Dopo 41 anni Brezje in festa per un battesimo

 
 
È stato il battesimo del piccolo Cristian il momento più significativo di una delle tante domeniche che la gente di Brezje/Montemaggiore, frazione di Taipana, ancora vive con intensità, autentico momento di aggregazione e di compartecipazione alle problematiche di un territorio montano privo delle più elementari comodità, ma tenacemente ancorato ad antichi valori.
Qualcosa di storico aleggiava tra i numerosi partecipanti al rito, svoltosi domenica 11 aprile. Erano, infatti, ben 41 anni che quel sacramento non veniva impartito a un nato in paese, con una cerimonia che è riuscita ad esaltare il fondamentale servizio della bella chiesetta di un borgo che, per il suggestivo ambiente naturale alle pendici del Gran Monte, pare incastonato direttamente nel cielo.
Statistiche a parte, è stato il diacono Diego Mansutti a indicare la profonda particolarità dell’avvenimento. «L’ingresso ufficiale del piccolo Cristian nella comunità religiosa di Brezje/Montemaggiore — ha detto — ci riporta alle radici della Chiesa e fa di questo bambino un nuovo testimone della nostra cristianità, la migliore risposta a quella corrente di pensiero che tenta di negare la presenza di Dio, la nostra vera origine di credenti».
Se si escludono le tante foto ricordo e le telecamere di Rai tre, il rito si è svolto, all’interno della celebrazione della Parola di Dio, senza alcuna spettacolarità, semmai con viva partecipazione, fatta di preghiera e ascolto sereno, partecipato, impreziosito da alcuni componenti del coro parrocchiale di Manzano, altra espressione di sincera amicizia.
La commozione non era soltanto prerogativa di mamma Anna e di papà Italo, ma anche dei tantissimi convenuti, dalle madrine ai parenti, ma anche di quanti, originari del luogo, sono saliti in paese assieme all’assessore Roberto Bassi e al consigliere Donato Sturma per testimoniare viva felicità e per dare il benvenuto al bambino.
Va precisato che il piccolo Cristian, al centro delle attenzioni già di prima mattina, ma anche a causa del protrarsi della funzione religiosa, ha partecipato al sacramento a modo suo. Palesemente stanco, nel corso della cerimonia ha appoggiato la testolina sulla spalla di papà Italo per un sonnellino tanto profondo che neppure l’unzione e l’acqua battesimale sono riuscite a intaccare.
Prima del commiato, a nome della comunità di Montemaggiore, una ragazza ha espresso la gioia per l’arrivo di Cristian e del suo ingresso nella componente religiosa del paese, ma ha anche colto l’occasione per un ringraziamento ufficiale al diacono Diego Mansutti, a sua volta indicato come la più recente new entry del paese.
Giunto per la prima volta a Montemaggiore lo scorso inverno, in una domenica flagellata dalla neve e percorrendo una strada al limite della praticabilità, ha trovato il modo di farsi subito apprezzare per un servizio che restituisce dignità al paese e a un edificio di culto che, dopo la distruzione del terremoto, è rinato dopo oltre 25 anni, impreziosito recentemente dal dipinto di un’Annunciazione dal sapore casereccio.
L’artista Luigino Moderiano, di Platischis, ha infatti ambientato l’incontro tra la Vergine Maria e l’arcangelo Gabriele nello scenario della Slavia friulana, con il fondale connotato dal Gran Monte, dal Canin, dallo Stol, dal Monte Nero e dal Matajur.
Non soltanto suggestione, ma autentico radicamento alle proprie origini, quando il campanile era il collante di una comunità. Proprio per questo il battesimo di Cristian è stato un giorno storico, in parte come ritorno al passato, ma principalmente come reale segno di speranza.

Deli članek / Condividi l’articolo

Facebook
WhatsApp