Predstavli so Cuffolov dnevnik_Presentato il “Moj dnevnik” di Cuffolo

E’ stata presentata sabato 11 ottobre a Platischis la seconda edizione del «Moj Dnevnik – la seconda guerra mondiale vista e vissuta nel focolaio della canonica di Lasiz», scritto da don Antonio Cuffolo durante la seconda guerra mondiale, edito dalla cooperativa Most di Cividale e uscito a dicembre dello scorso anno. A presentare il volume, nei locali dell’ex latteria, il curatore del volume, Giorgio Banchig, la nipote di don Cuffolo, Antonia Cuffolo, superiora generale dell’Istituto Suore figlie di Sant’Eusebio di Vercelli, il parroco di Nimis, mons. Rizieri De Tina, il prefetto di Tolmino, Zdravko Likar e il vicesindaco di Taipana, Elio Berra. La presentazione è stata preceduta da una santa messa per ricordare il 55° anniversario della morte di don Cuffolo.
Il volume contiene, in realtà, due diari distinti, scritti dallo stesso Cuffolo in italiano e in sloveno. Queste due parti rappresentano due cronache diverse della seconda guerra mondiale. La parte in sloveno parla degli avvenimenti dal 1938 al 1946, quella in italiana, invece, di quelli dal 1940 al 1947. Non si tratta di una mera traduzione da una lingua all’altra, ma di due testi scritti in due periodi diversi.
Mentre il testo sloveno risale al periodo in cui è stato scritto, quello italiano è stato redatto sulla base di quello sloveno qualche anno più tardi, si pensa all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso.
«La doppia stesura del diario – spiega nell’introduzione mons. Marino Qualizza – non è una ripetizione, ma una visione diversa dei fatti perché don Cuffolo pensava ai destinatari italiani e sloveni. Verso i primi ha usato maggiore diplomazia addolcendo talvolta certi episodi, ai fini di una lettura non polemica, ma costruttiva, anche in prospettiva futura. Per i secondi, invece, ha voluto sottolineare i meandri più nascosti ed anche difficili della situazione degli sloveni della provincia di Udine, affinché si rendessero conto di quali ostacoli fosse disseminata la loro strada e rimanessero meravigliati della capacità di resistere e della volontà di sopravvivere fino ai nostri giorni». È stato scelto Platischis come luogo della prima presentazione del volume, perché è qui che nel 1889 nacque don Cuffolo da una famiglia di agricoltori. Dopo gli studi in seminario, venne ordinato sacerdote nel 1914. Quando nel 1956 la cappellania di Lasiz fu elevata a parrocchia, don Cuffolo ne diventò il primo parroco. «Don Antonio Cuffolo – leggiamo nel Primorski slovenski biografski leksikon – fedele discepolo di mons. Ivan Trinko, ama intensamente la propria terra e senza timore combatte per i diritti della sua gente, soprattutto per la conservazione della lingua e cultura slovena. […] Negli anni dell’emigrazione massiccia alza la voce e ne denuncia le cause, mettendo in guardia gli emigrati contro i pericoli cui andavano incontro soprattutto nelle miniere del Belgio, e mantiene con loro contatti epistolari».
Don Cuffolo morì nell’ospedale di Cividale il 13 ottobre 1959. È sepolto nel cimitero di Lasiz.

V prostorih bivše mlekarne so predstavili v soboto drugo izdajo Cuffolovega dnevnika, ki nosi naslov “Moj dnevnik”, ki jo je konca 2013 izdala zadruga Most. Spregovorili so Giorgio Banchig, nečakinja Cuffola Antonia Cuffolo, ki je predstojnica hčer sv. Eusebija v Vercelli, msgr, Rizieri De Tina, ki je župnik v Nemeh, tolminski prefekt Zdravko Likar in podžupan tipajske občine Elio Berra. Pred predstavitvijo je bila sveta maša ob 55. letnici smrti g. Cuffola.

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