Contadini e maestri_Kmetje in učitelji

La buona notizia per l’anno nuovo è arrivata alla fine di quello vecchio. Riguarda l’aumento da 500 mila a 900 mila euro l’anno dei fondi destinati dalla legge di tutela per la minoranza slovena allo sviluppo socioeconomico di Benecia, Resia e Valcanale. Il voto del Consiglio regionale, che ha respinto l’ultimo tentativo di bloccare l’incremento, con un emendamento presentato dal consigliere triestino Roberto Cosolini (Pd), è stato accolto con sollievo nei territori interessati. Dai quali è andato anche un plauso all’assessore alle Identità linguistiche, Pierpaolo Roberti, che ha accolto l’indicazione presa a maggioranza dalla Commissione consultiva regionale per la minoranza slovena su proposta dei sei membri della provincia di Udine e l’ha difesa dal fuoco di sbarramento poi messo in campo da esponenti di primissimo piano della stessa comunità slovena.

L’ostilità contro aiuti specifici per il territorioconfinario da Tarvisio a Prepotto, rimasto indietrorispetto agli altri di insediamento della minoranza,da parte di ambienti triestini e goriziani si era manifestata fin dall’approvazione della legge 38/01, in barba alla tanto decantata «globalità» (cioè non solo linguistica e culturale, ma anche economica e sociale) della tutela.

Anche per questo il risultato è straordinario. Ora bisogna far sì che si continui su questa strada. Giuseppe Firmino Marinig, probabilmente il politico più lungimirante che la Benecia abbia espresso nella storia repubblicana, alcuni anni fa aveva calcolato in 10 milioni l’anno per cinque anni l’intervento pubblico necessario per mettere al passo con il resto della regione le sole Valli del Natisone.

900 mila euro sono comunque una bella cifra, di gran lunga superiore a quella per la cosiddette Aree interne (350 mila euro per valli del Natisone e del Torre dalla Regione nel 2021), e di certo, se spesi bene, produrranno buoni risultati. Basti pensare che con i fondi 2020 hanno ricevuto un importante sostegno ben 81 aziende agricole e forestali della Benecia. Si tratta in gran parte di realtà gestite da giovani imprenditori, attività indispensabili a tenere in vita il territorio e quindi la lingua e cultura che lo caratterizzano.

Di contadini e maestri di sloveno hanno bisogno in primo luogo Benecia, Resia e Valcanale. Il Südirol/Alto Adige indica la strada.

Ezio Gosgnach

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