Tipajski podžupan Berra odstopil_Berra si è dimesso: «No all’Uti»

5BerraTipajski podžupan Elio Berra, ki je celih 15 let do lani vodil občino kot župan, je danes (20. avgusta) odstopil. Petnajstdnevniku Dom je povedal, da se je za ta korak odločil, ker v statutu Terske medobčinske unije slovenska manjšina ni niti omenjena in ni nobedne skrbi za gorsko področje. Župan Claudio Grassato obžaluje Berrov odstop in pravi, da ga bo poskusil obdržati na položaju. Obenem priznava, da glede medobčinskih unij imata drugačne poglede.

Bufera nell’amministrazione del Comune di Taipana. Lo statuto della nascente Unione territoriale intercomunale (Uti) del Torre ignora la minoranza linguistica slovena e trascura il territorio montano, Elio Berra non ci sta e rassegna le dimissioni da vicesindaco e assessore. Mantiene l’incarico di consigliere comunale, ma d’ora in poi voterà secondo coscienza. «Di sicuro il mio voto sarà contrario allo statuto dell’Uti. So bene che votare sì o votare no è la stessa cosa nei Comuni sotto i tremila abitanti, però tra qualche anno, quando si vedrà il disastro prodotto, potrò almeno dire: io non ho votato, sono stati altri a farlo», afferma al quindicinale Dom. Per la maggioranza che guida Taipana il colpo politico è forte. Berra è stato sindaco per quindici anni dal 1999 al 2014 (oltre che dal 1984 al 1985) e l’anno scorso, non potendosi ricandidare, era stato il promotore della lista «Uniti per rinascere» che ha vinto le elezioni con il sindaco Claudio Grassato. L’attuale primo cittadino è stato colto di sopresa dalle dimissioni del suo vice e annuncia di voler tentare di ricucire con Berra per mantenerlo in giunta. «È stato sindaco per tre mandati, nell’ultimo sono stato suo assessore e stamattina (20 agosto) mi sono trovato davanti alle sue dimissioni. È un uomo valido, al quale sono legato da rapporti che vanno oltre l’amministrazione. Voglio lasciargli la porta aperta».  Da parte sua, Berra spiega al Dom: «Nella lettera che ho consegnato  non c’è il motivo delle dimissioni, ma uno dei motivi che mi hanno spinto a fare un passo indietro è proprio lo statuto dell’Uti. Voglio dare un segnale, non possono costringermi a votare a favore dopo anni di commissariamento delle Comunità montane e di assenza di politiche per la montagna. In 14 anni ci hanno distrutti e adesso vogliono raccogliere i cocci nel cestino. Io non sono ancora un animale da circo pronto a obbedire agli ordini del padrone di turno. Nello statuto dell’Uti che si va ad approvare non c’è montagna, non c’è minoranza slovena, ma solo riferimenti generici. Che forza contrattuale possiamo avere, quando non valiamo niente? Nella vecchia Comunità montana Valli del Torre Taipana e Lusevera avevano garantito un posto nel direttivo, ora abbiamo un bel niente!». Replica Grassato: «È vero che con Berra sulle Uti abbiamo visioni diverse. Lui è contrario all’impostazione della riforma. Qualche perplessità ce l’ho anch’io, però la vedo come unica strada per salvare il Comune».

 

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