In Valcanale gli anni immediatamenti successivi alla prima guerra mondiale, con l’annessione al Regno d’Italia conseguente ai Trattati di Saint-Germain- en-Laye del 1919 e di Rapallo del 1920, furono piuttosto concitati.
Diverse volte abbiamo scritto di come la popolazione, dopo secoli di permanenza amministrativa, economica e culturale nell’area di quella che nei secoli era diventata l’Austria-Ungheria, più precisamente nella sua regione bilingue della Carinzia, con tedesco e sloveno, abbia fatto difficoltà a interfacciarsi con la nuova amministrazione del Regno d’Italia, che aveva ricevuto la Valcanale come parte del bottino quale Paese vincitore.
Anche queste difficoltà, in qualche modo, portarono alla nascita dell’entità amministrativa del Comune di Malborghetto-Valbruna, qualche anno dopo il decreto di scioglimento del consiglio comunale del Comune di Ugovizza-Valbruna (già Uggowitz- Wolfsbach/Ukve-Ovčja vas), che avvenne a seguito della concitata seduta del consiglio comunale del 21 dicembre 1924. Quest’anno saranno cento anni fa.
Gli eventi si collocano nel breve periodo di bilinguismo italiano-tedesco che, in Valcanale, il Regno d’Italia concesse negli anni Venti, senza considerare come prima, accanto al tedesco, la seconda lingua regionale della Carinzia (e di molte sue entità comunali, San Leopoldo, Ugovizza-Valbruna, Camporosso comprese) fosse lo sloveno.
Il Giornale del Friuli allora riportò quanto scritto di seguito.
«Domenica scorsa si è riunito questo consiglio comunale, composto prevalentemente da Sloveni. Aperta la seduta, il segretario pluricomunale, un funzionario italiano, iniziò la lettura di due decreti del R. Sottoprefetto di Tolmezzo che annullava due deliberazioni del consiglio, perché prese in aperta violazione di legge. Da due consiglieri slavi con fare pretenzioso e sprezzante, fu tosto interrotto ed invitato formalmente ed insistentemente a non continuare la lettura dei documenti suddetti in lingua italiana, poiché, così loro dissero, “Noi non siamo italiani, né ci occorre la lingua italiana”. Il funzionario protestò ener- gicamente mentre il sindaco non si credette nemmeno in dovere di richiamare all’ordine i due consiglieri ma per converso, mantenne un contegno passivo, abbassando la testa mentre gli altri presenti, escluso un assessore, stettero in silenzio, rendendosi così solidali coi due protestanti e perciò ugualmente responsabili. Fu in seguito al franco e patriottico contegno del fiduciario, coadiuvato dall’applicato e da un assessore, che la lettura poté essere fatta nella nostra lingua ufficiale, seguita dalla traduzione in tedesco, come di consueto. Il fatto ha destato gravissima impressione specialmente tra il nostro elemento (quello italiano, dal giornalista contrapposto a quello “allogeno”, ndr), e tutti si attendono energici provvedimenti dell’autorità superiore, tanto più perché, tempo addietro, l’amministrazione fu invitata a modificare il suo atteggiamento e a cessare dalla sua resistenza, la quale non avrebbe potuto condurre che a straordinarie misure. Furono spediti i telegrammi di protesta alle autorità e precisamente uno del capostazione sig. Bronzetti, uno a nome dei Combattenti e degli Italiani e uno del dimissionario assessore sig. Gross per gli allogeni. Intanto apprendiamo che un assessore si è dimesso in segno di protesta. Confidiamo che le autorità prefettizie intervengano prontamente non solo per il rispetto della legge, ma anche per il decoro e buon nome italiano».
Ritenendo il contegno passivo del sindaco, Simone Martinz di Valbruna, alla stregua di un atto di solidarietà con la propria maggioranza consiliare, già il 30 dicembre il Prefetto della Provincia del Friuli ne decretò la rimozione, sospendendo la possibilità di essere chiamato a coprire la carica di sindaco per tre anni e nominando al suo posto un commissario prefettizio.
