Comugnaro: «Potrebujemo preobrat»_Comugnaro: «Serve una svolta»

Un consenso ampio, trasversale dal punto di vista geografico e politico, con l’intenzione di mettere al centro dell’azione i territori montani. È questo il segno sotto cui inizia la nuova presidenza della Comunità di montagna del Natisone e del Torre, affidata dall’assemblea dei sindaci ad Antonio Comugnaro.

Sessant’anni, sindaco di San Leonardo a tempo pieno, Comugnaro succede al primo cittadino di Tarcento, Mauro Steccati, che ha concluso il triennio previsto dalla legge regionale istitutiva dell’ente. La sua presidenza è stata influenzata pesantemente dalle lentezze dovute all’ennesimo «cambio di pelle» dell’istituzione che dovrebbe presiedere allo sviluppo della montagna, e alla carenza di personale.

«Il consenso di 10 voti su 15, i due terzi dei votanti, mi sembra un’ottima premessa per questo mandato, per il quale l’assemblea dei sindaci ha deciso di convergere sulla mia persona – spiega Comugnaro –. Diventare presidente con soli 8 voti sarebbe stato un segno di debolezza, mentre questo ampio consenso dà la forza per affrontare le tante sfide che sono sul tappeto. Fin dalla nascita dell’ente c’era un patto non scritto per garantire l’alternanza alla presidenza tra Valli del Torre e del Natisone. In assemblea si è lavorato per una presidenza che potesse avere il maggior consenso possibile da entrambi i terstran ritori».

Nonostante non sia stato presentato alcun programma scritto, l’impegno di Comugnaro è quello di portare avanti le istanze comuni dei sindaci, «prima fra tutti affrontare le carenze nel campo del personale e della quantità e qualità dei servizi offerti sui territori montani. Reperimento di nuovo personale e stipula di nuove convenzioni tra Comuni saranno gli assi portanti per affrontare questo momento drammatico, che vede diversi municipi, non avere più nessun lavoratore dipendente – sottolinea –. Ho già preso contatto con la Regione e fin dai prossimi giorni mi confronterò a fondo con l’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti».

Ciò che caratterizza fortemente il territorio delle valli del Natisone e del Torre è la presenza della comunità slovena, con la sua peculiare cultura e l’uso del dialetto sloveno. A questo proposito Comugnaro auspica «innanzitutto il pieno rispetto e insieme ad esso la collaborazione con tutti coloro che hanno la volontà a mantenere e valorizzare la propria identità. La Comunità di montagna – evidenzia – può avere un importante ruolo nella valorizzazione della cultura locale e sarà sicuramente aperta e collaborativa rispetto a ogni proposta positiva per il nostro territorio, che possa portare a un arricchimento culturale e materiale della nostra gente».

Per quanto riguarda il miglioramento dei servizi, Comugnaro intende «innanzitutto ascoltare le proposte e le carenze denunciate dai miei colleghi sindaci. Già all’interno della strategia per le aree interne (il cui varo è atteso entro la fine dell’anno) ci sono progetti che possono portare un maggiore respiro a quelle zone che oggi risultano maggiormente emarginate. Quel programma è rivolto soprattutto ai comuni più disagiati ed è soprattutto lì che interverremo». Per la sanità, Comugnaro ritiene un segnale molto importante e significativo «il progetto condiviso di portare tutti i medici di medicina generale delle Valli del Natisone in un unico ambulatorio, per garantire a tutti di poter usufruire di questi servizi fondamentali attraverso la medicina di gruppo, perché in assenza del proprio medico curante (per visite sul territorio, malattia o ferie) il cittadino potrà essere assistito dagli altri colleghi della medicina di gruppo. In questo modo si vuole dare un importante contributo in primis alle persone anziane e a coloro che vivono in alta montagna e che spesso devono fare parecchi chilometri per accedere ai servizi sanitari».

Il nuovo presidente è ben cosciente che l’attenzione ai servizi non basta, perché alle Comunità di montagna si chiede un fondamentale contributo progettuale, di essere il motore dello sviluppo e della rinascita della montagna anche attraverso la partecipazione a bandi e progetti nazionali ed europei, dando un supporto di idee, organizzazione e gestione burocratica ai piccoli comuni. «In questa direzione – spiega – sarà fondamentale il pieno ripristino degli organici della Comunità, con l’inserimento di figure professionali in grado di affrontare le sfide progettuali».

Il turismo è il settore a cui più spesso si guarda. Ci sono già delle eccellenze, ma manca una visione comune e soprattutto alcuni servizi fondamentali richiesti dal turista. «In questo campo intendo affidare alla Comunità di montagna una regia più determinata rispetto al passato – spiega Comugnaro –. Valorizzare le eccellenze del territorio deve essere l’impegno di tutti. Anche in questo campo conto di potermi appoggiare a personale dotato di tutte le competenze necessarie. Fondamentale nel turismo è la ricerca di sinergie tra i vari progetti e quindi c’è la necessità di prendere le redini di questo settore per renderlo idoneo alle strategie regionali».

La speranza è che ai futuri bandi per i posti di lavoro negli uffici comunali possano rispondere anche persone e giovani residenti nelle zone montane o che comunque siano determinati a mettere radici e a creare un progetto di vita sui nostri territori. «I bandi degli ultimi anni non hanno prodotto molto in questo senso — osserva Comugnaro –. Abbiamo bisogno di persone che non vogliano solo entrare nella pubblica amministrazione per poi chiedere alla prima occasione il trasferimento in Regione o in Comuni più grandi. Per essere efficaci bisogna vivere e conoscere il territorio, oltre ad essere preparati, non si può pensare di rinnovare il personale ogni anno. Allora sì che potremo raggiungere qualche obiettivo in più». (Roberto Pensa)

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