La legge di tutela sostiene lo sviluppo Ecco come i comuni spendono i soldi

 
 
Uno dei tratti caratteristici della legge statale 38/2001 per la tutela della minoranza slovena, della quale il prossimo mese di febbraio ricorre il decimo anniversario dell'approvazione, è uno specifico articolo (il numero 21) che prevede uno stanziamento annuale di fondi specifici per lo sviluppo economico delle aree svantaggiate della provincia di Udine in cui è insediata la minoranza slovena. Il legislatore l'ha inserito al fine di colmare, seppure solo parzialmente, il gap tra la comunità slovena delle valli del Natisone e del Torre, di Resia e della Valcanale nei confronti di quelle di Trieste e Gorizia, che già dal dopoguerra godevano di norme di tutela e di una situazione socioeconomica migliore. Il principio è semplice: bisogna supportare la crescita del territorio per fermarne lo spopolamento, altrimenti la tutela linguistica e culturale sarà presto inutile per l'assenza di materia prima, le persone.
I fondi per lo sviluppo economico ammontano a circa 500 mila euro l'anno (un miliardo delle vecchie lire e circa il 10 per cento dello stanziamento statale per la minoranza slovena) e vengono assegnati alle due Comunità montane Torre Natisone Collio e Gemonese Canal del Ferro Val Canale nei cui confini vive la comunità di lingua slovena.
Sono i due enti sovracomunali, attualmente commissariati, a ripartire le risorse. In un prossimo futuro lo faranno le Unioni dei comuni montani che sorgeranno sulle ceneri delle Comunità montane. E ne saranno interessate tre: quella delle Valli del Natisone, quella delle Valli del Torre e quella del Canal del Ferro Val Canale.
In gran parte, finora quei soldi sono andati a finanziare lavori pubblici realizzati dai comuni. Il che non ha mancato di suscitare polemiche. Molti si sono chiesti, infatti, se fosse sostegno allo sviluppo economico costruire, ad esempio, una nuova pesa pubblica a Prepotto, o sistemare campi di calcetto e altri impianti sportivi a Solarie, Liessa, Subit, Platischis, o addirittura realizzare un parco giochi tematico a San Leonardo. Per questi interventi i comuni avrebbero potuto attingere ad altri capitoli dei bilanci regionale e provinciale. Così pure per i lavori sulle strade, per l'illuminazione pubblica, per la ristrutturazione e la manutenzione di scuole e altri edifici pubblici (canoniche comprese).
Solo ultimamente si è fatto un passo nella direzione giusta per attuare il vero spirito della norma di legge. Ciò è avvenuto nella Comunità montana Torre Natisone Collio con la destinazione di 142 mila euro a sostegno degli agricoltori e 80 mila euro di altri operatori economici quali artigiani e commercianti.
In ogni caso, in 10 anni i fondi dell'articolo 21 sono stati di oltre 5 milioni di euro, e sono stati spesi tutti nella Slavia, a Resia e in Val Canale. E si tratta degli unici soldi pubblici vincolati al nostro territorio. Anche per questo si è rivelata un clamoroso autogol politico la richiesta del consigliere regionale cividalese del Pdl, Roberto Novelli, di diminuire lo stanziamento statale per gli sloveni.
Di fronte alla sua incredibile richiesta (fortunatamente non presa in considerazione a Roma) si sono messi le mani nei capelli i sindaci valligiani, quasi tutti della stessa parte politica del consigliere. Infatti, solo nel riparto della scorsa estate, si son visti assegnare 40 mila euro a testa i comuni di Drenchia, Pulfero, Stregna, Faedis, Lusevera e Taipana, 24 mila euro quello di Attimis, 23 mila euro ognuno quelli di Nimis e San Leonardo, 20 mila euro quello di Grimacco. Il comune di Resia, che pur ha chiesto di venire cancellato dall'elenco dei comuni in cui è presente la minoranza slovena ha chiesto e ricevuto consistenti contributi per lavori pubblici: 50 mila euro per il 2009 e 45 mila euro nel 2010. Nello stesso biennio Malborghetto Valbruna ha avuto 90 mila euro e Tarvisio oltre 86 mila euro. Non sono briciole, soprattutto in tempi di vacche magre nelle finanze pubbliche.
Per quanto riguarda le valli del Natisone e del Torre, l'ex presidente Adriano Corsi ci ha fornito alcuni numeri riguardanti il triennio 2003-2005. I finanziamenti maggiori sulla base dell'articolo 21 della legge statale di tutela della minoranza slovena li ha avuti Grimacco (140.411 euro), seguito nell'ordine da San Pietro al Natisone (125.609), Lusevera (116.414), Prepotto (107.914), San Leonardo (101.236), Savogna (86.814), Pulfero (76.614), Attimis (60.198), Faedis (59.600), Unione Attimis Faedis (58.221), Taipana (58.221), Stregna (44.000) e Drenchia (43.164).

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