare le possibilità meglio di quanto abbiamo fatto finora noi».

Il cluster transfrontaliero intendeva far fruttare quel successo.

«Avevamo riposto molte speranze in quel progetto, ma purtroppo non ha avuto lo sbocco desiderato. Come Comunità di montagna dovremo riprendere il discorso. Non a caso il coordinatore del cluster, Alan Cecutti, è membro del nostro Comitato esecutivo. Il suo compito è di sollecitare tutti sulla questione».

Come vede il rapporto tra territorio montano e territorio pianeggiante?

«L’immagine che mi viene in mente è quella del fratello minore che guarda a quello maggiore con ammirazione, a volte addirittura invidia, e volontà di emulazione per restare poi deluso. È vero che in passato c’è stato qualche atteggiamento di singoli politici che può avere danneggiato i comuni montani, ma non dimentichiamo che montagna e pianura sono interconnessi e, per ovvi motivi, hanno bisogno l’una dell’altra, perché certe attività produttive non possono essere pensate in montagna e viceversa. Purtroppo dopo il terremoto l’agricoltura in montagna è stata abbandonata, perché non c’erano i presupposti di sostenibilità economica, mentre ora, grazie alle nuove dinamiche agrituristiche, può produrre reddito, favorendo la permanenza o il ritorno delle famiglie».

Come giudica la politica della Regione nei confronti delle valli del Natisone e del Torre?

«Personalmente sono stato contrario alla costituzione delle Uti, soprattutto perché si trattava di un’imposizione, ma devo dire che tutte le amministrazioni regionali nei fatti hanno sostenuto la montagna. Qualcuno lo ha evidenziato di più, qualche altro di meno. L’attuale governo del Friuli Venezia Giulia ha avuto attenzione per questa parte della montagna e sono fiducioso che continui ad averla».

È d’accordo con la proposta dei consiglieri regionali Giuseppe Sibau ed Emanuele Zanon, di concerto con l’assessore Stefano Zannier, per una nuova legge specifica sulla montagna?

«Sibau me ne ha parlato, ma non conosco i dettagli. Certamente potenziali leggi e misure che possano portare beneficio al nostro territorio mi trovano favorevole. Vorrei uno strumento legislativo snello, di pochi articoli, velocemente e facilmente applicabile. Due dovrebbero essere le direttrici: dare personale e risorse economiche. È brutto non avere finanziamenti, ma, credetemi, è ancor peggio avere soldi da utilizzare e non poterli investire sul territorio perché non c’è chi porta avanti i progetti».

In tredici dei quindici comuni che compongono la Comunità è riconosciuta la presenza della minoranza slovena, in diversi di quella friulana. Come intende valorizzare questa ricchezza?

«Sono improntato al massimo rispetto delle norme previste dalle leggi e aperto ai suggerimenti e agli stimoli che arriveranno dai colleghi che questa realtà plurilingue e pluriculturale conoscono meglio di me. Troveranno la mia porta sempre aperta».

Intanto però il logo della comunità è solo in italiano…

«Sì è solo in italiano per ragioni di spazio. Sotto c’è anche la dicitura in sloveno Skupnost gorskega območja Nadiža in Ter e in friulano Comunitât di mont dal Nadison e de Tor». (Ezio Gosgnach)

Skupščina 15 županov je soglasno izvolila novega predsednika Skupnosti gorskega območja Nediža in Ter, ki je Mauro Steccati. Župan Občine Čenta prihaja iz vrst desne sredine in je star 64 let. Župan Občine Špietar, Mariano Zufferli, je pa podpredsednik.

V tem pogovoru nam je Steccati razkril svoje poglede. V zadnjih letih je za krajevne avtonomije večkrat prišlo do reform, tako se zdaj spet navadijo na nove razmere.

Pereče vprašanje je krajevna policija, saj bo treba izpeljati razpise, da bi pridobili potrebno osebje. Gorsko območje Terskih in Nediških dolin zaznamujejo razpršene vasi; zagotavljati potrebne storitve je zato zahtevno. Steccati se bo naslonil na župane, ki dobro poznajo območja. Za zdaj je zanj pomembno spraviti v delovanje SGO Nediža in Ter pred koncem pandemije.

Steccati bo stavil na vrednotenje narave in gastronomske ponudbe Terskih in Nediških dolin, sicer vključno s potmi in kolesarkimi stezami. Naučili naj bi se tudi od bližnjih krajev v Posočju, še posebej od Bovca in Kobarida. Nov zagon naj bi doživel tudi projekt čezmejnega grozda med občinami. Po Steccatiju sta gorsko in nižinsko območje tesno povezani; preko kmečkega turizma bi lahko tudi v gorskem območju kmetijstvo doživelo nov zagon. Steccati misli, da so doslej vse deželne uprave podprle gorska območja; sedanja deželna uprava je pa precej pozorna na Terske in Nediške doline.

Tudi novi predsednik SGO Nediža in Ter se strinja s predlogom novega zakona za gorsko območje, ki ga pripravljata deželna svetnika Giuseppe Sibau in Emanuele Zanon v soglasju z deželnim odbornikom Stefanom Zannierjem. Zakon bi pa moral zagotoviti potrebno osebje in sredstva.

V 13 od 15 občinah, ki sestavljajo novo SGO, je uradno priznana prisotnost slovenske manjšine, v raznih tudi furlanske. Z ozirom na vrednotenje manjšinskih jezikov bo Steccati ukrepal ob spoštovanju zakonov. Logotip SGO Nediža in Ter je pa za zdaj zagledal luč le v italijanščini. Zaradi prostorske stiske, nam je povedal Steccati.

Deli članek / Condividi l’articolo

Facebook
WhatsApp