Gli emigranti restano un patrimonio sul quale la Slavia deve scommettere

 
 
Per anni «la nostra identità è stata motivo di disprezzo. Tanti se ne vergognavano, altri la conservavano nel cuore, ma non potevano manifestarla in pubblico. Così molti di noi sono dovuti emigrare, proprio per potersi liberare dalla paura».
Il presidente dell'Unione emigranti sloveni del Friuli-Venezia Giulia/Slovenci po svetu, Dante Del Medico, non potuto esimersi dal ricordare le motivazioni di fondo che portarono alla costituzione dell'associazione, che domenica 25 luglio, a Bardo/Lusevera, ha celebrato l'ormai tradizionale incontro con gli ex emigranti, al quale hanno partecipato anche rappresentanti dei circoli sloveni di Liegi e Tamines (Belgio) e di Bon Encontre (Francia).
Abitualmente carica di significati, la giornata è cominciata con la messa solenne celebrata, in italiano e in sloveno, dal parroco don Renzo Calligaro. Nell’omelia il sacerdote ha sottolineato che «saper parlare con gli altri è un valore qualificante. Le lingue sono un mosaico prezioso ed è proprio il nostro stupendo dialetto sloveno a qualificarci e a tenerci uniti».
La celebrazione eucaristica ha visto l'esordio liturgico del «Barski oktet», Molti dei suoi canti, tutti rigorosamente sloveni, sono stati accompagnati (anche se sottovoce o soltanto con il movimento delle labbra) dai tanti fedeli che gremivano la chiesa, dando chiara dimostrazione che la fede rappresenta un valore che ha tenuto e che tiene unita la comunità slovena della Benecia.
Assolto il momento religioso, c'è stato spazio per quello ufficiale dove il sindaco di Lusevera, Guido Marchiol, ha dato il benvenuto. Poco dopo, il primo cittadino ha inaugurato la nuova struttura di accoglienza turistica, realizzata con il contributo della Regione, «peraltro assente — ha puntualizzato, con palese disappunto — nonostante avessimo invitato il presidente Tondo ben due mesi fa. O lui o un suo sostituto ce lo saremmo meritato, piuttosto che un telegramma di scuse e di complimenti».
Il segretario di Stato sloveno per gli Sloveni nel mondo, Boris Jesih, ha formulato l'augurio che nei territori della Slavia i giovani possano avere l'opportunità di trovare occupazione, quindi di rimanere a casa propria, ma anche di ottenere il rispetto di essere sloveni.
Da parte sua, Pietro Pittaro ha sottolineato la propria soddisfazione perché «l'esordio ufficiale da neoeletto presidente di “Friuli nel mondo” avviene tra gli sloveni del Friuli. Oggi — ha detto — ho avuto dimostrazione della vostra forza, della vostra compattezza e dei valori che vi animano».
Ma, da ultimo, è stato proprio il presidente Del Medico a mettere il dito nella piaga. Non sono, infatti, tutte rose, per la comunità slovena. Ecco, allora, sul piatto i problemi della scuola bilingue di San Pietro, ma anche la richiesta di avviarne un’altra tra i comuni di Lusevera e di Taipana.
Quanto alle questioni dell’emigrazione, Del Medico ha denunciato: «È in atto una politica di drastico ridimensionamento della presenza dello Stato italiano fra i concittadini e connazionali all'estero. Si chiudono consolati, si eliminano o si riducono drasticamente i fondi per le attività culturali all'estero, si tagliano sostegni economici alla stampa italiana all'estero e a quella indirizzata all'estero. Si sta pian piano vanificando quella vera forza che sono i nostri emigranti. Per ogni sloveno della Benecia ve ne sono oltre dieci altrove. Noi su questo patrimonio vogliamo continuare a puntare con determinazione».
Infine, i riflettori si sono accesi sulla voglia di festeggiare. Inaugurata la nuova struttura realizzata nell'area del Centro Stolberg, che a Lusevera è sede abituale di incontri, è stato il tempo di apprezzare la cucina con il sottofondo della note del gruppo «Skedinj».
Nel pomeriggio ha avuto un gran successo il concerto «Brodway party» con Davide Clodig, Elisa Iovele e Valentina Sancin. La sera spettacolo musicale con il gruppo delle «Navihanke».

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