Il 28 giugno del 1928, con Regio decreto, il Comune di Ugovizza con la frazione di Valbruna venne unito al Comune di Malborghetto. Nacque così Malborghetto-Valbruna. Lo stesso anno il Comune di Laglesie San Leopoldo fu unito a quello di Pontebba, in cui già nel 1924 erano stati riuniti quelli di Pontebba veneta e Pontafel. Al Comune di Tarvisio furono uniti quelli di Camporosso e Fusine. Certo, la ridefinizione dell’assetto territoriale dei comuni faceva seguito anche all’art. 119 del Testo unico della legge comunale e provinciale del 4 febbraio 1915 n. 148, per i Comuni con meno di 1500 abitanti.
Ma per capire il clima che si respirava in quel periodo, basta leggere quanto sempre Il giornale del Friuli aveva specificato qualche mese prima, nel marzo del 1928: «Gioverà ripetere che gli Slavi e i Tedeschi sono ospiti tollerati in casa nostra. Se da ospiti vorranno diventare realmente cittadini italiani, devono osservare le nostre leggi e subire l’influsso rapidamente assimilatore della nostra grande e antica civiltà. La nostra lingua e la nostra cultura li adegueranno presto a questa necessità. Essi devono venire curati con una politica di lingua e cultura nazionale… Ed il tutto vada condito con una buona dose di energia e di perseveranza fascista».
Ogni commento riguardo alle esagerazioni ed esasperazioni che portarono, nel giro di pochi anni, dalla fine della prima all’inizio della seconda guerra mondiale, è superfluo. Come è superfluo ricordare che molte delle dinamiche descritte si ripetono ciclicamente nelle zone di conflitto tra vincitori e vinti. A volte restano così interiorizzate dalla popolazione locale, da farle vedere per lunghi decenni nella convivenza di culture, lingue e tradizioni presenti una fonte di insormontabili problemi immaginari, al posto della più efficace delle soluzioni. (Luciano Lister)
V Kanalski dolini so leta po prvi svetovni vojni, s priključitvijo Italiji po senžermenski pogodbi leta 1919 in rapalski pogodbi leta 1920, bili precej doživeti.
Že večkrat smo poročali o tem, kako so prebivalci težko vzpostavili odnose z novo upravo Kraljevine Italije, ki je Kanalsko dolino dobila kot država zmakovalka. In to po večstoletnem bivanju na območju, ki je upravno, gospodarsko in kulturno bilo povezano z Avstro-Ogrsko, še posebej z dvojezičnim delom avstrijske Koroške.
Nekako so tudi te težave leta 1924, decembra pred stotimi leti, prispevale k nastajanju Občine Naborjet-Ovčja vas, nekaj let po odloku, s katerim so razpustili občinski svet Občine Ukva-Ovčja vas.
Dogodki so se odvijali v drugem desetletju prešnjega stoletja, v obdobju, ko je nova italijanska uprava v Kanalski dolini za nekaj let uveljavila italijansko-nemško dvojezičnost. Pri tem ni upoštevala, kako je pred vojno na avstrijškem Koroškem drugi deželni jezik ob nemščini bila slovenščina, in to na občniski ravni tudi v Žabnicah, Diepalji vasi in Ukvah-Ovčji vasi.
V italijanskem dnevniku Il Giornale del Friuli beremo, kako so konec decembra leta 1921 med sejo občinskega sveta v Ukvah nekateri slovensko govoreči občinski svetniki prekinili občinskega tajnika med branjem nekaterih odlokov namestnika prefekta iz Tolmeča, češ da niso bili Italijani in da italijanščine niso potrebovali. Večina ostalih občinskih svetnikov, vključno z županom Simonom Martinzem iz Ovčje vasi, naj bi tiho spremljala dogajanje. Branje odlokov v italijanščini, vključno s prevodom v nemščino, so uradniki potem itak zaključili. Iz Kanalske doline so pa kasneje italijanske oblasti prejele več protestnih pisem, tako s strani italijanskih borcev v prvi svetovni vojni kot predstavnikov krajevne italijanske skupnosti in železnic.
Prefekt pokrajine Furlanija je z odlokom za Občino Ukve-Ovčja vas imenoval komisarja. Junija 1928 so s kraljevim odlokom Ukve-Ovčja vas spojili z Občino Naborjet; isto leto so Občino Diepalja vas spojili z Občino Tablja. Svojčas so Občini Bela Peč in Žabnice že spojili z Občino Trbiž.