Le religioni immigrate in Italia e il loro rapporto con la società

 
 
«Prolungare il trattenimento nei Cie è per noi assurdo. È un modo per esasperare ulteriormente gli animi. Qual è il senso di queste iniziative, che mirano a mortificare la dignità delle persone? Si tratta di un ulteriore segnale che indica la mancanza di volontà di governare responsabilmente la situazione. La mia esperienza personale mi porta ad affermare che nei Cie è possibile incontrare persone che non sono colpevoli di aver commesso reati».
È questo il commento di padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli (Servizio dei Gesuiti per i rifugiati) di Roma, a proposito del decreto approvato di recente dal governo, con cui si prolungano i tempi di trattenimento degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione – Cie da 6 a 18 mesi, in attuazione di una direttiva europea.
P. Giovanni La Manna sarà nella sala consiliare del comune di San Pietro al Natisone, sabato 9 luglio, a partire dalle 10.00, in qualità di relatore al quarto e ultimo convegno che il Centro culturale Veritas di Trieste, presieduto da p. Mario Vit, a partire dall’ottobre dello scorso anno, ha dedicato al mosaico di religioni presenti in Friuli-Venezia Giulia, arricchito negli ultimi decenni da quelle praticate dai migranti. Nell’ottobre scorso, a Spessa di Cividale, Bruno Tellia dell’Università di Udine ha affrontato il tema «Immigrazione e religioni»; nel mese di gennaio a Monfalcone, Vincenzo Pace dell’Università di Padova ha fatto una panoramica sulle religioni immigrate in Italia, mentre alla fine di aprile, presso la sede del Veritas di Trieste, si è svolto un incontro con i rappresentanti delle religioni presenti in Regione e precisamente delle comunità shik, evangelica (anche cinese e pentecostale), ortodossa romena, islamica e cattolica.
L’intervento di p. La Manna a San Pietro al Natisone, sul tema «Una panoramica delle religioni immigrate in Italia e loro rapporto con le istituzioni e la società», si inserisce nella ormai lunga serie di incontri estivi su temi religiosi e culturali che p. Mario Vit organizza nelle Valli del Natisone, denominati Terentius day dal nome di un singolare personaggio, scomparso di recente, che incarnava un modo di affrontare la vita non convenzionale. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la forania e l’associazione don Eugenio Blanchini di Cividale con il patrocinio del Comune di San Pietro al Natisone.
In questo particolare momento, in cui il tema dell’immigrazione risveglia immotivate paure e fa assumere alle autorità provvedimenti contraddittori, quando non del tutto inutili e lesivi della dignità umana, l’intervento di p. La Manna nelle Valli offrirà una lettura ponderata del fenomeno migratorio e delle sue conseguenze anche in materia religiosa, basata sulla sua lunga esperienza a guida del Centro Astalli di Roma. Questa associazione ha iniziato la sua attività nel 1981, dopo la fondazione del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati ad opera di p. Pedro Arrupe, allora superiore generale dei Gesuiti. Accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati di tutto il mondo: questa è la missione che il Centro Astalli ha scelto di portare avanti nella realtà italiana.
In totale, considerando nell’insieme le sue differenti sedi territoriali (Roma, Vicenza, Catania e Palermo) il Centro Astalli vede ogni anno accedere ai propri servizi circa 20.000 persone.
Rispetto ai primi anni di attività, il Centro ha ampliato e diversificato la propria offerta, che si è andata strutturando in servizi di prima accoglienza (per chi è arrivato da poco in Italia), servizi di seconda accoglienza (per facilitare l’accesso al mondo del lavoro e accompagnare le persone nel loro percorso di inserimento nella società italiana) e attività culturali, in collaborazione con la Fondazione Centro Astalli.

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