«Finlandia in Friuli… Vivere con noi», così era intitolato l’intervento di Tuuli Nevasalmi al ciclo di incontri e concerti sulla Finalndia, che, organizzati dall’Associazione musicale Sergio Gaggia di Cividale e Fuorirotta dell Associazione vicino lontano, con il sostegno di vari enti, culminerà a fine novembre con l’apertura di una mostra presso il Museo nazionale archeologico di Cividale. Da questo intervento prendiamo spunto per un’intervista, appunto, a Tuuli Nevasalmi, finlandese doc., da anni “trapiantata” in Benecia, e precisamente a San Pietro di Chiazzacco / Tieje, frazione del comune di Prepotto, dove vive con il marito Moreno Tomasetig, originario di Drenchia.
Facciamo un salto indietro negli anni… Da quanti anni vivi in Friuli, che cosa ti ha indotto a lasciare la Finlandia e qual è stato il tuo primo impatto con la nostra regione?
«Sono arrivata in Friuli sedici anni fa. