Taipana e Lusevera non ci stanno: così si tradisce la vera montagna

 
 
Ai sindaci di Taipana e Lusevera, Elio Berra e Guido Marchiol, la riforma degli enti locali montani non piace in due punti fondamentali: la definizione di territorio montano e l'applicazione del voto ponderale nelle Unioni che si andranno a costituire al posto delle Comunità montane.
Lo hanno fatto sapere a chiare lettere presentando un documento all'assemblea dell'1 dicembre a Udine.
Evidenziando che in buona parte condividono la proposta del tavolo di lavoro, i due primi cittadini affermano che «è una forzatura continuare ad usare il termine “montani” per tutti i Comuni in questione».
E spiegano: «Per quanto riguarda i comuni dell'ex Comunità montana del Torre, oltre a Taipana e Lusevera sono definiti completamente montani anche Magnano in Riviera, Nimis e Attimis; queste ultime attribuzioni sono a tutti gli effetti non veritiere, così come non è veritiero il fatto che Povoletto sia parzialmente montano».
Di conseguenza ritengono «imprescindibile che per gli interventi riferiti in modo specifico alla montagna sia finalmente il caso di definire esattamente di quale montagna si stia parlando, se solamente di quella vera o anche di quella che, nel nostro caso, nella pedemontana del Torre non esiste».
Pertanto chiedono «che un differenziale significativo nell'erogazione dei benefici ed incentivi a cittadini, imprese ed altri soggetti venga incontro a chi vive vere situazioni di disagio».
Constatando amaramente che «la montagna è stata fino ad ora solo un pretesto per drenare risorse in pianura», Berra e Marchiol sottolineano che «con le leggi e regolamenti attuali chi sceglie di vivere e lavorare in montagna fa una scelta di incoscienza o di eroismo secondo i punti di vista». Non può essere che incosciente o eroe, infatti, un giovane imprenditore agricolo che apre la propria attività a Lusevera o Taipana quando, per accedere ai benefici, «parte con il medesimo punteggio sia che intenda sviluppare la sua attività a Prossenicco come nella piana di Nimis o Faedis».
Dalla rimozione di questa ingiustizia «dipende se debba continuare o meno lo spopolamento della montagna, la sopravivenza di comunità secolari, ha attinenza con scelte individuali di speranza o di rassegnazione».
L'altro punto dolente per i sindaci di Lusevera e Taipana è la proposta di voto ponderale secondo la quale la popolazione conta per lo 0,7 per cento e il territorio per lo 0,3. Ciò, affermano Marchiol e Berra, «potrebbe essere per noi condivisibile se riguardasse decisioni che non si riferiscano a programmazione, risorse o progetti inerenti il territorio montano, perché in caso contrario nell'Ambito del Torre solo Taipana e Lusevera sono completamente montani, significherebbe che la pianura deciderebbe per la montagna ed in pratica solamente un comune deciderebbe per tutti… La montagna da noi non conterrebbe più nulla. Chiediamo il criterio nominale per tutti gli atti».
Berra, a titolo personale, stigmatizza anche l'atteggiamento dei colleghi delle valli del Torre. «I sindaci non hanno voluto confrontarsi con lo schema di disegno di legge proposto dalla Regione ed i due sindaci, di Tarcento e Faedis che ci rappresentavano al tavolo di lavoro non si sono confrontati con gli altri».

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