V Jaslicah najdemo bistvo Božiča_Nel presepe l’essenza del Natale

Il presepe ci ricorda come Dio si sia fatto uomo per essere vicino a ciascuno. Grazie al presepe è allora possibile ritrovare l’essenza del Santo Natale. L’ha ribadito papa Francesco, inaugurando il presepe di piazza San Pietro a Roma, che quest’anno è stato realizzato in arcidiocesi di Udine, a Sutrio.

Questo Natale si celebra l’ottocentesimo anniversario del presepio, che San Francesco volle far allestire alla vigilia del Natale del 1223 nelle vicinanze di Greccio. Anche in Benecia, Resia e Valcanale la tradizione è ben radicata. I presepi sorgono nelle case, nelle chiese, nelle vie e nelle piazze dei paesi. Alcuni sono dei gioielli, autentiche opere d’arte, tanto da essere inserite nel «Giro presepi del Friuli Venezia Giulia».Quest’anno la collaborazione pastorale di San Pietro al Natisone ha lanciato l’iniziativa «Presepi nelle Valli». Per aderire va inviata una foto del presepe all’indirizzo di posta elettronica cpsanpietroalnatisone@gmail.com, indicando ubicazione, se è pubblico o privato, se è visitabile o meno. Sarà inserito nella mappa. «Desideriamo dare maggiore visibilità ai vari presepi che ci sono in giro per le nostre borgate… mappandoli», hanno scritto gli organizzatori.

«Te dan je usega veseja» è il titolo del concorso promosso dall’associazione «Grimacco e dintorni». Le foto devono essere inviate entro il 2 gennaio alla mail contatti@grimaccoedintorni.it oppure al numero WhatsApp: 389 0747129 (Marco); 333 4595334 (Giacomo) indicando nome, cognome e indirizzo del partecipante, nonché un contatto telefonico. Chi ha problemi può chiamare e verranno dall’associazione stessa a fare le foto. Saranno premiati i primi 3 classificati. I vincitori verranno resi noti il 6 gennaio. Le foto dei presepi verranno pubblicate anche sul sito www.grimaccoedintorni.it.

«Nella sua genuina povertà, il presepe ci aiuta a ritrovare la vera ricchezza del Natale, e a purificarci da tanti aspetti che inquinano il paesaggio natalizio. Semplice e familiare, il presepe richiama un Natale diverso da quello consumistico e commerciale: è un’altra cosa; ricorda quanto ci fa bene custodire dei momenti di silenzio e di preghiera nelle nostre giornate, spesso travolte dalla frenesia. Il silenzio favorisce la contemplazione del Bambino Gesù, aiuta a diventare intimi con Dio, con la semplicità fragile di un piccolo neonato, con la mitezza del suo essere adagiato, con il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono», ha detto il papa lo scorso 3 dicembre.

Dal santo padre è poi arrivato l’invito a farsi piccoli per andare davvero incontro a Gesù, per scoprirlo lì dove è nato. L’Emmanuele, il Dio con noi.

«Se vogliamo festeggiare davvero il Natale – sono le sue parole – riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza, la piccolezza di Dio, che si fa piccolo, non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla. Per incontrarlo bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, farsi piccoli, lasciare ogni vanità, dove Lui è. E la preghiera è la via migliore per dire grazie di fronte a questo dono d’amore gratuito, dire grazie a Gesù che desidera entrare nelle nostre case, che desidera entrare nei nostri cuori».

Il papa ha parlato anche dell’altro simbolo tradizionale del Natale, l’albero addobbato, sottolineando che, proprio come gli alberi, anche gli uomini hanno bisogno di radici.

«Solo chi è radicato in un buon terreno, rimane saldo, cresce, “matura”, resiste ai venti che lo scuotono e diventa un punto di riferimento per chi lo guarda. Ma, cari, senza radici nulla di ciò avviene: senza basi salde si rimane traballanti. È importante custodire le radici, nella vita come nella fede. A questo proposito l’Apostolo Paolo ricorda il fondamento nel quale radicare la vita per restare saldi: dice di rimanere “radicati in Gesù Cristo”. Ecco che cosa ci ricorda l’albero di Natale». (R. D.)

Drevo in jaslice sta znamenji Božiča, ki še naprej navdušujeta male in velike. »Drevo nas s svojimi lučkami spominja na Jezusa, ki prihaja, da bi razsvetlil naše temine, naše bivanje, ki je pogosto zaprto v senco greha, strahu in bolečine. In vabi nas k nadaljnjemu razmisleku: tako kot drevesa tudi ljudje potrebujejo korenine. Kajti le tisti, ki je ukoreninjen v dobri zemlji, ostane trden, raste, ”zori”, vzdrži vetrove, ki ga pretresajo, in postane oporna točka za tiste, ki ga gledajo. Toda brez korenin se ne zgodi nič od tega: brez trdnih temeljev je človek nestabilen. Pomembno je varovati korenine, tako v življenju kot v veri. Apostol Pavel nas v zvezi s tem spominja na temelj, v katerem moramo ukoreniniti svoje življenje, da bi ostali trdni: pravi, da moramo ostati ”ukoreninjeni v Jezusu Kristusu”. Na to nas spominja božično drevo!« je dejal papež Frančišek ob postavitvi jelke in jaslic na trgu Svetega Petra v Rimu.

Po svetem očetu jaslice »nam govorijo o rojstvu Božjega Sina, ki je postal človek, da bi bil blizu vsakemu izmed nas. V svojem pristnem uboštvu nam jaslice pomagajo ponovno odkriti resnično bogastvo Božiča ter se očistiti številnih vidikov, ki kvarijo božično vzdušje. Jaslice so preproste in domače ter spominjajo na Božič, ki je drugačen od potrošniškega in komercialnega; spominjajo nas, kako dobro je, da ohranjamo trenutke tišine in molitve v naših dneh, ki jih pogosto preplavlja frenetičnost. Tišina spodbuja kontemplacijo Deteta Jezusa; pomaga nam, da se zbližamo z Bogom, s krhko preprostostjo majhnega novorojenčka, ki krotko leži v jaslih in je nežno povit v plenice.«

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