Lo spopolamento continua a mordere e a fare vittime nella Slavia Friulana. L’ultima brutta notizia in ordine di tempo è la chiusura dello storico bar di Vernassino/Gorenj Barnas (in comune di San Pietro al Natisone) per ben 200 anni gestito dalla famiglia Blasutig. Dire bar, in realtà, è molto riduttivo perché l’ultimo locale pubblico aperto in un paese è in realtà un presidio fondamentale di socialità e di incontro per la gente. Anche uno scrigno di cultura e vita materiale del paese. A Vernassino ad esempio l’Osteria Blasutig serviva anche un vino fatto col vitigno autoctono «Cividin», introvabile altrove. La storia di questo locale è l’emblema della parabola seguita dalle alte valli del Natisone. Quando fu fondato dai trisnonni dell’attuale gestrice, Raffaella Blasutig, 58 anni, che ha tenuto duro finché ha potuto, a Vernassino erano già aperti ben 5 bar e c’era anche una bottega alimentare. I locali pubblici erano il collettore naturale per la socialità in un borgo rurale dedito all’agricoltura e all’allevamento. Poi il grande tracollo demografico, l’emigrazione prima all’estero e poi nella pianura friulana. La famiglia Blasutig non ha però mai mollato, tanto che fino alla chiusura a fianco di Raffaella c’era ancora il papà Elio, 95 anni.
In questo contesto fa sicuramente piacere sapere che il progetto «Vieni a vivere in montagna», promosso dalla cooperativa «Cramars», ha ottenuto l’interesse di ben 600 potenziali nuovi montanari, interessati a trasferire la propria residenza nei comuni aderenti al progetto, tra cui Resia, Savogna e Stregna.
«Nel weekend del 9 e 10 settembre insieme al Comune di Stregna accoglieremo tutti i potenziali nuovi residenti insieme al comune di Savogna – spiega Caterina Dugaro, vicesindaco di Stregna –. Siamo molto soddisfatti delle adesioni ricevute. Ora la coop Cramars sta facendo tutte le verifiche del caso per assicurarsi che le manifestazioni di interesse siano reali e concrete. Quindi le persone verranno accolte con un pernottamento in zona a spese del progetto. Il weekend inizierà con un momento assembleare in cui i due comuni si presenteranno ai potenziali nuovi cittadini. Abbiamo coinvolto le associazioni del comune per dare il più possibile una immagine completa di cosa può offrire il territorio. Quindi si svolgeranno le visite alle case offerte alcune in vendita, altre in affitto. Qui a Stregna ne abbiamo due. Le visite saranno individuali e ciascun aderente al progetto sarà accompagnato da un volontario locale. Siamo molto contenti dell’interesse suscitato. Speriamo che questa esperienza costituisca un progetto pilota utile alla Regione per stabilire degli incentivi economici a chi decide di porre la sua residenza nei comuni montani a rischio spopolamento». (Roberto Pensa)