Un’Unione per la Slavia Friulana che vada da Lusevera a Prepotto

 
 
L'argomento è rinviato a «una prossima riunione». Lo scarno comunicato della seduta del 15 marzo della Quinta commissione consiliare regionale, quella che si occupa delle autonomie locali, a proposito dell'esame del disegno di legge sull'istituzione delle Unioni dei comuni montani in luogo delle commissariate Comunità montane, la dice lunga sulla situazione di stallo in cui versa la riforma varata dalla Giunta. Lo scontro è tra Pdl e Lega. Il partito del presidente Renzo Tondo è a favore del ritorno agli enti montani (su nuove basi e con nuove competenze) ante riordino del 2002; per i comuni della minoranza slovena le unioni sarebbero tre: Valli del Natisone, Valli del Torre e Canal del Ferro-Val Canale. Il Carroccio, invece, vuole che le competenze per il territorio montano siano in capo alle province.
Il dissenso si era manifestato già in seno all'esecutivo regionale, con gli assessori leghisti Claudio Violino e Federica Seganti astenuti sul disegno del titolare delle Autonomie locali, Andrea Garlatti. Il confronto a muso duro tra Pdl e Lega si è quindi trasferito in Consiglio regionale, dove anche le opposizioni di centrosinistra hanno manifestato forti perplessità sul disegno di legge. Il rinvio sine die dell'esame in commissione non lascia presagire una soluzione. Sicuramente se ne riparlerà dopo le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. Il capogruppo del Pdl, Daniele Galasso, ha detto di voler portare a casa la riforma prima della pausa estiva, ma ben difficilmente sarà così.
Nel frattempo negli ambienti politici della Slavia l'argomento tiene banco. Particolarmente attivo è l'ex presidente della Comunità montana Giuseppe Firmino Marinig, ora consigliere di opposizione nel Comune di San Pietro. L'idea è forte e chiara: «In attuazione del federalismo che non è solo fiscale, ma con evidenti riferimenti all'identità culturale e linguistica, alla situazione socio-economica ed orografica, si propone l'istituzione di una Unione montana dove è fortemente presente la comunità linguistica slovena (da Lusevera a Prepotto) denominata Slavia Friulana».
Assieme ad altri amministratori locali, Marinig ha redatto un documento che corregge il testo della Giunta regionale, proponendo di «modificare la denominazione Unione montana del Natisone in Valli del Natisone o, meglio ancora, nello storico nome di Slavia Friulana» e di «rivedere i criteri di montanità per poter indirizzare tutti gli investimenti previsti alle aree più marginali e spopolate del territorio montano. Solo a queste condizioni — si afferma — si possono accettare le presenze dei grossi comuni di fondovalle nel nuovo ente montano».
Si chiede, poi, l'eliminazione del voto ponderale per l'approvazione dello statuto e l'acquisizione del parere dei consigli comunali. Quanto agli organi del nuovo ente montano, si preferirebbe un'assemblea eletta direttamente dai cittadini e la presenza in essa delle minoranze in percentuale del 30 per cento. In ogni caso, non è accettabile «un'assemblea dell'Unione montana completamente svuotata da funzioni e competenze che, invece, vengono attribuite al direttore nella gestione dell'ente».

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