Nei giorni passati, precisamente il 22 e 23, aprile non sono passati nel silenzio rispettivamente la Giornata della Terra e la Giornata del libro. Molto sarebbe da argomentare, da riflettere e da agire su questi argomenti, su questi valori che danno all’uomo il senso della propria esistenza: del «dove» vive e del «come» vive. La Terra è la nostra casa e come tale va valorizzata, difesa, abbellita, preservata per le future ge nerazioni.
Non basta di certo un giorno all’anno per prendere in seria considerazione quali siano i doverosi comportamenti al fine di limitare e progressivamente eliminare almeno i peggiori rischi cui sta andando incontro questa nostra casa comune. Ciascuno di noi, volenti o nolenti concorre allo sfacelo in atto e la natura vivente ci sta avvertendo che siamo all’ultimo stadio coi mezzi di cui dispone; basta vedere gli effetti del riscaldamento glo – bale. È d’obbligo un salto di consapevolezza, una ripresa della conoscenza e della corresponsabilità di fronte a quello che l’intelligenza ci suggerisce e la conoscenza scientifica certifica.
Sta scemando il senso della misura; pare che si stia obnubilando quella parte dell’uomo che dovrebbe regolarne il comportamento, lo sviluppo del pensiero, della capacità di analisi, del senso di corresponsabilità, dei valori sociali e culturali della solidarietà. Se oggi la scienza è arrivata a comprendere molte delle leggi della natura è perché l’umanità è riuscita a tramandare e così accumulare le conoscenze, sebbene ciò abbia permesso anche di violarne le leggi, di stravolgerle e di abusarne. Purtroppo.
In questo senso trovo come opportuno il richiamo al secondo argomento citato in premessa: la Giornata del libro, della lettura, dello sviluppo della parte spirituale, emotiva, valoriale della persona. Gli uomini che maggiormente hanno potuto usufruire del dono della conoscenza e della sapienza, nel tempo hanno sa – puto mettere per iscritto, magari scolpito su una stele di pietra il proprio pensiero, su papiro o pergamena. Fu inventata la stampa che permise il diffondersi della conoscenza, dei frutti del genio umano. Tanto che oggi possiamo conoscere molto del passato dell’umanità e con l’ausilio dell’intelligenza artificiale si è spalancato ogni possibile orizzonte, potendo espandere quasi all’in – finito nel tempo e nello spazio quanto memorizzato in miliardi di piccolissime celle di memoria artificiale. Oggi nel mondo in cui viviamo interamente influenzato da internet, l’attenzione va in tutte le direzioni possibili ma ciò comporta una pericolosa di – spersione mentale e un progressivo smarrimento. In soli cinque minuti tra facebook, skype, whatsapp e quant’altro, si monitora il proprio smartphone, si interagisce con i colleghi di lavoro, ci si perde con la mente, magari camminando come ebeti per strada o rischiando la vita in auto. Questi comportamenti da «mi piace» provocano un aumento del livello di stress, diminuendo la nostra capacità di entrare in se stessi.
Ecco, allora, la funzione quasi salvifica di chi sa prendere del tempo per leggere un libro. Quando leggiamo un libro tutta la nostra attenzione si riversa sulla storia. E se il libro ci coinvolge ci porta ad una dimensione diversa del nostro essere adesso e qui. Si riduce lo stress magari dimenticando i propri problemi; si migliorano le proprie conoscenze elevando il proprio bagaglio intellettuale e culturale; si espande il vocabolario e la capacità di usufruirne in ogni circostanza espressiva e sociale; si esercita l’attenzione e la concentrazione migliorando la memoria anche a difesa dalle frequenti malattie mentali in età avanzata.
Mi si permetta un appunto a suggellare, nell’esperienza per – sonale, la validità della lettura. Iscritto alle scuole medie, dopo l’esperienza discutibile della scuola elementare nell’ambiente domestico di lingua e cultura slovena, nel primo anno ero in serie difficoltà con la lingua italiana e la mia carriera scolastica era seriamente compromessa. A casa non avevo libri a disposi –zione se non quelli scolastici, ma nel periodo delle vacanze ebbi la fortuna di poter affondare le mani in un grosso baule pieno di libri per ragazzi. Non saprei dire quanti di essi siano stat i il mio nutrimento mentale quotidiano per oltre due mesi, so che la lettura coinvolgeva ogni minuto di tempo libero; a scapito dell’etichetta anche durante i pasti, così come oggi fanno molti ragazzi con lo smartphone. Non ebbi più problemi con la lingua e da allora le librerie e le biblioteche divennero dispensatori di un bene di prima necessità. Si tratta di un mondo parallelo che diviene un rifugio, una scappatoia, una valvola di sfogo rispetto al mondo concreto e drammatico in cui ci tocca vivere.
