Varuha naših gozdov_Custodi dei nostri boschi

Un rapace notturno e un insetto diventeranno delle speciali «guardie forestali» per monitorare la salute dei boschi della Slavia Friulana, del Carso e della valle dell’Isonzo e la loro capacità di essere grandi generatori e polmoni di biodiversità. L’Allocco degli Urali e la Rosalia sono stati infatti «ingaggiati» dal progetto Interreg Italia-Slovenia E-Nat2Care, al quale prende parte l’Università di Udine con altri 5 partner italiani (il Parco regionale delle Prealpi Giulie) e sloveni (l’Università del Litorale di Capodistria, il parco naturale Škocjanske jame, l’Istituto nazionale per la biologia della Slovenia) e che prevede una spesa complessiva di 741 mila euro.

Gli obiettivi del progetto sono molto ampi e articolati: in Val di Resia e nel resto del territorio del Parco regionale delle Prealpi Giulie riguarderanno soprattutto il monitoraggio delle acque di fiumi, laghi e torrenti come indicatori di biodiversità, mentre nelle Valli del Natisone e del Torre si guarderà soprattutto all’importanza dei boschi nella difesa e valorizzazione della ricchezza della natura. L’obiettivo è quello di trovare degli indicatori naturali della salute del territorio che possano essere poi monitorati su entrambi i versanti del confine.

Perché l’Allocco degli Urali e la Rosalia? «Entrambi abitano e prosperano nei boschi a più alto livello di naturalità – spiega il prof. Stefano Filacorda, coordinatore del dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine –, nel quale prospera e si diffonde la biodiversità. Proprio l’habitat preferito dell’Allocco e della Rosalia». Attenzione, però, a non equivocare. Il bosco di cui si parla non è quello abbandonato, impenetrabile perché soffocato da rovi. «Lo sviluppo dei rovi si genera dal taglio indiscriminato del bosco – spiega Filacorda –. La presenza di luce che segue al disboscamento favorisce la crescita incontrollata al suolo di svariate specie arboree che soffocano il sottobosco».

Il bosco che tutela la biodiversità ha invece caratteristiche del tutto diverse: «È una foresta secolare, dove vi è la presenza di alberi da alto fusto, con grandi quantità di legno marcescente al suolo (derivato dalla naturale caduta di rami e di alberi) che garantisce il nutrimento e la sopravvivenza di innumerevoli specie animali e vegetali e, trattenendo l’umidità, contribuisce anche a contrastare il cambiamento climatico».

Il disboscamento incontrollato, gli incendi (come quelli che hanno interessato negli anni scorsi il Carso e il Canal del Ferro) e la crescita della temperatura sono i principali nemici di questo bosco virtuoso. Osservando la diffusione dell’Allocco degli Urali e della Rosalia si potrà così avere un indicatore molto valido dello stato di salute dei boschi. «Le Valli del Natisone e del Torre partono da una straordinaria situazione di ricchezza della biodiversità – spiega il prof. Filacorda –. In una regione già ricchissima di specie animali e vegetali come il Friuli-Venezia Giulia, presentano una grandissima varietà di ambienti e sono quindi un vero e proprio santuario della biodiversità. E lo dimostra il fatto che l’ambito del monte Mia e del Monte Vogu sono zone di elezione per l’Allocco degli Urali, indice di una biodiversità strutturale. Molto importante è la presenza delle faggete, perché le esplosioni di faggiola che producono favoriscono la riproduzione e la crescita dei micromammiferi che sono il principale nutrimento per l’Allocco, favorito anche dalla presenza di piante secolari molto alte, dove può nidificare».

Rosalia alpina

È un coleottero della famiglia Cerambycidae, detta anche Cerambice del faggio, caratterizzato dalla sua colorazione nera e blu e per i ciuffi neri presenti sui segmenti delle antenne. La lunghezza del corpo può raggiungere i 4 centimetri. Il suo habitat naturale è quello delle foreste di faggio fino ad una altitudine di 1600 metri. La sua larva preferisce le parti legnose esposte al sole , dove scava gallerie nella zona superficiale del legno. Lo sviluppo della larva richiede ben tre anni, per cui essa predilige alberi di grossa dimensione abbattuti al suolo da poco, ceppi o parti morte d piante sane. Gli esemplari adulti compaiono e sono osservabili ad inizio estate, in giugno-luglio, preferibilmente su tronchi di faggio, visto che si mimetizzano molto bene con la sua corteccia. La direttiva europea Habitat la indica come specie che richiede una protezione rigorosa e la designazione di zone speciali di conservazione, visto che soffre nelle zone antropizzate.

Allocco degli Urali

È un rapace notturno della famiglia Strigidae. Si caratterizza per le grandi dimensioni (può infatti pesare più del doppio degli altri esemplari della sua categoria e misura fino a 50 cm di altezza). La colorazione dell’ala inferiore e della coda ricorda quella dei giovani falchi. Le Valli del Natisone sono l’unica area in cui è certificata la presenza stabile dell’Allocco (solo qualche avvistamento sporadico in Veneto), arrivato qui dalle Alpi dinariche tra Croazia e Bosnia. Il suo areale di presenza è molto più settentrionale, in una fascia compresa tra Scandinavia, Russia settentrionale e Siberia (di qui la denominazione “degli Urali”), fino a Corea e Giappone settentrionale. L’Allocco non fa un suo nido, ma approfitta di cavità presenti in grossi alberi, oppure occupa nidi lasciati da altri uccelli ma perfino tane di tassi o lepri. Nidifica in febbraio, e per farlo si sposta nella zona più a sud del proprio areale (le Valli del Natisone sono quindi in una zona ottimale per la riproduzione). Maschio e femmina, una volta accoppiati, stanno insieme tutta la vita e producono in media 2-3 piccoli l’anno, che rimangono nel nido circa tre mesi. (Roberto Pensa)

Uralna sova (Strix uralensis) in hrošč alpski kozliček (Rosalia alpina) bosta pokazala dejansko stanje beneških gozdov v sklopu čezmejnega projektaInterreg Italija Slovenija E-NAT2CARE. Cilj projekta je zagotoviti dejanske in inovativne aktivnosti v okviru čezmejnega upravljanja habitatnih tipov in živalskih vrst, zlasti tistih, ki se z lahkoto premikajo iz ene države v drugo. Prof. Stefano Filacorda z videnske univerze vabi k sodelovanju gozdarske, kmetijske in turistične delavce iz Benečije.

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