Conoscere, tutelare, valorizzare, dare senso alla struttura castellana nell'ambito del territorio: è questa la finalità degli scavi che dal 2003, a cura dell'Università di Udine, si stanno operando nell'area dell'antico castello di Ahrensperg, presso la chiesa di san Giacomo di Biacis, in comune di Pulfero. Lo ha affermato l'architetto Stefania Casucci, progettista del recupero e della «ricostituzione» del castello, nel corso della visita al cantiere degli scavi, che ha avuto luogo sabato 24 luglio. Non, quindi, un semplice recupero delle muraglie e dei manufatti ma la costituzione di un'area archeologica percorribile e fruibile attraverso non la ricostruzione, ma la ricostituzione di alcuni volumi, rendendo leggibili le parti «originali» da quelle aggiunte.
L'architetto Casucci ha insistito sullo studio e la valorizzazione di questo bene monumentale, che «ha una valenza economica», con l'intento di renderlo «un organismo architettonico attivo e uno strumento di conoscenza».
La prof. Simonetta Minguzzi, docente di Archeologia medioevale presso l'Università di Udine e direttrice degli scavi, ha illustrato i risultati raggiunti dalla campagna archeologica e alcuni dati storici su Ahrensperg. Le prime notizie sul castello, che spesso viene associato a quello di Antro, risalgono alla metà del 1200; nel 1306 venne assediato dal conte di Gorizia mentre nel 1364, nel contesto della guerra tra il patriarca di Aquileia e il duca d'Austria, fu distrutto. Ricostruito, in seguito venne probabilmente distrutto dal terremoto del 1511. Con il suo pietrame fu ricostruita la chiesa di san Giacomo, forse al posto di una cappella molto più antica presente nel perimetro castellano, assieme ad altri edifici adiacenti.
Durante gli scavi sono state rintracciate alcune strutture della cinta muraria con all'interno i ruderi di un grande edificio interrato con lati irregolari (10 x 10 m circa), su quale si trovano i resti del crollo delle strutture sovrastanti di due piani. I reperti, finora venuti alla luce, sono riferibili al '400: ceramiche di buona qualità, fibbie, uno sperone, decorazioni di un camino… A nord di questo fabbricato e a 13 mt. di distanza, dove inizia il dirupo, si eleva una torre (restaurata dalla Italcementi nel 1927) di forma quasi quadrata (3,10 x 3,40 m) con spessore di 80 cm e altezza sugli 8 m. Feritoie verticali in ogni lato; manca un ingresso che fu murato.
I risultati di questi scavi, ha sottolineato Sergio Gelmi di Caporiacco, presidente Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli-Venezia Giulia, dimostrano l'importanza del castello di Ahrenspeg e la bontà dell'opera di recupero e valorizzazione dovuta soprattutto alla «tenacia» di Giovanni Biasatti, proprietario dell'area. La visita agli scavi è stata coronata da un raffinato menu, con forti connotazioni locali, preparato da Marina e Maurizio della Gastaldia d'Antro.