Quando il libro diventa rifugio_Ko knjiga postane zatočišče
Nei giorni passati, precisamente il 22 e 23, aprile non sono passati nel silenzio rispettivamente la Giornata della Terra e la Giornata del libro. Molto sarebbe da argomentare, da riflettere e da agire su questi argomenti, su questi valori che danno all’uomo il senso della propria esistenza: del «dove» vive e del «come» vive. La Terra è la nostra casa e come tale va valorizzata, difesa, abbellita, preservata per le future ge nerazioni.
Non basta di certo un giorno all’anno per prendere in seria considerazione quali siano i doverosi comportamenti al fine di limitare e progressivamente eliminare almeno i peggiori rischi cui sta andando incontro questa nostra casa comune. Ciascuno di noi, volenti o nolenti concorre allo sfacelo in atto e la natura vivente ci sta avvertendo che siamo all’ultimo stadio coi mezzi di cui dispone; basta vedere gli effetti del riscaldamento glo – bale. È d’obbligo un salto di consapevolezza, una ripresa della conoscenza e della corresponsabilità di fronte a quello che l’intelligenza ci suggerisce e la conoscenza scientifica certifica.
Sta scemando il senso della misura; pare che si stia obnubilando quella parte dell’uomo che dovrebbe regolarne il comportamento, lo sviluppo del pensiero, della capacità di analisi, del senso di corresponsabilità, dei valori sociali e culturali della solidarietà. Se oggi la scienza è arrivata a comprendere molte delle leggi della natura è perché l’umanità è riuscita a tramandare e così accumulare le conoscenze, sebbene ciò abbia permesso anche di violarne le leggi, di stravolgerle e di abusarne. Purtroppo.
In questo senso trovo come opportuno il richiamo al secondo argomento citato in premessa: la Giornata del libro, della lettura, dello sviluppo della parte spirituale, emotiva, valoriale della persona. Gli uomini che maggiormente hanno potuto usufruire del dono della conoscenza e della sapienza, nel tempo hanno sa – puto mettere per iscritto, magari scolpito su una stele di pietra il proprio pensiero, su papiro o pergamena. Fu inventata la stampa che permise il diffondersi della conoscenza, dei frutti del genio umano. Tanto che oggi possiamo conoscere molto del passato dell’umanità e con l’ausilio dell’intelligenza artificiale si è spalancato ogni possibile orizzonte, potendo espandere quasi all’in – finito nel tempo e nello spazio quanto memorizzato in miliardi di piccolissime celle di memoria artificiale. Oggi nel mondo in cui viviamo interamente influenzato da internet, l’attenzione va in tutte le direzioni possibili ma ciò comporta una pericolosa di – spersione mentale e un progressivo smarrimento. In soli cinque minuti tra facebook, skype, whatsapp e quant’altro, si monitora il proprio smartphone, si interagisce con i colleghi di lavoro, ci si perde con la mente, magari camminando come ebeti per strada o rischiando la vita in auto. Questi comportamenti da «mi piace» provocano un aumento del livello di stress, diminuendo la nostra capacità di entrare in se stessi.
Ecco, allora, la funzione quasi salvifica di chi sa prendere del tempo per leggere un libro. Quando leggiamo un libro tutta la nostra attenzione si riversa sulla storia. E se il libro ci coinvolge ci porta ad una dimensione diversa del nostro essere adesso e qui. Si riduce lo stress magari dimenticando i propri problemi; si migliorano le proprie conoscenze elevando il proprio bagaglio intellettuale e culturale; si espande il vocabolario e la capacità di usufruirne in ogni circostanza espressiva e sociale; si esercita l’attenzione e la concentrazione migliorando la memoria anche a difesa dalle frequenti malattie mentali in età avanzata.
Mi si permetta un appunto a suggellare, nell’esperienza per – sonale, la validità della lettura. Iscritto alle scuole medie, dopo l’esperienza discutibile della scuola elementare nell’ambiente domestico di lingua e cultura slovena, nel primo anno ero in serie difficoltà con la lingua italiana e la mia carriera scolastica era seriamente compromessa. A casa non avevo libri a disposi –zione se non quelli scolastici, ma nel periodo delle vacanze ebbi la fortuna di poter affondare le mani in un grosso baule pieno di libri per ragazzi. Non saprei dire quanti di essi siano stat i il mio nutrimento mentale quotidiano per oltre due mesi, so che la lettura coinvolgeva ogni minuto di tempo libero; a scapito dell’etichetta anche durante i pasti, così come oggi fanno molti ragazzi con lo smartphone. Non ebbi più problemi con la lingua e da allora le librerie e le biblioteche divennero dispensatori di un bene di prima necessità. Si tratta di un mondo parallelo che diviene un rifugio, una scappatoia, una valvola di sfogo rispetto al mondo concreto e drammatico in cui ci tocca vivere.
Riccardo Ruttar
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