L’aquila attacca il pollaio dell’assessore a Campo di Bonis

 
 
È scesa in picchiata dalle cime del Gran Monte e ha fatto visita a Campo di Bonis, la splendida piana che fa da parterre all'abitato di Brezje/Montemaggiore. Lo ha fatto non certo in visita di cortesia, piuttosto intenzionata a razziare un pollaio, impedita nella sua determinazione aggressiva dalle maglia metalliche poste a protezione degli animali.
Lei è una delle aquile ormai di casa sulla catena montuosa che incornicia il territorio del comune di Taipana. Il luogo del tentato agguato venatorio è la tenuta dell'assessore Roberto Bassi, che per il perdurare dell'azione del rapace (si parla di 60 minuti di continui tentativi) ha avuto buon gioco nel fissare fotograficamente l'evento.
Sono diversi anni che, alzando lo sguardo verso le creste del Gran Monte, è possibile scorgere il volteggiare di due splendidi esemplari di aquila, facilmente identificabili anche da non esperti faunistici grazie alla maestosa apertura alare. Volano in coppia, volteggiando a notevole distanza tra di loro, ma con movimenti che paiono del tutto sincronizzati, sicuramente espressione della poesia che sprigiona da un territorio incontaminato.
Alcuni cacciatori del luogo avanzano l'ipotesi che i volatili abbiano costruito il nido proprio sulle creste del Gran Monte. Ma potrebbero anche provenire, per temporanea trasferta, dalla vicina catena dei Musi, o forse dal territorio resiano.
Al riguardo merita ricordare che lo scorso autunno, mentre la gente di Brezje era in attesa della visita dell'arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, forse attratte dall'abile scampanottio di Bruno Comelli, ben tre aquile volteggiarono per un quarto d'ora sopra il paese. Ed è facile intuire che proprio una delle tre, pur interpretando il clima festoso del momento, sia riuscita ad allungare lo sguardo poco più sotto, verso la piana di Campo di Bonis, appunto, dove la prima abitazione è proprio dell'assessore Roberto Bassi. Sarebbe, pertanto, logico ritenere che il rapace, proprio in quell'occasione, abbia avuto l'ispirazione per una susseguente incursione.
Congetture a parte, le immagini fissate dall'interessato hanno animato, il giorno successivo, il pranzo comunitario all'osteria Sedola di Platischis, dove il piatto del giorno proponeva, tra l'altro, le ossa di maiale, frutto della «mattanza» di qualche giorno prima, quando la cooperativa «Le valli dell'orso» aveva insaccato cinque suini allevati con il sistema biologico.
È difficile, peraltro, trovare un parallelo tra l'aquila del Gran Monte e un pranzo a base di maiale. Il tutto è stato, invece, amalgamato dai superbi vini di Ettore Sedola e dal dolce finale della moglie Aline, eccezionalmente imbiancato con zucchero a velo. Il tutto in un clima di semplicità e di rispetto, valori che dovrebbe stimolare rapporti di sincerità e di collaborazione per una crescita collettiva delle comunità del Gran Monte, consentendo alle aquile unicamente la possibilità di volteggiare come contorno immaginifico.

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