Cento anni fa, il 10 settembre, nell’omonima località dall’Austria e da 27 parti alleate e associate, fu firmato il Trattato di Saint-Germain-en-Laye, che sancì ufficialmente la fine della prima guerra mondiale, ripartì i territori della dissolta Austria-Ungheria e pose le condizioni per la nascita della prima Repubblica Austriaca.
Come noto, col trattato anche la Valcanale entrò a far parte del Regno d’Italia, che nell’anno successivo vide stabiliti i propri confini orientali col Trattato di Rapallo, sottoscritto col Regno dei Serbi, Croati e sloveni il 12 novembre 1920.
Date, nomi dei sottoscrittori e condizioni sono facilmente accessibili; meno sappiamo della vita tra la popolazione valcanalese in quegli anni.
Si voglia per la sua marginalità geografica, si voglia per il ristretto numero di abitanti, la Valcanale resta un po’ ai margini tra le terre annesse all’Italia dopo la prima guerra mondiale. Su circa 6.000 abitanti, a afflusso di nuovi residenti dalle altre zone del Regno già iniziato, dal censimento del 1921 furono registrati 4.185 tedeschi, 1.106 sloveni e 1.207 italiani. Non aiutati dai numeri e isolati rispetto alle reciproche minoranze altrove presenti dopo il 1918 in altre zone d’Italia, tedeschi e sloveni della Valcanale si trovarono a subire in modo pesante le pressioni snazionalizzatrici, che si fecero sempre più intense nel giro di alcuni anni.
La componente slovena si rapportò fin da subito a una nuova autorità diffidente, che la associava agli jugoslavi e ai cattivi rapporti avuti col Regno dei Serbi, Croati e Sloveni fino alla sottoscrizione del Trattato di Rapallo.
Oltre all’ostilità, sopraggiunse una sorta di deprezzamento del dialetto sloveno zegliano, che secondo l’opinione di parte della nuova classe dirigente poteva avere importanza come lingua d’uso, ma gli stessi parlanti sarebbero stati spesso snazionalizzati e «convinti» di essere tedeschi.
Va, infatti, considerato che la pressione snazionalizzatrice della componente slovena era in atto in Carinzia già dalla fine del XIX secolo, coll’affermarsi delle scuole utraquistiche.
Nelle zone di lingua slovena della Carinzia, queste introdussero l’insegnamento in sloveno e tedesco, gradualmente a favore del tedesco.
Circa la componente tedesca, spesso le autorità ne sottolineavano la buona predisposizione al nuovo status quo, anche se tale atteggiamento era mantenuto, scriveva il commissario civile del distretto nel novembre del 1920, «con la convinzione che l’Italia avrebbe un giorno o l’altro lasciato questa zona per l’unificazione della Carinzia».
Non per niente le autorità locali richiesero diverse volte la sostituzione totale del personale ferroviario e forestale del posto «ch’è del tutto tedesco e deve essere continuamente sorvegliato».
Po razpustitvi Avstro-Ogrske so 10. septembra pred sto leti Avstrija in nadaljnjih 27 držav podpisale Senžermensko mirovno pogodbo. Med podpisniki je bila tudi Kraljevina Italije, ki je leto kasneje, sicer 12. novembra, s Kraljevino Srbov, Hrvatov in Slovencev podpisala še Rapalsko pogodbo. Obe pogodbi sta določili meje med državama, prva seveda z Avstrijo in drugo s Kraljevino SHS.
Imena podpisnikov, datume in razne podatke lahko beremo v knjigah; manj znano je, kako so Kanalčani živeli v tistih letih.
Potem ko so v Kanalsko dolino že začeli se preseliti državljani iz drugih koncev Kraljevine Italije, je po popisu prebivalstva iz leta 1921 v Kanalski dolini prebivalo 4.185 Nemcev, 1.106 Slovencev in 1.207 Italijanov.
Nova italijanska oblast je do Slovencev imela hladen odnos, saj so tudi odnosi s Kraljevino Srbov, Hrvatov in Slovencev vse do podpisa Rapalske pogodbe bili precej slabi.
Italijanska oblast je nekaj predsodkov gojila tudi o krajevnem slovenskem ziljskem narečju. Slednje naj bi po nekaterih bilo le občevalni jezik; sami govorci naj bi v nekaterih primerih bili prepričani, da so Nemci. Na te dinamike so nekako že prej vplivale utrakvistične šole, ki so proti koncu 19. stoletja dejansko prispevale k ponemčevanju slovensko govorečega prebivalstva.
Odnos domačih Nemcev do nove italijanske uprave je bilo dobro, a so vsekakor verjetno upali, da bo prej ali slej Kraljevina Italija omogočila ponovno priključitev Kanalske doline Koroški.