Se c’è una cosa necessaria durante l’attuale periodo di «emergenza sanitaria» – se di emergenza si può parlare visto che oramai questa situazione dura da più di otto mesi – è il potenziamento del servizio sanitario pubblico. Nelle Valli del Natisone, purtroppo, si va nella direzione opposta: il 16 marzo è stata chiusa definitivamente la guardia medica a San Pietro al Natisone, da fine ottobre temporaneamente il pronto soccorso dell’ospedale di Cividale – che era stato riaperto appena lo scorso 16 settembre – e il reparto di medicina. A questo si aggiunge il depotenziamento, di fatto, del servizio ambulatoriale sul territorio.
Proprio quest’ultima problematica ha sollecitato i sindaci delle Valli del Natisone a intervenire, promuovendo una raccolta firme volta a sostenere la presenza degli ambulatori medici nei piccoli comuni. I moduli per la sottoscrizione sono disponibili presso i municipi e nei luoghi pubblici. Il modulo della petizione e della sottoscrizione è disponibile anche all’indirizzo https://bit.ly/petizione_ambulatori_vallidelnatisone. Tra i primi firmatari risultano il medico di base Stefano Qualizza e il sindaco di Stregna, Luca Postregna.
Nel documento si legge che allo stato attuale nel territorio delle Valli del Natisone risultano attivi i medici di medicina generale Daniela Marinig, Stefano Qualizza e Elisa Sittaro, in numero sottodimensionato rispetto all’utenza e oltretutto operanti in territorio montano disagiato. Con la cessazione dell’attività della dottoressa Annamaria Russo e la sostituzione con la collega Elisa Sittaro, sono venuti meno i servizi ambulatoriali in alcuni Comuni, dove erano già ridotti a un’ora settimanale per Comune. I sindaci dei sette comuni delle Valli hanno avuto un incontro in data 15 ottobre con la dottoressa Elisa Sittaro, per comprendere le intenzioni di riapertura degli ambulatori comunali perlomeno garantendo gli stessi servizi presenti prima del subentro.
Il 23 ottobre, nel corso di un secondo incontro, al quale era presente anche la responsabile del distretto di Cividale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, Paola Agnoletto, i sindaci hanno sollecitato ulteriormente la necessità del ripristino dei servizi ambulatoriali, sottolineando l’importanza degli stessi in particolare nei presidi montani. Fatta salva la continuità del servizio ambulatoriale garantito nei comuni di Pulfero, San Pietro al Natisone e San Leonardo e valutata la forte rappresentatività di popolazione anziana e comunque la necessità di garantire a ogni cittadino l’accesso settimanale ai servizi ambulatoriali dei medici di medicina generale nei Comuni di residenza, i sindaci sottolineano l’importanza del presidio ambulatoriale in ogni Comune, in prim’ordine anche rispetto alla scelta di ogni cittadino del rispettivo medico.
«La dottoressa Russo ha cessato l’attività, nel frattempo è stata chiamata in via provvisoria, ma speriamo anche in via definitiva, la dottoressa Sittaro – spiega Postregna –. I pazienti di Russo da qualcuno devono essere seguiti e gli altri medici sono già saturi. Noi ci siamo subito accorti del fatto che in seguito a questo subentro è venuto meno il servizio settimanale che normalmente si svolgeva a Stregna, Grimacco, Savogna e anche a San Leonardo, c’è stato un periodo in cui i pazienti della dott. Russo dovevano optare per la dott. Sittaro o un altro medico. Io mi aspetto che una buona parte dei pazienti passi alla dott. Sittaro. Le difficoltà di svolgere il servizio ambulatoriale in questo territorio sono note. I cittadini finora erano abituati ad avere almeno uno sportello a settimana in ogni Comune per ogni medico assegnato alla nostra area, o, per lo meno, per i due medici che prevalentemente svolgevano la propria attività a Stregna, ossia Qualizza e l’uscente Russo. Quello che sta succedendo è che Sittaro, di fatto, non sta prendendo contatto con le amministrazioni dei Comuni di montagna, ma sta aprendo gli ambulatori solamente a fondovalle».
Dagli incontri non è emerso, stando alle parole di Postregna, alcun riscontro, salvo che «a posteriori rispetto agli incontri, la dottoressa Sittaro ha preso contatti con l’amministrazione di San Leonardo per aprire lo sportello a San Leonardo». Fatto, quest’ultimo, confermato dal sindaco di quel Comune, Antonio Comugnaro.
D’altra parte, però, la Regione dovrebbe mettere i medici di base nelle condizioni di poter lavorare. Dopo la raccolta delle firme, la petizione verrà presentata all’amministrazione regionale, affinché questa si prenda carico della situazione. «Il problema è che il numero dei medici è anche sottodimensionato rispetto alla popolazione», conclude Postregna.
«Drenchia non ha problemi perché tutti i residenti sono con il dottor Stefano Qualizza – fa sapere il sindaco, Francesco Romanut –. Drenchia è però solidale con gli altri Comuni perché mi sembra ovvio che 5600 abitanti non possano essere gestiti da tre medici. Un medico di base ha 1500 pazienti, in zona disagiata mille. Si sta poco a fare i conti».
Sulla stessa linea si posizionano anche tutti gli altri sindaci delle Valli del Natisone, solidali con le richieste dei Comuni che si trovano ad affrontare questa problematica. Per questo, tramite delibere delle giunte comunali, hanno deciso di procedere con urgenza un’opera di sensibilizzazione della popolazione, volta a sollecitare l’amministrazione regionale del FVG sulle criticità emerse, promuovendo la petizione. (Veronica Galli)
Po odhodu dosedanje zdravnice dr. Annamarie Russo, v občinah Dreka, Garmak in Sriednje so ostali brez zdravnika. Po sestanku z novo zdravnico in načelnico čedajskega zdravstvenega okrožja so župani vsih sedmih občin Nediških dolin pripravili peticijo za deželne oblasti. Zahtevajo, da se zagotovi prisotnost zdravnika v sleherni občini in pozivajo občane, da s svojim podpisom množično podprejo pobudo.
Obrazci so na voljo na vseh sedmih županstvih in na spletu https://bit.ly/petizione_ambulatori_vallidelnatisone.
Stanje zdravstvene oskrbe v Nediških dolinah ni prav nič spodbudno. Od 30. oktobra je v čedajski bolnišnici zaprt tudi oddelek interne medicine, da bi lahko zdravnike in bolničarje razporedili na bolnišnice v Vidnu in Palmanovi, kjer jih potrebujejo zaradi narasčanja hospitaliziranih za koronavirus. Že 26. oktobra so v Čedadu spet zaprli urgenco, ki je po šestmesečnem zaprtju delala le od 16. septembra. Deželni odbornik za zdravje Riccardo Riccardi je zagotovil, da bojo urgenco in interno medicino v Čedadu spet odprli, ko bo krizno stanje mimo. Zagotovo pa ne bodo Špietru vrnili službe dežurnih zdravnikov, ki so jo dokončno preselili v Čedad 16. marca letos.
Odbor za zdravje v Nediških dolinah poudarja, da naši ljudje imajo iste pravice, kakor vsi drugi prebivalci Furlanije-Julijske krajine in pravi, da lokalna politika ne brani pravic naših ljudi. »Imamo na teritoriju dva poslanca in dva deželna svetnika politične opcije, ki je na oblasti v Trstu. Pa ti nam nič ne pomagajo. Žalostno pač, pa je tako. Nekdo izmed njih je izjavil, da je število prebivalstva prenizko. Nismo številke, smo ljudje!« je že poleti izjavil za Dom predsednik odbora Renato Osgnach.