Dal 3 dicembre il digitale terrestre Rai Way: minimo il rischio «buio»

 
 
Con l'approssimarsi dello «switch off», cioè con il passaggio delle trasmissioni televisive terrestri dal sistema analogico a quello digitale, previsto il prossimo 3 dicembre in Friuli-Venezia Giulia e l'1 dicembre in Slovenia, cresce l'apprensione tra i teleutenti. Molti si chiedono cosa succederà, cosa devono fare per evitare che sul piccolo schermo di casa si veda solo «neve», e quali vantaggi avranno dalla nuova tecnologia. C'è anche il timore che la propria zona, il proprio paese o addirittura la singola abitazione finiscano in un «buco nero» dove il segnale televisivo non arriverà più.
Per quanto riguarda il territorio abitato dalla comunità di lingua slovena, sono stati indicati «a rischio» i seguenti paesi: Obenetto, Lase e Pernel in comune di Drenchia; Gnidovizza, Presserie, Varch e Tribil Inferiore in comune di Stregna; Postacco, Crostù e Osgnetto in comune di San Leonardo; Marseu, Zappatocco, Lasiz e Montefosca in comune di Pulfero; Canalutto, Masarolis, Casali Costa, Laurini e Tamoris nel comune di Torreano; Debellis e Prossenicco in comune di Taipana; Lischiazze in comune di Resia; alcune frazioni in Valcanale.
In ogni caso, non è previsto alcun ulteriore slittamento per lo «swich off», che sarebbe dovuto avvenire già lo scorso 21 ottobre. «Non ci sono motivi per ritenere che un nuovo rinvio rispetto a quelli che sono già avvenuti. Per cui confermo fin d'ora il 3 dicembre», fa sapere a «Dom» Nevio Merlino, il responsabile regionale di «Rai Way», la società del servizio radiotelevisivo pubblico che gestisce gli impianti di trasmissione.
Il Consiglio regionale ha approvato in tutta fretta uno stanziamento di 700 mila euro a favore della Rai per adeguare gli impianti più piccoli. «Con il Mux1, il canale che porta Raiuno, Raidue e Raitre regionale e altri programmi aggiuntivi, per convenzione dobbiamo raggiungere il 99 per cento della popolazione. Rimangono escluse piccole realtà, le stesse alle quali la Rai non poteva garantire anche il segnale analogico. Supplivano le comunità montane o altri enti con propri impianti finalizzati a diffondere capillarmente il segnale. I fondi della Regione servono per far passare al digitatale quei ripetitori. Pertanto, si andrà a soddisfare quelle piccole zone escluse dal nostro servizio», dice Merlino.
Si riuscirà a fare in tempo per il 3 dicembre, o ci saranno paesi che dovranno aspettare?
«Confidiamo di non lasciare al buio nessuno. Cercheremo di fare il possibile per superare in tempo utile tutte le difficoltà e dare la continuità di servizio. Per tutti i nostri impianti la garantiamo assolutamente e in più ci prodigheremo per fare in modo che succeda altrettanto per quelli delle comunità montane», risponde il responsabile regionale di «Rai Way».
Il passaggio al digitale terrestre porta anche un'importante e attesa novità. Le trasmissioni televisive Rai in lingua slovena saranno visibili in tutta la regione come annunciato dal direttore della sede di Trieste, Roberto Collini, e dall'assessore regionale Roberto Molinaro.
«La decisione spetta alla Rai. Noi, come Rai Way, siamo deputati solo a veicolare il segnale. E dal punto di vista tecnico non ci sono problemi a irradire la terza rete bis in tutto il Friuli-Venezia Giulia», sottolinea Merlino.

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