Nato il gruppo degli slavisti_Nova skupina slavistov

Durante la loro prima uscita sui luoghi più significativi della memoria storica della Benecia hanno anche discusso sul nome da dare al loro gruppo i giovani che, in seno all’associazione culturale «don Eugenio Blanchini», hanno dato avvio ad una attività di studio e di ricerca sulla lingua, le tradizioni, la storia della comunità slovena della provincia di Udine. Dopo i primi incontri, infatti, la proposta di chiamarsi «Giovani slavisti» è parsa riduttiva di fronte agli interessi emersi, alle finalità che si sono prefissati e alle competenze che hanno acquisito con i loro studi e le attività che stanno svolgendo. Ma la lingua slovena, anche nelle sue declinazioni dialettali, rimane il caposaldo al quale fare riferimento nella convinzione che, mettendo in secondo piano o, peggio, ignorando la lingua, una minoranza diventa un gruppo folcloristico ostaggio della moda del momento, oggetto di curiosità di una platea più o meno compiacente e vasta; diventa preda delle mire e delle strumentalizzazioni politiche e motivo di contrasti e tensioni. È già successo e in parte continua a ripetersi, ma il clima è cambiato. I giovani non si lasciano prendere per il naso, vogliono conoscere, verificare, approfondire, confrontare; non si lasciano accalappiare dai riflessi degli specchietti che lanciano lampi ma non illuminano, da teorie che illudono ma sono senza fondamenta, da prospettive che possono affascinare ma subito si rivelano senza futuro. Questi giovani, oltre all’interesse per la realtà culturale della comunità slovena della provincia di Udine, vantano titoli accademici di dottorato o laurea magistrale conseguiti con studi e tesi spesso incentrate su argomenti che riguardano, direttamente o indirettamente, aspetti inerenti alla minoranza slovena. La competenza prima di tutto, quindi, per non lasciarsi ammaliare dalle sirene rapaci e imbroglione, ma anche una buona dose di curiosità, che spesso diventa origine e motore di ricerche, approfondimenti e scoperte. Non tutto, infatti, è stato detto e scritto; tanto rimane da indagare e studiare. La lingua in primo piano, dunque. Poi quanto dà fondamento all’identità culturale di una persona e di una comunità: la storia, le tradizioni, i rapporti con le realtà confinanti. Conoscere la propria storia è un diritto fondamentale come quello di parlare e avere l’istruzione nella propria lingua, a vivere sul proprio territorio; non conoscere la propria storia significa subire la colonizzazione della cultura dominante, non dare un senso ai monumenti, ai reperti, ai documenti che il tempo ha sedimentato e che si incontrano quotidianamente. E poi le tradizioni che rappresentano l’anima di un popolo, il collegamento con le generazioni passate, con il territorio e le sue forze, con i molteplici «spiritus loci» che lo popolano, con le stagioni, il lavoro, il paesaggio modellato dall’uomo. Infine, i rapporti con le realtà confinanti con le quali si condivide non solo il territorio e parte della cultura e della storia, ma anche gli stili di vita, una certa visione del mondo, i valori umani, le qualità positive e negative e perfino certi aspetti del carattere; ma soprattutto la conoscenza e il confronto con il vicino aiuta a conoscere, ad affinare e a rafforzare la propria identità. Un ventaglio di temi e interessi a tutto campo con il denominatore comune fatto di scientificità, serietà, competenza; nulla di improvvisato ma frutto di ricerche e di competenze; non solo lavoro individuale, ma confronto e messa a disposizione delle conoscenze e dei risultati delle indagini dei singoli. È qui la ricchezza e la forza e del gruppo che non si esaurisce al primo traguardo o alla prima difficoltà, ma si proietta e si rafforza nel tempo attirando altri elementi e ponendosi nuovi obiettivi. Il primo lavoro sarà quello di ricercare, catalogare, acquisire elettronicamente articoli, studi e immagini apparse nel quindicinale Dom e in altre pubblicazioni periodiche slovene e italiane, preparare una bibliografia sui vari temi oggetto di indagine. Nella convinzione che un’attività culturale, se non trova la strada per essere conosciuta, diffusa e seguita, rimane sterile ed accademica, i risultati delle ricerche verranno messe a disposizione con i mezzi di comunicazione conosciuti e usati dai giovani, ma potranno raggiungere anche quanti non hanno eccessiva dimestichezza con i computer. Al gruppo dei «Giovani…» buon lavoro!

