La poesia come ponte tra Friuli e Slovenia

 
 
La poesia è in grado di produrre un effetto ponte tra Friuli e Slovenia, in quanto costituisce un incentivo a superare le ultime barriere mentali, stimola a imparare la lingua del vicino, inculca il rispetto per le specifiche identità culturali, preziose tessere di spessore europeo. Il meeting promosso dal Centro iniziative culturali Tarcento (Cict), al quarto degli incontri ‘Lo sguardo sulla poesia’, svoltosi il 18 febbraio nella ‘Perla del Friuli’, ha proposto tre poeti sloveni e uno italiano: Ivan e Nadja Dobnik, Gašper Malej e Pierluigi Cappello. Conduttore della serata il professor Lucio Tollis, da anni impegnato a stringere rapporti con la Slovenia, ideatore e artefice, quando rivestiva la carica di sindaco, del gemellaggio Tarcento-Bovec.
La serata ha testimoniato che le finalità del Cict sono state rispettate dalle risultanze degli interventi. «Questo incontro — aveva esordito Tollis — ha la pretesa di dare avvio a un intreccio di grande interesse culturale, un incentivo a superare le barriere, una occasione per conoscerci meglio e trarre stimoli per crescere insieme». E, proprio per questo, ‘Lo sguardo sulla poesia’ era stato sottotitolato ‘Le parole della poesia, le parole della pace’.
Ha aperto gli interventi Ivan Dobnik, direttore della rivista Poetikon, vetrina del mondo globale della poesia in quanto, oltre a pubblicare autori sloveni, propone traduzioni di opere di autori stranieri, allacciando in tal modo un legame tra la Slovenia e i Paesi confinanti.
«Poetikon — ha detto Ivan Dobnik — è aperta a grandi iniziative di collaborazione con la creatività poetica dell’Europa, anche attraverso incontri e scambi che producono nuovi spazi al confronto, quindi alla crescita. Proprio il desiderio di creare legami con l’Italia ci ha portati alla traduzione di ‘Assetto di volo’, opera poetica del friulano Pierluigi Cappello».
Della volontà di proporre occasioni di incontro e di scambio ha parlato anche Nadja Dobnik, direttrice di Hiša poezije (La casa della poesia). «Ci preme — ha detto — dare risalto alla creatività poetica, aprire un canale con la poesia europea, rappresentare un legame culturale da arricchire con progetti di ampie prospettive».
Allora, scendendo sul pratico, si è giunti a Gašper Malej, di Koper, poeta e traduttore, anello di congiunzione tra Slovenia e Friuli, innamoratosi delle poesie di Cappello, tanto da divenirne un raffinato interprete attraverso un lavoro quinquennale, caratterizzato da diversi contatti con l’autore per sentirsi in grado di trasferire nella propria lingua il senso e la melodia del prodotto originale, quell’‘Assetto di volo’ che in sloveno è stato titolato ‘Sile leta’.
Pacato nell’esposizione, Malej ha denotato uno spirito raffinato che non ha mancato di contagiare il pubblico quando ha confessato che, proprio in un incontro a Tarcento, nel 2004, ha respirato una particolare atmosfera che gli ha fatto scoprire una spiccata apertura verso culture diverse. Dall’incontro con il poeta di casa, successivamente invitato a Pirano, prese avvio la volontà di tradurre ‘Assetto di volo’, «una grande occasione — ha detto Malej — per cominciare a rimediare allo scarso interesse che in Slovenia tuttora esiste verso autori italiani».
Nel caso dell’opera di Pierluigi Cappello, Malej si è definito ‘mediatore’ tra i testi in italiano e quelli in friulano. «Credo — ha detto — che la mia possa definirsi un’operazione di invenzione linguistica, impegnato a scindere la traduzione dall’italiano da quella dal friulano, proprio per cercare di rispettare le singole identità culturali, facendo salva, nel contempo, la melodia letteraria delle opere da trasporre in sloveno, in una reale condizione di equilibrio tra i vocaboli della lingua storica e il mantenimento dello stile linguistico arcaico».
E quello che Malej aveva indicato come un tentativo ha sortito un effetto sorprendente, quando tre poesie sono state lette alternativamente in italiano, da Cappello, e in sloveno, da Malej. Anche a quanti non conoscevano la lingua del capodistriano, l’effetto sonoro è parso sorprendentemente identico, quasi a testimoniare che il rispetto per l’identità dell’altro è una scelta che non richiede particolari alchimie, semmai consente la giusta sintonia, letteraria nel caso specifico, ma in senso più lato anche mentale.
Ma nulla avviene per caso. La serata tarcentina era stata indirettamente propiziata da due illustri esponenti della Slavia friulana. Cappello, infatti, ha voluto dare merito a Michele Obit, definendolo un ‘uomo ponte’ per la sua lunga stagione di traduttore in italiano di opere letterarie slovene, al pari di Viljem Černo che ha fatto della poesia un trait d’union di grande spessore. Entrambi hanno ricevuto i complimenti e i ringraziamenti da parte del presidente del Cict, Mario Pagnutti, che ha posto l’accento sul valore della poesia e sull’importanza di riscoprirla come occasione di crescita. A Tollis non è rimasto che sottolineare «l’amore e la passione dimostrata da Gašper Malej per una lingua non sua, soprattutto il messaggio di rispetto per l’identità dell’altro, il sistema migliore per unire le persone. In questo modo si entra realmente nell’umanità della quale il singolo è espressione. Ed ecco che con questi presupposti la poesia è veramente in grado di stendere reti di pace».
Spenti i riflettori, a più voci è stata espressa la convinzione che il Cict sia in grado di far vestire a Tarcento i panni di capitale friulana della poesia, rinverdendo, anche grazie agli amici sloveni, i fasti della Perla del Friuli.

Deli članek / Condividi l’articolo

Facebook
WhatsApp