Desnosredina za Slovenijo_La Slovenia al centrodestra

Janez Janša

Dopo sette anni nei quali si sono susseguiti tre governi di centrosinistra, tutti e tre guidati da personaggi saliti fulmineamente al potere grazie al successo elettorale di estemporanee liste – Alenka Bratušek, Miro Cerar e Marjan Šarec –, ma poi incapaci di concludere la legislatura, la Slovenia, proprio all’inizio dell’emergenza coronavirus, torna in mano al centrodestra e sotto la guida di un politico di lungo corso.

Lo scorso 3 marzo, il Državni zbor (assemblea di Stato) ha eletto premier, con 52 voti su 90, Janez Janša, leader del Partito democratico sloveno-Sds. Per Janša si tratta del terzo incarico, dopo le esperienze del 2004-2008 e del 2012-2013. E questa volta la presidenza del governo ha per lui il sapore di una grande rivincita.

Nel 2008, infatti, perse le elezioni per una vicenda di presunte tangenti, un’accusa mai provata, che comunque lo portò addirittura in carcere (proprio durante la campagna elettorale del 2014), salvo vedersi annullata la condanna dalla corte suprema. Nel mezzo fu chiamato per la seconda volta al governo, ma fu costretto a lasciare l’incarico dopo una denuncia della Commissione anticorruzione, anche quella finita in una bolla di sapone.

Janša in tutti questi anni ha sostenuto che contro di lui si fossero accaniti apparati e lobby riconducibili al vecchio regime comunista, che lui aveva contribuito a fare cadere. Nel 1988 con una sollevazione popolare scatenata dalla sua incarcerazione da parte dell’Armata jugoslava in seguito a un’inchiesta giornalistica sui preparativi di un golpe contro la nascente democrazia slovena e nel 1991 guidando, da ministro della Difesa, la breve guerra di indipendenza della Slovenia.

Già nelle elezioni del giugno 2018 il Partito democratico aveva conquistato una larga maggioranza relativa, ma poi il governo era stato formato da Šarec con cinque partiti di centrosinistra e l’appoggio esterno dell’estrema sinistra, coalizzati proprio in funzione anti Janša. Defilatisi i neocomunisti di Levica e con i partner in perenne disaccordo, il premier ha tentato l’azzardo delle dimissioni, convinto di andare a elezioni anticipate per incassare i consensi che i sondaggi gli attribuivano ai danni degli alleati. Grazie anche al cambio di leadership del Partito del centro moderno- Smc e di quello dei pensionati- Desus, Janša è riuscito a formare una coalizione che comprende anche i democristiani di Nova Slovenija. E la prova dell’aula l’ha premiato ben oltre i 47 voti che aveva garantiti. Si sono aggiunti, infatti, i due deputati delle minoranze nazionali italiana, Felice Žiža e ungherese, Ferenc Horvat, nonché i tre del Partito nazionale. Hanno votato contro postcomunisti- Sd, Lista Marjan Šarec e Levica. Non hanno partecipato al voto i deputati di Sab. Dopo aver prestato giuramento, Janša ha affermato che lo sviluppo del Paese va raggiunto con misure che non necessitano maggiori spese. In particolare ha fatto riferimento a un clima favorevole allo sviluppo dell’imprenditoria, al decentramento e a una minore burocrazia. Nel programma anche un forte impegno per la sicurezza e per il ritorno alla leva obbligatoria.

Nella ripartizione dei dicasteri, sette vanno al Partito democratico, quattro al Partito del centro moderno, tre a Nuova Slovenia, due al Partito dei pensionati. Gli Esteri sono stati assegnati ad Anže Logar e gli Sloveni d’oltreconfine e nel mondo a Helena Jaklitsch. (M. Z.)

Helena Jaklitsch

Predsednik SDS Janez Janša je bil 3. marca po pričakovanjih izvoljen za predsednika vlade. Podprlo ga je 52 poslank in poslancev, poleg koalicijskih tudi poslanci SNS in poslanca narodnih skupnosti.

Nato je novi premier v državnem zboru predstavil listo ministrov. Najbolj je presenetila kandidatkinja za novo ministrico za Slovence v zamejstvu in po svetu Helena Jaklitsch.

Rojena leta 1977 v Novem mestu, v slovensko-kočevarski družini, Jaklitscheva je doktorica znanosti s področja zgodovine in velika poznavalka zdomstva in zamejstva.

Od leta 2005 do 2014 je bila zaposlena na ministrstvu za pravosodje. V času priprav in predsedovanja Slovenije Svetu EU je bila vodja projektne skupine za operativno vodenje logističnih priprav. Od leta 2014 je zaposlena na ministrstvu za kulturo, sprva v službi za slovenski jezik, nato pa v direktoratu za ustvarjalnost.

S komentarji, zapisi in znanstvenimi članki se redno oglaša v »pomladnih« medijih, tako tiskanih kot po radiu in televiziji. Je strokovna sodelavka Rafaelove družbe, ki skrbi za Slovence zunaj meja Republike Slovenije. Je tudi predsednica sveta katoliških laikov Slovenije, ki je krovno združenje laiških organizacij v Cerkvi na Slovenskem. Jaklitscheva je velika poznavalka zdomstva in zamejstva.

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