1816, l’anno senza estate e morto di freddo

 
 
Da un Promemoria già conservato nell’Archivio vicariale di Attimis nel sec. XIX, il compilatore delle memorie ebbe a scrivere: «…E pensando al miglior mezzo senza mai trovarlo, finalmente nella mia capadocia mi venne la stravagante idea di racc™r in unum que’ documenti che quivi attrovansi e che riguardan la fame del 1816-17; e poscia a Lei spedirli. Ho dovuto farmi un cuor forte perché l’argomento non è né ricercato, né dedicato; né la mia mano è maestra di Calligrafia…». La lettera accompagnatoria era indirizzata «All’Egregio e Molto Reverendo Signore Signor Ab. Giovanni». Il mittente, in data Attimis 16 giugno 1881, si firmava Ab. Pier Berto.

-Proemio-
«Assai infausto per il nostro Friuli compariva il secolo che corre. Napoleone I ne avea qua e colà assieme alle messi rovinate le campagne per farne i teatri di sue avventure. Gli abitanti atterriti dal rimbombo de’ cannoni, vedevano di giunta i loro giovani abbandonare forzati la coltura dei campi per marciare fin oltre i Pirenei; e di sostenitori de’ vecchi padri ad diventar baluardi del Bonaparte. Né questo basta, perché i nostri Comuni erano costretti ad esaurire i loro risparmj in taglie militari, in spedir messi, in fornire foraggi, in acquartierar truppe ed in altre imposizioni di guerra. A tante sventure s’accoppiarono molti anni di seguito tutti piovosi.
Immaginate voi lo stato del nostro Friuli in modo particolare; il quale al dire de’ Dotti, trovarsi in una delle Zone più piovose d’Italia. Alla miseria antecedente, pioggia, pioggia e pioggia, grandine e pioggia era l’avvicendarsi delle stagioni. Per la qual cosa i grani né seminarsi, né maturare, né mietersi potevano.
Ecco arrivato l’anno 1816, il quale siffattamente mise il colmo alla miseria; che nel susseguente 1817 ‘si moriva per le vie di fame, e una boccata d’erba, una magra radice di pruno, che pendeva dalle aggrinzate pallide labbra de’ cadaveri svelava la lotta estrema durata contro i latrati del ventre’ (Candotti, Racconti popolari, pagina 310).
Ma fra tutti i paesi del Friuli, quelli di montagna n’ebbero la peggio: vuoi pel terreno più frigido ed inacquato, vuoi per la scarsezza dei suoli arativi.
È appunto a descriver la fame di paesi montuosi, che io qui m’accingo. Due Comuni, Attimis e Platischis sono il mio tema. I dati storici da me raccolti sono tutti ufficiali; li trascrissi e li compendiai dagli originali esistenti presso l’Archivio olim Vicariale di Attimis.
Se ancora questi documenti trovansi (quantunque incompleti) è tutto merito di Pre Sebastiano Adami Vicario in quel tempo in Attimis. Verrà tempo, in cui molti frugheranno, onde acquistar notizie sulla fame del 1817, ma inutilmente. La incuria di molti Rettori di Chiese, la voracità del tempo, il mal costume de’ topi distrugeranno quel po’ che ora si trova. Ed onde ciò non accada delle carte e note dal solerte Vicario Adami con tanta premura conservate; io qui li compendio in parte, parte ne trascrivo ad verbum. Da questi Documenti, quantunque pochi, molte cose apprenderemo; e se ci addolora il ricordare que’ giorni fatali; ci consoli il ricordare la carità cristiana, la premura delle due Autorità, lo zelo de’ locali Sacerdoti».
(2. continua)

1. Pietro Bertolla senior, Fame dall’anno 1916-17 di Attimis e Platischis con Note storiche relative, Libro 2, (Fondo mss. Bertolla Archiv. Semin. Udine)

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