Veselijo se »Gira« in varnejše ceste_Sì al Giro e una strada più sicura

In Valcanale, e non solo, ha sollevato un gran polverone e provocato polemiche l’iniziativa di «Legambiente», che ha lanciato sulla piattaforma internet «Change» una petizione contro la tappa Tarvisio-Lussari (a cronometro) del Giro d’Italia, programmata per la fine del mese di maggio 2023, e la conseguente sistemazione e messa in sicurezza della strada forestale che dalla Val Saisera porta al borgo del noto santuario mariano caro a sloveni, carinziani e friulani.

La petizione, che al mattino del 23 agosto aveva raggiunto 3078 sottoscrizioni, esprime contrarietà alla tappa del Giro «per il pesante e trasformativo impatto di infrastrutture che questo evento necessariamente comporterà». Si può firmare fino all’8 settembre, ma non si vede come l’iniziativa possa fermare i lavori sul tracciato di otto chilometri, già a buon punto, e la tappa della corsa rosa, ormai calendarizzata.

Sul Lussari, a Tarvisio e in Valcanale non si nasconde disappunto, in alcuni casi rabbia, per la petizione. Infatti, da tempo lassù si chiede una viabilità più sicura per il Lussari, pur ribadendo che la strada deve restare chiusa per tutti i mezzi a motore, tranne per quelli di chi sul monte e alle sue pendici gestisce attività, nonché per i mezzi di soccorso in caso di emergenza.

«La strada è stata allargata un po’ e asfaltata. Sarà più percorribile e sicura per noi che operiamo sul Lussari. Per quanto ne so, non c’è intenzione di aprirla al traffico e nessuno di noi è favorevole a questo», risponde alla nostra domanda padre Peter Lah, che cura il servizio pastorale al santuario.

Un tanto assicura anche il comunicato della giunta comunale di Tarvisio, postato dalla vicesindaca, Serena De Simone. «In questi giorni – vi si legge – si sono alimentate congetture varie circa l’accesso o meno alle auto sul Monte Lussari a seguito dei lavori ancora in corso. Ci sembrava superfluo sostenere che no, non potranno accedere le auto. In ogni caso, a scanso di equivoci, ribadiamo che i lavori di asfaltatura del tratto della strada del Lussari non consentiranno alcun accesso ad autoveicoli “turistici” fatta eccezione per i mezzi di soccorso e i frontisti (come già previsto dalla normativa regionale). L’opera prevista sul Monte Lussari è finanziata dalla Protezione civile e consentirà un fruibile accesso ai mezzi di soccorso e manutentivi ed alle persone diversamente abili. (…) Inoltre, la Regione ha stanziato ulteriore finanziamento per opera di riqualificazione della zona di arrivo al Lussari e di accessibilità al borgo con abbattimento delle barriere architettoniche». Di questo è soddisfatto padre Lah. «La parte della strada che circonda il borgo è stata consolidata e asfaltata. E questo è un bene per il santuario, in quanto faciliterà l’accesso per chi deve usare la carrozzina o cammina con fatica».

Secondo il religioso, gli attuali interventi «sono limitati rispetto ai precedenti». Infatti negli anni scorsi, oltre alla nuova cabinovia, sono state realizzate nuove piste da sci, con seggiovie, skilift e impianti di innevamento artificiale. Quanto all’evento sportivo, padre Lah ritiene che non rappresenterà alcun problema per il santuario: «Durerà un solo giorno e in quel periodo la chiesa sarà chiusa». Alle polemiche sulla tappa del Giro d’Italia sul Lussari ha fatto riferimento anche il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, all’inaugurazione dell’«Alpenfest» a Tarvisio. «Abbiamo la fortuna di essere riusciti a tutelare, negli anni, questo territorio. Purtroppo non è stato lo stesso in alcune aree di montagna lontane dalla nostra regione, diventate meta di un turismo di massa, con la conseguenza di aver perso l’anima montana. Non possiamo permettere accada anche qui. Si deve dimostrare intelligenza nell’affermare che il territorio si tutela con interventi mirati, con equilibrio e buon senso. La montagna va valorizzata e non stravolta in quella che è la sua essenza, ed è questa la sfida che siamo chiamati a perseguire tutti: le istituzioni ma anche la comunità locale». (R. D.)

V Kanalski dolini je dvignila precej prahu in povzročila polemike pobuda okoljevarstvenega gibanja Legambiente, ki zbira podpise, sicer na spletni platformi Change, proti kronometrski etapi kolesarske dirke po Italiji – Gira s Trbiža na Višarje maja 2023. Slednja  zahteva urejanje doslej makadamske ceste iz Ovčje vasi do priljubljenega Marijinega svetišča. Posegi na osemkilometrski poti so v polnem teku, medtem ko je etapa skoraj zagotovljena.

Do zdaj je k pobudi pristopilo 3078 ljudi (podpise bodo zbirali do 8. septembra), domačini so pa ogorčeni, saj si močno želijo varnejšo cesto, ki pa mora ostati zaprta za vsa vozila, razen za ljudi, ki na Višarjah delajo, skrbijo za višarsko planino in upravljajo gozd. Seveda tudi za interventna vozila v primeru nesreče.

»Eno vprašanje je pot, drugo je kolesarska dirka. Kar se poti tiče, malo so jo razširili in asfaltirali. Cesta bo bolj prehodna in varna tudi za nas. Uporabljamo jo samo mi, ki delamo na Višarjah. Kolikor jaz vem, ni namere, da bi bila odprta za promet in tega tudi nihče od nas ne podpira, ker preprosto ni prostora. Tisti del ceste, ki je pa prav na vrhu Višarij, okrog cerkve, oziroma okrog naselja, so utrdili in asfaltirali. V tem smislu upam, da bo boljše tudi za svetišče, saj bodo imeli lažji dostop ljudje, ki potrebujejo voziček ali težko hodijo,« razlaga pater Peter Lah, ki skrbi za svetišče.

Po patru Lahu, sedanji »ni velik poseg v primerjavi s prejšnjimi.« V preteklih letih so namreč speljali na Višarje novo žičnico in uredili nove smučarske proge z dvosedežnicami in vlečnicami vred ter s topovi za izdelavo umetnega snega. »Glede Gira, kar se svetišča tiče, jaz ne vidim nobenega problema, ker bo takrat zaprto in tekmovanje bo trajalo le en dan,« zaključi.

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