Macchè rumore._Qui va monitorato il silenzio

Tra gli ultimi respiri che la Comunità montana del Torre, Natisone e Collio sta esalando in vista della soppressione dopo l’approvazione della legge regionale che riordina gli enti locali in territorio montano, fa molto rumore – è proprio il caso di dirlo – l’accordo per la redazione del «Piano comunale di classificazione acustica» di concerto con la Comunità montana della Carnia e la Comunità collinare del Friuli.

La decisione è del commissario straordinario che, con una nota, informa che l’ente «si farà carico di predisporre i piani di zonizzazione dei territori comunali del comprensorio (pari a 25 comuni), suddividendo le aree del territorio comunale in zone ove la soglia massima di rumore è definita a priori». In pratica, sulla base del frastuono rilevato in una determinata area si deciderà se la stesso è idonea, ad esempio, a ospitare una scuola, una casa per anziani, un centro di aggregazione o altro servizio pubblico.

La redazione di questi piani è prevista dalle leggi. Sorge, tuttavia, la domanda se siano davvero necessari in un’area come la nostra.

Nelle valli del Natisone e del Torre è di certo più urgente, infatti, monitorare il silenzio che regna nei paesi di montagna. Non quel silenzio che è sinonimo di pace e tranquillità – condizioni preziose nell’odierna società dai ritmi frenetici –, ma il silenzio della morte che incombe laddove fino a un paio di decenni fa la vita fioriva in tutti i suoi colori e, con essa, una cultura millenaria, portatrice di ricchezze inestimabili.

Ora in quota il bosco incombente e i cinghiali – forse presto anche gli orsi e i lupi – sembrano assumersi il compito di scacciare gli ultimi renitenti, gli ultimi «ribelli della montagna» che non si son o rassegnati a scendere a valle.

Macché monitoraggio del rumore! Gli enti locali hanno il dovere di arginare il fenomeno dello spopolamento attraverso un serio progetto di rilancio territoriale, sostenuto coerentemente da Regione e Stato attraverso adeguate risorse finanziarie a sostegno dell’agricoltura, dell’artigianato, del turismo e – in Slavia più che altrove – della cultura.

Che fa, invece, la commissariata Comunità montana? Rende ancora più assordante il «silenzio da tomba» cancellando anche i tradizionali concerti natalizi nei paesi.

 

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