Le lingue in Valcanale_Jeziki so prednost

15posvetspletIl convegno dal titolo «Valcanale – Kanaltal – Kanalska dolina – Valcjanâl – Le lingue storiche della Val Canale: un passaporto per il futuro», organizzato per il 14 dicembre al Palazzo Veneziano di Malborghetto/Naborjet, promosso congiuntamente dall’associazione slovena «Don Mario Cernet» e dal circolo tedesco «Kanaltaler Kulturverein» ha goduto di un buon riscontro di pubblico – sebbene concomitasse con altri eventi in regione, fra cui, soprattutto, l’inaugurazione della finestra multimediale Smo a San Pietro al Natisone/Špietar. Fra il pubblico, anche Alessandro Oman, sindaco di Malborghetto-Valbruna/Naborjet-Ovčja vas e Sandro Quaglia, in rappresentanza della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso. Negli indirizzi di saluto i presidenti dell’associazione/združenje «Don Mario Cernet» e del circolo tedesco «Kanaltaler Kulturverein», Antonio Sivec ed Alfredo Sandrini, hanno specificato le intenzioni che li hanno portati ad intraprendere il percorso comune di organizzazione del convegno, ovvero sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla necessità di garanzia d’istruzione delle lingue locali ed, altresì, sottolineato come per l’evento sia stata effettivamente possibile, dopo tanto tempo, un’effettiva collaborazione su un percorso comune tra organizzazioni delle comunità slovena e tedesca locali, prima più difficile per motivi legati al percorso storico della zona. Dopo un intermezzo musicale in più lingue dei bambini della scuola primaria di Ugovizza/Ukve, hanno preso il via i lavori, con le relazioni a carattere storico di Antonio Sivec e Raimondo Domenig. Entrambi hanno presentato i punti salienti dell’evoluzione del sistema scolastico in Valcanale, il primo in merito allo sloveno, il secondo in merito al tedesco. Entrambi si sono particolarmente soffermati sul periodo che parte dal fascismo, che ha determinato la permanenza del solo italiano nelle scuole: nel ricordare come alcuni parroci locali ed istituzioni religiose, fra cui le suore di Camporosso/Žabnice, organizzavano con difficoltà attività che mantenevano in vita l’uso dello sloveno fuori casa, Sivec ha sottolineato come lo sloveno sia rientrato nelle scuole solo verso la fine degli anni Novanta, a seguito dell’avvio di diverse iniziative culturali a partire dagli anni Settanta. Domenig ha ricordato come l’istruzione del tedesco sia gradatamente riuscita ad entrare come cattedra nel sistema scolastico locale con l’aiuto della necessità economico-commerciale della sua conoscenza. Anche per il tedesco, molte problematiche sono dovute alle caratteristiche della riforma Gelmini, che prioritarizza l’inglese – comunque necessario. Domenig ha colto l’occasione per proporre di istituire la sede della sognata scuola trilingue nel comune di Malborghetto-Valbruna, dal momento che Tarvisio/Trbiž è già gravata da più infrastrutture scolastiche per cui fatica a reperire finanziamenti. È stato, quindi, proiettato un breve filmato sulle reazioni di bambini e ragazzi alla presenza delle diverse lingue minoritarie – friulano, sloveno e tedesco – nelle scuole, in cui hanno anche trovato spazio interviste a valcanalesi che hanno spiegato agli spettatori come la conoscenza o l’apprendimento di una o più fra le lingue minoritarie locali abbia rappresentato un sicuro vantaggio. Il filmato ha suscitato un certo riscontro d’interesse tra i presenti, che ne hanno discusso durante la successiva pausa caffè. A riprendere gli interventi è stata Živa Gruden, dirigente del polo scolastico bilingue di San Pietro al Natisone/Špietar, che ha parlato ai presenti dello sviluppo nel tempo dell’attività scolastica in italiano e sloveno nel centro delle Valli del Natisone – diversa rispetto a quella delle scuole con lingua d’insegnamento slovena delle provincie di Gorizia/Gorica e Trieste/Trst. Il polo conta, oggi, un nutrito numero di allievi anche da fuori le Valli del Natisone, che si avvicinano allo sloveno per i più diversi motivi. Il professore universitario Georg Gombos, della Facoltà di pedagogia dell’Università di Klagenfurt/Celovec, ha illustrato i vantaggi legati alla conoscenza di più lingue, specie rispetto alla conoscenza reciproca, alla più diretta interazione ed alla rimozione di pregiudizi reciproci. Antonio Pasquariello ha ricordato ai presenti l’impegno profuso negli anni dall’Istituto omnicomprensivo Bachmann per l’insegnamento delle lingue, anche con alcuni progetti Interreg messi in campo dall’istituto, come l’Italia-Austria Esco – Educare senza confini. Facendo le veci di Nataša Gliha Komac, presidente del circolo culturale sloveno «Planika», il vicepresidente, Rodolfo Bartaloth, ha da un lato espanso il discorso inizialmente introdotto da Antonio Sivec sulla tematica dell’istruzione in sloveno, per poi enunciare al pubblico le attività promosse, nel corso degli anni, da parte del proprio sodalizio culturale. Luis Thomas Prader, ex dirigente scolastico altoatesino ed ex membro del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione, ha per ultimo portato ai presenti alcune considerazioni sullo sviluppo delle competenze linguistiche in tedesco ed italiano e sulle opportunità offerte dal bilinguismo italiano-tedesco (specie dal patentino di bilinguismo) in Sudtirolo, sempre maggiori rispetto a quelle di chi ha buona dimestichezza solo in una lingua. L’intervento di Prader ha, comunque, ricordato ai presenti l’avanzata tutela linguistica altoatesina, lontana anni luce da quella valcanalese. Il convegno è stato moderato dal professor Roberto Dapit, docente di letteratura, storia ed antropologia slovena all’Università di Udine. Il convegno, durante il quale sono stati proiettati i filmati dei laboratori linguistici di sloveno e tedesco tenutisi per gli alunni il giorno prima, è stato organizzato dall’associazione slovena «Don Mario Cernet» e dal sodalizio tedesco «Kanaltaler Kulturverein», col contributo della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia (su interessamento dell’associazione Don Eugenio Blanchini), la collaborazione dell’Istituto Ingeborg Bachmann di Tarvisio ed il patrocinio dei Comuni di Tarvisio e Malborghetto-Valbruna e della Comunità montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale.

 

Dan pred posvetom o večjezičnosti in z njim povezane so se v naborješki Beneški palači odvijale jezikovne delavnice v slovenščini in nemščini, ki so se jih udeležili učenci iz šol v Kanalski dolini. Za organiziranje dejavnosti, ki so se odvijale s podporo trbiškega zavoda «Ingeborg Bachmann», so skrbele učiteljice iz krajevnih šol Alma Hlede in Eva Gregorčič za slovenščino in Annamaria Tributsch in Donatella Sacchet s sodelavcama Nicoletto in Dolores Hibler za nemščino. V okviru delavnic v slovenskem jeziku je šlo o drevesih in grmovjih v Kanalski dolini. Eva Gregorčič in Alma Hlede sta delali v glavnem z učenci ukovške osnovne šole (sicer s tretjim razredom v celoti in z desetimi iz četrtega in petega razreda) in z nekaterimi najstarejšimi. Narisali so vse to, kar raste, dramatizirali švedsko povest, v kateri razlagajo, zakaj smreki ne odpadejo listi in drugim pa ja. Nekateri so govorili o šipku; kuhali šipkov čaj in pokusili šipkovo marmelado; se pogovarjali o bukvu in ga narisali ali opravili podobne dejavnosti. Najstarejši so delali v okviru delavnice o drevesu skozi leto – še posebej o gloku, lipi, bukvu, šipku in leski. Dejavnosti v okviru jezikovnih delavnic v nemščini so se začele že veliko prej, saj so tri jezikovne delavnice učiteljice organizirale že meseca novembra. Večina udeležencev se še vedno pripravi na izpit »Fit in Deutsch« in jezikovna delavnica, ki so jo izvedli v Beneški palači, je v bistvu bila že četrto srečanje. Načelo po delavnici je bilo, da so se učenci lahko bolj sprostljivo naučili in to se je sicer dogajalo s pomočjo sodelavc Nicolette in Dolores Hibler. Ti dve sta bili gostji v popoldanskih urah s tematikami, ki bi lahko bile zanimive za učence. Delavnice so izvedli o nekaterih tematikah, ki so lahko bile zanimive za učence (kot moda, šport in jezik novinarstva). Z razliko od treh prejšnjih srečanj, so se delavnice v nemščini v Beneški palači lahko udeležili tudi učenci, ki so se za to pozanimali – se pravi ne samo tisti, ki so se pripravili na izpit »Fit in Deutsch«. Tudi dijaki Zavoda Bachmann so izvedli jezikovne delavnice – sicer že prej in pod vodstvom profesorja Franca Baritussija. Dejavnosti so bile povezane z dokumentarcem o zgodovini smučanja – za kateri so dijakinji Cristina Pellegrina in Caroline Rettenbacher skrbele za branje podnaslovov v slovenskem in nemškem jeziku, da so potem dobile slovensko in nemško verzijo dokumentarca, sicer s končno pomočjo kolegov. Del materialov, ki so jih učenci in dijaki pripravili, je naslednji dan bil na ogled med posvetom; najstarejši učenci, ki so se udeležili dejavnosti, so obenem prejeli potrdilo s kreditnimi točkami.

 

 

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