Il 24 maggio, nel centesimo anniversario dell’entrata dell’Italia nell’«inutile strage» – la definizione è del papa di allora, Benedetto XV – della prima guerra mondiale, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto recarsi sul Monte San Michele/Debela Griža, per mettere in guardia dalla follia di ogni guerra.
«Come era diversa, alla prova dei fatti, quella vita di guerra – ha affermato – dal sogno luminoso di gloria, dalla retorica perentoria, dal mito della vittoria, vagheggiati da intellettuali e poeti nei mesi precedenti all’entrata in guerra! Non vi era bellezza tra le trincee, solo orrori, atrocità e devastazioni… I caduti, di ogni nazione e di ogni tempo, ci chiedono di agire, con le armi della politica e del negoziato, perché in ogni parte del mondo si affermi la pace. Si tratta del modo più alto per onorare, autenticamente commossi, il tanto sangue versato su queste pendici martoriate».
Come stridono con queste nobili parole del capo dello Stato alcune manifestazioni patriottarde inscenate anche nelle Valli a fine maggio proprio all’insegna della retorica interventista, che se già non aveva senso cent’anni fa, figurarsi oggi.
Come stridono con la visione di Mattarella alcune frasi del film «Alpino Riccardo Giusto», tanto significative per gli autori, da essere inserite nel trailer propagandistico della pellicola. Un soldato, indicando la valle dell’Isonzo, dice al commilitone: «Là ci sono gli imperiali, tengono schiavi gli italiani di Trieste e di Trento. Italiani ho detto!». E ancora: «Non abbiamo niente a che fare con quelli. Non dobbiamo abbassare la guardia, se hanno occupato le nostre terre. Terre italiane! Loro sanno chi sono e chi siamo noi: gli italiani!».
Desta meraviglia che quei contenuti abbiano sponsor pubblici come la Regione Friuli Venezia Giulia, la Comunità montana del Torre, Natisone e Collio, il Comune di Drenchia.
Papa Francesco a Redipuglia, il 13 settembre 2014, aveva ammonito che la guerra è innanzitutto rinnegare Dio, perché «distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano».
L’auspicio è, allora, che le future iniziative a cent’anni dalla guerra siano in linea con il papa Francesco e il presidente Mattarella.