Frontiere ballerine in Friuli dal 1808 al 1814

 
 
Nel corso delle numerose variazioni di frontiera negli anni compresi tra il 1809 e il 1814 «una parte del Friuli si trovò a far parte o confinò con le Province Illiriche dell'Impero Francese». Questa la considerazione iniziale della lezione di Paolo Foramitti alla terza serata dei «Beneški kulturni dnevi» sul tema «Confini orientali. Il Friuli e la Slavia tra Regno d'Italia e Province Illiriche (1809-1814)», l'11 novembre a San Pietro al Natisone. Proseguendo il discorso iniziato da Fedja Klavora su Napoleone nella Valle dell'Isonzo, Foramitti ha descritto ad un uditorio attento e numeroso, le variazioni dei confini dal 1805, quando il Friuli fu nuovamente occupato dalle armate di Bonaparte, al 1816. La pace di Presburgo del 26 dicembre 1805 stabilì che il nuovo confine tra il Regno d'Italia di Napoleone e l'Impero degli Asburgo fosse lo stesso che c'era tra gli Asburgo e la Repubblica di Venezia. Al Regno d'Italia vennero aggregati, quindi, oltre al Friuli e al Veneto anche gli antichi possedimenti della Serenissima, ovvero la Dalamazia e l'Istria. Questo confine prevedeva, ovviamente, all'interno dei possedimenti napoleonici, la presenza delle stesse “enclaves” asburgiche che esistevano al tempo della Repubblica di Venezia. Con il trattato di Fointenebleu del 10 ottobre 1807 il confine venne rettificato e fu scelta come linea demarcatoria il fiume Isonzo, eccezion fatta per il tratto tra Cristinizza e Brithoff, dove seguiva il corso dello Judrio.
Lungo la catena delle Alpi, le odierne Pulfero e Pontrebba si trovarono a fare nuovamente da confine tra i possedimenti asburgici e il Regno di Italia.
Nel 1809 una nuova guerra tra Napoleone e gli Asburgo segnò inevitabilmente un nuovo assetto territoriale. Lungo i confini con il Regno d'Italia, gli Asburgo persero l'Istria austriaca, la valle del Gail, la Val Canale e la valle dell'Isonzo che, insieme all'Istria veneta e alla Dalmazia, il 14 ottobre 1809 entrarono a far parte della nuova provincia dell'Impero Francese: le Province Illiriche. Questo territorio era diviso in sei province civili (Carniola, Carinzia, Istria, Croazia, Dalmazia, Ragusa) e una militare: la Croazia, che comprendeva i territori ai confini con l'Impero Ottomano.
Quasi sicuramente fu per motivazioni strategiche che il 23 dicembre 1810 ci fu una variazione del confine tra Province Illiriche e Regno d'Italia con l'inclusione nel Regno della Val Canale, da Pontafel a Coccau e della valle dell'Isonzo dal passo del Predil sino a Caporetto e a Tolmino. Questa divisione territoriale non tenne conto delle secolari tradizioni di rappporti commerciali. Le zone della Val Canale, ad esempio, furono divise amministrativamente tra Villacco e Kranjska Gora, alle quali avevano sempre fatto riferimento, così come nell'Isontino San Floriano del Collio si trovò separata da Gorizia.
Inizialmente, il governo napoleonico mantenne quasi invariate le forme di amministrazione già in uso sotto gli Asburgo, ma dal 1811, con un decreto sulla riorganizzazione territoriale, cercò di dare un'impronta più francese all'amministrazione e alla società delle Province Illirche. Tuttavia le riforme, come ad esempio quella che riguardava l'abolizione del sistema feudale, non diedero esiti positivi.
Nel 1813 ripresero le ostilità in Illiria e in Friuli e gli austriaci recuperarono Villach, Lubiana ed entrarono nelle valli del Gail e della Sava. Nel 1814 l'Impero di Napoleone fu distrutto dalla coalizione delle monarchie e dei popoli d'Europa che aveva cercato di soggiogare all'egemonia francese.
Nel 1815 la costituzione del Regno Lombardo-Veneto, del quale il Friuli fu una provincia, definì il suo nuovo assetto amministrativo dell'Italia del Nord sotto gli Asburgo. Il Congresso di Vienna sancì la spartizione dell'Europa tra le case regnanti, mentre nel 1816 fu costituito il Regno Illirico che riuniva i ducati di Carniola, Carinzia e Istria.

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