Visita del prefetto agli sloveni_Prefektinja obiskala Slovence

pref1Venerdì 21 marzo il prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo, ha visitato la comunità slovena della provincia di Udine. Il prefetto ha iniziato la sua visita incontrando la dirigente dell’istituto scolastico bilingue, Živa Gruden, e i rappresentanti dei genitori. In seguito ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni slovene della provincia di Udine, SSo e Skgz, e il direttivo dell’Istituto di cultura slovena. I presidenti provinciali di Sso e Skgz, Giorgio Banchig e Luigia Negro, hanno presentato al prefetto Raimondo il seguente documento.

“Gentile Signora Prefetto,

cogliamo l’occasione della sua gradita visita per farle presente alcune richieste in attesa di accoglimento e alcune questioni aperte che vanno risolte per il bene e la crescita della nostra comunità e a vantaggio di tutta la comunità regionale, pregandola di farsene interprete e portavoce presso le autorità competenti.

1. Sede dell’Istituto comprensivo statale bilingue italiano-sloveno di San Pietro al Natisone.

Nel corso del recente incontro con il Commissario del Governo per il Friuli Venezia Giulia, dott.ssa Francesca Adelaide Garufi, al quale hanno partecipato sindaco e amministratori del Comune di San Pietro al Natisone, la dirigente dell’Istituto comprensivo statale bilingue, i rappresentanti dei genitori degli alunni, i presidenti delle organizzazioni slovene SKGZ e SSO, è stato affrontato il problema della futura collocazione della scuola ora dislocata in tre sedi. La proposta dei rappresentanti dei genitori, sostenuta dalla dirigenza dell’Istituto bilingue e dalle organizzazioni slovene e non ostacolata dall’amministrazione comunale proprietaria dello stabile, di trasferire la scuola nella Casa dello studente in seguito ad una sua adeguata ristrutturazione ha incontrato le perplessità della dott.ssa Garufi che ha prospettato il rischio che i finanziamenti del CIPE non possano essere facilmente dirottati sul nuovo progetto e che comunque la pratica comporterebbe un allungamento dei tempi. La dott.ssa Garufi si è impegnata a verificare nelle prossime settimane la fattibilità di tale proposta in tempi ragionevolmente brevi. Le organizzazioni slovene auspicano che il progetto dei rappresentanti dei genitori possa essere realizzato in quanto la vecchia struttura risulta già attualmente insufficiente ad accogliere tutte le classi dell’Istituto e non ha alcuna possibilità di ulteriori ampliamenti.

2. Estensione dell’insegnamento bi-trilingue in Provincia di Udine

Un numero crescente di genitori degli alunni e alcune amministrazioni comunali della fascia confinaria che rientrano nel territorio di tutela della minoranza slovena in Provincia di Udine, hanno avanzato l’esigenza di estendere l’insegnamento bilingue (italiano-sloveno) nei Comuni di Taipana e Lusevera e trilingue (italiano-sloveno-tedesco) nei Comuni di Tarvisio e Malbolghetto-Valbruna. Le organizzazioni slovene prendono atto con soddisfazione di tale richiesta auspicando che trovi soddisfazione in tempi rapidi. Resta aperta la questione se le nuove scuole bilingui possano essere istituite nell’ambito dell’Istituto comprensivo monolingue di Tarcento, come proposto dal Comune di Taipana con il sostegno delle amministrazioni viciniori, o debbano dipendere dall’Istituto comprensivo statale bilingue di San Pietro al Natisone, come richiesto dal Comune di Lusevera. Pur non entrando nel merito della questione, che comunque dovrà essere risolta nell’ambito delle leggi e delle normative vigenti, e nel rispetto delle istanze che emergono dal territorio, le organizzazioni slovene ritengono che l’esperienza trentennale dell’Istituto di San Pietro al Natisone rappresenti una garanzia per un efficace avviamento della scuola bilingue in quei Comuni.

3. Istruzione superiore bilingue

Un crescente numero di genitori avverte la necessità che i loro figli, terminata la scuola secondaria di primo grado, possano accedere all’istruzione di secondo grado in modo da affrontare con la dovuta preparazione eventuali studi presso le università slovene. Quanti scelgono di frequentare gli istituti superiori sloveni devono recarsi a Gorizia affrontando notevoli disagi dovuti alla distanza. I genitori degli studenti e le organizzazioni slovene auspicano che vengano istituiti indirizzi di studi superiori attraverso la collaborazione delle istituzioni scolastiche della Valle dell’Isonzo in Slovenia e attingendo ai fondi dei progetti europei.

4. Ufficio per i cittadini di lingua slovena a Cividale del Friuli

Il comma 4 dell’articolo 8 della legge di tutela della minoranza slovena prevede che «Nelle zone centrali delle città di Trieste e Gorizia e nella città di Cividale del Friuli, invece, le singole amministrazioni interessate istituiscono, anche in forma consorziata, un ufficio rivolto ai cittadini ancorché residenti in territori non previsti dall’articolo 4» che definisce l’ambito territoriale della tutela. Mentre nelle città di Trieste e Gorizia questi uffici sono stati aperti, a Cividale del Friuli la disposizione della legge non è stata ottemperata ed attualmente alcune funzioni di tale ufficio sono affidate temporaneamente tramite apposita convenzione dal Comune al Circolo di cultura Ivan Trinko. In base agli impegni assunti dall’amministrazione comunale in diverse occasioni, in particolare ai risultati emersi durante l’incontro tra vari soggetti istituzionali avvenuto il 15. 09. 2010 con il prefetto di Udine, dott. Ivo Salemme, e il parere espresso dalla Prefettura sull’emissione delle carte d’identità bilingui in data 08. 08. 2011, le organizzazioni slovene auspicano che l’ufficio per i cittadini di lingua slovena venga aperto al più presto in collaborazione con gli enti e le amministrazioni interessate.

5. Consulta per i problemi della minoranza slovena

L’articolo 21 della legge di tutela stabilisce che «l’assetto amministrativo, l’uso del territorio, i piani di programmazione economica, sociale ed urbanistica e la loro attuazione anche in caso di espropri devono tendere alla salvaguardia delle caratteristiche storico-culturali». A tal fine, d’intesa con il Comitato paritetico per l’attuazione della legge di tutela, «negli organi consultivi competenti deve essere garantita una adeguata rappresentanza della minoranza slovena». Poiché in provincia di Udine questo articolo della legge è del tutto disatteso, gli amministratori di lingua slovena e le organizzazioni SKGZ e SSO intendono costituire una Consulta di carattere consultivo per i problemi della comunità linguistica slovena delle Valli del Natisone, Valli del Torre, Resia e Valcanale che esprimerà pareri in merito ai problemi della comunità slovena e chiederà di essere obbligatoriamente interpellata dagli enti pubblici nei casi previsti dalla legge. In particolare la Consulta interverrà in merito alle proposte sulla riforma regionale degli enti locali che non potrà prescindere dalle norme della legge 38/2001 (e in particolare dall’articolo 21).

6. Sviluppo sociale ed economico

L’articolo 21 prevede anche l’attuazione di «interventi volti allo sviluppo dei territori dei comuni della provincia di Udine compresi nelle comunità montane del Canal del Ferro – Val Canale, Valli del Torre e Valli del Natisone, nei quali è storicamente insediata la minoranza slovena» l’erogazione di 516.456,899 euro. Nello spirito della legge tale somma doveva essere destinata in particolare alle imprese agricole, artigianali e turistiche nonché agli enti ed organizzazioni slovene finalizzati a consolidare e creare posti di lavoro, al fine di contribuire a fermare la gente sul territorio e arginare il fenomeno sempre presente dell’emigrazione. Purtroppo le amministrazioni comunali hanno usato tali contributi per la realizzazione di opere pubbliche che potevano essere finanziati attingendo ad altre leggi. Le organizzazioni slovene chiedono che la somma venga destinata alle imprese e organizzazioni locali per progetti volti allo sviluppo dei territori e ne venga adeguatamente aumentata l’entità in modo da colmare il calo del valore dovuto all’inflazione e costituire un fondo di efficace intervento per avviare e sostenere attività produttive in particolare nel territorio montano.

7. Comitato istituzionale paritetico

E’ in corso in queste settimane, sia a livello di governo centrale che a livello regionale, l’iter per il rinnovo del Comitato istituzionale per i problemi della miniranza slovena, istituito ai sensi delle legge 38/2001. Trattandosi di un meccanismo di nomina molto complesso che potrebbe allungare i tempi, mentre il vecchio Comitato è di fatto scaduto, e considerata l’importanza dell’organismo le chiediamo un suo intervento perchè si acceleri l’iter di nomina a tutti i livelli istituzionali.”

 

V petek 21. marca je prefektinja iz Vidna Provvidenza Defina Raimondo obiskala Slovence v videnski pokrajini. Narpriet je obiskala sedež dvojezične šuole v Špietru. Srečala se je z direktorco Živo Gruden in s predstavniki staršu. Natuo je srečala predstavnike slovenskih organizacij Sso in Skgz ter vodstvo Inštituta za slovensko kulturo v Špietru. Prefektinja se je na koncu ogledala multimedijsko okno Smo.

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