Konac otuberja se je v okviru združenja Blankin rodila skupina slavistu. Nje namien je pomagati, de bi se slovenski jezik in kultura v Benečiji, Reziji in Kanalski dolini ovarvala in rastla. Mladi v skupini so zelo vzposobljeni, saj so skor vsi že magistrirali. Nekateri parpravljajo doktorat. Parjeli so že za dielo. V nediejo 10. novemberja so bli na znanstvenim izletu po Nediœkih dolinah. Vodu jih je predsednik Blankina Giorgio Banchig, ki je izvarsten poznavalec zgodovine in kulture Benečije. Poučni izlet se je začeu že zjutra par muostu v Barnasu v kraju – ankrat se je klicu »Broxas« –, kjer so nomalo liet od tega ušafali ostanke muosta, par katerim je bla v VII. stuoletju parva bitka med Slovani in Langobardi. Natuo jih je pot pejala v Bijača, kjer je pred cerkvijo sv. Jakoba laštra Landarske banke, se pravi simbol avtonomije Benečije v cajtah Benške Republike. V Bijačah so se ogledali tudi grad Ahrensperg. V zgodovinskih virah je tel grad parvič omenjen že leta 1274. Izlet je šu naprej v Landarski jami. Odtuod so mladi šli gledat italijansko kostnico v Kobarid in odtuod na Livek ter na Kolovrat, kjer so ostanki parve svetovne vojske. Na koncu so se ogledali cierkvico sv. Miklauža v Jagnjedu, kjer so ostanki grobou niemških vojaku, ki so v tistim kraju padli lieta 1917. V naslednjih tiednah bojo mladi slavisti šli tudi v Kanalsko dolino, v Rezijo in v Terske doline. Zaki se je rodila tela nova skupina? »Par- šla nam je tela ideja – so nam odgovorili, – zak’ je časopis Dom v skor pedesteih lietah zbrau veliko gradiva (materiala) na področjih kot so zgodovina, jezikoslovje-linguistika in navade na območju videnske province, kjer živi slovenska manjšina. Vse tuole gradivo je trieba dati kupe, urediti in digitalizirati takuo, de bo k nucu raziskovalcam, kulturnim dielucam in vsiem tistim, ki se zanimajo za tele reči.« Lahko bo nucalo tudi turističnim dielucam, de bi parpravli koledar tradicionalnih prirediteu, ki v razinih krajeh Benečije, Rezije in Kanalske doline skuoze celuo lieto. Saj je prù poznati pravi pomien telih navad in jih spejati v pravi obliki. »Upamo, de bomo z našin dielam lahko pomagali k rasti zanimanja do slovenske manjšine v videnski provinci in tudi in k razvoju raziskavonja na telim področju – poudarjajo slavisti –. Ideja po ustanovitvi skupine je zbudila veliko zanimanje, saj nas se je na parvi seji, ki je bla 24. otuberja v Čedadu, zbralo lepuo število. Parhajamo iz različnih kraju videnske province, kjer živjo Slovenci, iz Italije, Slovenije, Poljske. Skor vsi smo že magistrirali, nekateri parpravljajo doktorat.« Tela skupina je velika pardobitev za Slovence v videnski provinci, saj pogrešamo ljudi, ki strokovno dielajo za rast slovenskega jezika in kulture. Puno liet takih strokovnjaku nie bluo med nami. Sada pa gre na buojš tudi na telim področju.

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