Savogna rinuncia a 40 mila euro

 
 
Può un comune come Savogna rinunciare a un contributo di 40 mila euro destinato a opere pubbliche? Davvero no. Tanto meno in questo periodo di crisi e di scarsità di risorse. Eppure è successo.
Lo scorso mese di luglio il commissario straordinario della Comunità montana, Tiziano Tirelli, ha approvato la ripartizione di 330 mila euro, derivanti dalla legge di tutela della minoranza slovena e destinati a interventi per la valorizzazione ambientale culturale e sociale del territorio. I progetti dei comuni identificati come “espressamente montani” (fascia C) hanno tutti ricevuto 40 mila euro, tranne quello di Savogna. Il motivo è semplice: non ha fatto domanda pur essendo stato sollecitato dalla stessa Comunità montana a farla. Non si tratta quindi di dimenticanza, ma di assenza di progetti, cioè di idee, o peggio ancora di scelta ideologica.
Sia l'una o l'altra, i cittadini di Savogna per colpa della loro amministrazione sono restati a secco, mentre a Drenchia sarà sistemata la strada di Clabuzzaro, a Grimacco si faranno i lavori per l'area adiacente alla palestra di Liessa (20 mila euro), a Pulfero sarà completato il recupero strutturale della grotta di Antro, a Stregna saranno fatti lavori nel municipio, a Faedis sarà recuperata la canonica di Canebola, a Lusevera si interverrà nelle grotte di Villanova e nel museo etnografico, a Taipana si realizzerà l'aera giochi e quella festeggiamenti a Prosenicco. Nella fascia B, sono stati assegnati 24 mila euro ad Attimis per il recupero del centro sociale di Subit, 23 mila euro a Nimis per l'aera polifunzionale di Cergneu e 23 mila euro a San Leonardo per la creazione di un parco giochi e di un parco tematico. Non è stato finanziato il progetto presentato da San Pietro al Natisone.
Certamente anche sul territorio del comune di Savogna ci sarebbero stati molti interventi da fare. Per fare un esempio eclatante, si sarebbe potuto richiedere un finanziamento per restaurare la grande statua del Sacro Cuore di Montemaggiore che sta andando letteralmente a pezzi e la parrocchia non dispone dei fondi necessari al recupero.
La maggioranza che guida il comune dall'anno scorso con questa vicenda ci fa davvero una brutta figura, anche perché si era presentata all'insegna della concretezza: poche parole, tanti fatti. Del resto questa estate a Savogna ha lasciato a desiderare la manutenzione delle strade (lo sfalcio dei cigli è avvenuto tardi) e si sono visti cassonetti delle immondizie traboccanti e spesso debordanti, soprattutto quelli della raccolta differenziata: un biglietto da visita poco gradevole per i residenti e per i turisti.
Sembra tuttavia che all'interno dell'amministrazione non si respiri un clima politicamente sereno. La loro parte l'hanno fatta le firme apposte dal sindaco, Marisa Loszach, sulla lettera al ministro Franco Frattini contro la scuola bilingue (frequentata anche dai figli del vicesindaco) e sul documento che intende consegnare a Cividale la gestione delle Valli del Natisone. E c'è la questione dei cartelli stradali bilingue già finanziati dalla Regione ma non ancora installati. Sindaco e vicesindaco si sarebbero recati presso i competenti uffici a Udine per chiedere di dirottare i fondi su tabelle di tipo turistico, ricevendo logicamente una risposta negativa: se la toponomastica in sloveno non sarà realizzata in tempi brevi il comune dovrà restituire i soldi.
Ma non è solo una questione di finanziamento. Per Savogna il bilinguismo è un atto dovuto e la mancata apposizione della cartellonistica stradale in italiano e sloveno si potrebbe configurare come omissione di atti d'ufficio. Si potrebbe giungere alla richiesta di commissariamento del comune.

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