Si distrugge anche l’opera nascosta di Dio
Uničujejo tudi skrivnostno Božje delo
Ci riesce difficile seguire tutti gli avvenimenti di questi tempi, a dir poco calamitosi. Ridotto il numero dei sacerdoti in zona quasi a zero; cancellata la forania di San Pietro al Natisone e immersi nel grande mare della megaforania di Cividale; trasferito don Rinaldo Gerussi a Pertegada, con don Michele Zanon che riesce appena a prendere visione della vallata di San Leonardo, che già subito è promosso a San Pietro per prendere nuovamente il volo, dopo appena cinque anni, per quel di Gonars. Ci viene davvero il capogiro. E ci mancava il coronavirus, per avere il quadro completo.
È facile capire che in questa situazione, sopraggiunta per cause non imputabili a nessuno, se non alla calamità dei tempi, chi ne soffre sono le popolazioni delle nostre parrocchie che non hanno guide stabili e che devono accontentarsi, quando c’è, di una messa come unica grazia di Dio. È facile intuire che la vita cristiana soffra di malnutrizione, come quei bambini che vediamo spesso in Tv, dove vengono mostrati per chiedere contributi in loro favore. Noi e non solo noi, non possiamo neanche questo.
Ci troviamo in grave ritardo anche nella preparazione di laici come indispensabili collaboratori in questitempi di indigenza. Per fortuna, continua in ogni comunità la loro opera preziosa, non da oggi, ma come spontanea e generosa collaborazione nella vita pastorale, collaudata da secoli di partecipazione, come del resto lo dimostra la storia delle vicinie che hanno caratterizzato anche la vita civile. Vorremmo che questo stile continuasse e mantenesse le sue caratteristiche.
Questo richiede, da parte di chi verrà, una conoscenza adeguata della nostra storia, tradizioni, cultura, lingua e indole. I decenni passati, e quelli del secolo scorso, ci parlano di scarso interesse, quando non disinteresse per quanto appena ricordato. Non è possibile che una cultura ed una civiltà millenaria vengano sepolte nell’indifferenza, e spesso nell’ostilità, soprattutto nel passato, senza che ci si renda conto che qui si distrugge anche l’opera nascosta di Dio.
I più di mille anni della nostra storia cristiana sono il risultato del lavoro umano, corroborato da quello divino, senza il quale il precedente poco ottiene. Noi vogliamotenere viva questa storia, che per noi è storia di salvezza, vissuta fra pericoli e vittorie, fra sofferenze e gioie. Se verrà un altro sacerdote dopo don Michele Zanon, tenga conto di queste essenziali esigenze e conduca il suo prezioso lavoro nella conoscenza della realtà che stiamo vivendo, sulla base della eredità ricevuta.
Marino Qualizza