Kanalski Slovenci pod udarom_Sloveni in Valcanale nel mirino

pomazana tablaKo je proti koncu junija družba »FVG Strade« na državni cesti štv. 13 postavila nekaj dvojezičnih italijansko-slovenskih smerokazov na območju občine Naborjet-Ovčja vas, so slovenske napise takoj pomazali in so se nekateri politiki ter krajevni krogi spravili nad slovensko manjšino in njene organizacije, češ, da si želijo privilegiran položaj med kanalskimi skupnostmi. Predsednik Videnske pokrajine Pietro Fontanini je izjavil, da se s postavitvijo dvojezičnih tabel nagaja Furlanom. Po naborješkem županu Borisu Preschernou so dvojezični smerokazi na štirijezičnem območju velika napaka, četudi jih izrecno zahteva državni zaščitni zakon. »Za postavitev je pritiskala slovenska manjšina, a Slovencev v Kanalski dolini ne bodo ščitile dvojezične table, temveč trijezična šola v Ukvah. To sem večkrat razložil slovenskim politikom z enim njihovim ministrom vred in predstavnikom slovenskih društev v Furlanji Julijski krajini. A glede šole, dejansko nam ne pomagajo,« je poudaril. Predsednik društva nemškogovorečih Kanalčanov »Kanaltaler Kultuverein« Alfredo Sandrini celo zahteva odstranitev dvojezičnih smerokazov. Nestrpnost do Slovencev pa se je pokazala v najhujši obliki v družabnih omrežjih. Pri združenju »Don Mario Cernet«, ki velja za najpomembnejšo organizacijo Slovencev v Kanalski dolini, mislijo pa, da je skrajni čas, da pristojne oblasti očistijo pomazane dvojezične cestne table, ki so sicer javna last in ki so jih postavili na podlagi zakona, ki ga je treba spoštovati. Seveda se zavedajo, da italijanska manjšinska zakonodaja ne ustvarja enakopravnosti med vsemi uradno priznanimi jezikovnimi skupnostmi in zato si prizadevajo, da bodo pristojni organi dvignili zaščitno raven tudi za furlansko in za nemško govoreče na raznih področjih – ne samo z ozirom na table, ki bi jih lahko po zakonu v furlanščini in nemščini postavili le na občinskih in na pokrajinskih cestah. Da so Slovenci v Kanalski dolini pod udarom je razvidno tudi z dejstva, da se spet zatika pri pouku slovenščine v novem šolskem letu. Medtem ko je nemščina zagotovljena, ker imajo že stalno zaposlenega učitelja za nemščino, ravnateljica večstopenjske šole Lucia Negrisin prosi, da za osebo, ki bi učila slovenščino, poskrbijo slovenske organizacije.

Molti in Valcanale idealmente si rifanno al Südtirol/Alto Adige, modello di tutela di lingue e popolazioni del territorio, ma poi nei fatti si comportano all’opposto, impedendo l’esercizio dei legittimi diritti degli altri invece di adoperarsi per il riconoscimento dei propri, altrettanto sacrosanti. Lo strano atteggiamento è emerso chiaramente a proposito della vicenda dei cartelli stradali bilingui, italiano-sloveno, installati dalla società «FVG Strade» sulla statale Pontebbana nel territorio del comune di Malborghetto-Valbruna. La società, infatti, è tenuta al bilinguismo italiano-sloveno in base alla legge statale di tutela 38/2001 e al decreto sul cosiddetto «bilinguismo visibile» del presidente della Regione, nel territorio nel quale è riconosciuta ufficialmente la minoranza slovena. Altrettanto dovranno fare l’Anas sul tratto di Pontebbana in sua gestione, Autovie Venete sull’autostrada A23 e le Ferrovie dello Stato. Ma la semplice attuazione di una legge, con un ritardo di ben 15 anni dall’approvazione, ha provocato tutta una serie di strali da parte di uomini delle istituzioni e di associazioni culturali, per non parlare dei commenti di singoli cittadini sui social network. La reazione più eclatante è stata l’imbrattamento dei nuovi cartelli, cioè un reato punibile – come già avvenuto in provincia di Trieste – con il carcere, dato che la convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (legge 674/75) e il decreto in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa (legge 205/93) «si applicano anche ai fini di prevenzione e di repressione dei fenomeni di intolleranza e violenza nei confronti degli appartenenti alle minoranze linguistiche». «Non è possibile che a Tarvisio esistano cartelli stradali solo in italiano e sloveno e manchino quelli in friulano, perché in questo modo si creano dispetti», ha affermato il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini. Anche secondo il sindaco di Malborghetto-Valbruna, Boris Preschern, tutte le minoranze vanno trattate alla stessa maniera. Bene sarebbe, tuttavia, alzare per tedeschi e friulani la tutela al livello superiore, invece di abbassare quella degli sloveni a quello inferiore. E per farlo è necessario attivarsi concretamente e non solo a parole. «Non è mettendo cartelli bilingui che si tutelano gli sloveni della Valcanale; ho spiegato ripetutamente ai politici sloveni, compreso un loro ministro e ai responsabili delle associazioni slovene del Friuli Venezia Giulia, che se vogliono preservare lo sloveno e le altre minoranze linguistiche della Valcanale ci aiutino a insegnare meglio le nostre lingue a scuola organizzando una scuola trilingue a Ugovizza», ha affermato Preschern, senza spiegare tuttavia perché i bambini imparerebbero lo sloveno se poi non possono esercitare pubblicamente il bi/tri/quadrilinguismo. Da parte sua, l’associazione dei tedeschi della Valcanale, il «Kanaltaler Kulturverein», con una nota firmata dal presidente, Alfredo Sandrini, richiama giustamente «di rispettare al massimo il principio di pariteticità tra le diverse etnie presenti in valle», ma la proposta finale ha dell’incredibile: «Vengano disinstallati i segnali stradali oggetto di polemica». Non si chiede, dunque, l’apposizione di cartelli in tedesco, ma di togliere quelli in sloveno. L’associazione più rappresentativa degli sloveni in Valcanale, la «Don Mario Cernet», replica chiedendo alle autorità competenti di ripulire i cartelli bilingui imbrattati in Valcanale: «Sono di proprietà pubblica e installati sulla base della legge di tutela della minoranza linguistica slovena, che va rispettata». Il sodalizio sloveno fa sapere che «cerca costantemente di collaborare con le altre due comunità linguistiche minoritarie ufficialmente riconosciute in Valcanale – friulana e tedesca – e con le loro istituzioni». Con lo stesso spirito si prodiga per l’attuazione piena della legge statale 38/2001 di tutela della minoranza slovena. L’impegno vale specie circa l’articolo 5 della legge, che prevede che «nel quadro delle disposizioni della legge 15 dicembre 1999, n. 482, e dei principi della presente legge, forme particolari di tutela sono garantite alle popolazioni germanofone della Valcanale, tenendo conto della situazione quadrilingue della zona». L’associazione Don Mario Cernet «si rende ben conto di come la legislazione italiana in materia di minoranze non crei pari diritti per tutte le comunità linguistiche ufficialmente riconosciute. Per questo si impegna affinché gli organi competenti alzino il livello di tutela anche per le comunità linguistiche friulana e tedesca nei diversi ambiti – non solo rispetto ai cartelli, che allo stato attuale in base alla legge potrebbero essere installati in friulano e tedesco solo su strade comunali e provinciali. In Valcanale sloveni e tedeschi hanno convissuto in pace per secoli. Passate due guerre mondiali e le opzioni, in Valcanale parliamo italiano, ma anche friulano ed ancora sloveno e tedesco. Il livello di tutela va innalzato a favore di tutte e quattro le comunità».

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