A Resia bandiere sì proposte no

 
 
A Resia giovedì 17 marzo, nel centro culturale «Ta rozajanska kultŸrska h•ša» l'amministrazione comunale, in occasione del 150° anniversario della proclamazione del Regno d'Italia, ha organizzato un incontro pubblico sul tema «Resia domani vista dai ragazzi».
La serata di presentazione, cui ha partecipato un centinaio di cittadini — alcuni erano con la bandiera verde-bianca-rossa in mano — è stata occasione per una commemorazione costruttiva e propositiva di ciò che successe a Torino un secolo e mezzo fa. Per la verità, non sono mancate, da parte di alcune persone, le nostalgiche ostentazioni nazionaliste a cui in valle si è abituati da qualche anno.
Durante la manifestazione, oltre all'esibizione del coro «Monte Canin» e del gruppo folkloristico «Val resina» — entrambi gruppi sono riconosciuti di interesse comunale di concerto con il ministero per i Beni e le attività culturali — è stato presentato il progetto «My ferrature space». Questa iniziativa internazionale, che coinvolge anche studenti italiani, sloveni e austriaci, pone l'attenzione sulla qualità della vita nelle regioni di confine. In particolare sono state studiate, utilizzando metodi scientifici, le necessità che in futuro gli studenti avranno per vivere e lavorare nelle aree marginali della regione europea Alpe-Adria.
Per il Friuli-Venezia Giulia sono stati coinvolti alcuni allievi del liceo scientifico Statale «L. Magrini» di Gemona del Friuli che hanno preso in esame il territorio della Val Resia. La metodologia, seguita per lo studio, ha previsto la realizzazione di brevi video che analizzano gli spazi di vita attuali; in un secondo momento sono stati fissati i parametri per la qualità della vita che hanno consentito di analizzare gli elaborati proposti. Durante l'incontro a Prato, il liceo «Magrini» ha presentato il video realizzato in Val Resia, intervistando ragazzi, amministratori, esercenti ed operatori agricoli, che hanno descritto i vari aspetti legati al vivere quotidiano in valle. Sono emersi, tra l’altro, la criticità dei trasporti, il limitato turismo, le problematiche sociali e il drammatico calo demografico.
Al termine della presentazione, i ragazzi hanno invitato il folto pubblico ad esprimersi su questo lavoro chiedendo di aiutarli ad individuare le strategie di sviluppo per migliorare la qualità della vita in valle. Purtroppo, non hanno ottenuto alcuna risposta. Neanche da chi si riempie la bocca quotidianamente di salvaguardia della Val Resia e delle sue specificità.
Certo, è molto più facile sventolare il tricolore che individuare concrete proposte per il futuro. O, forse, la rinascita di Resia a quei signori non interessa affatto.

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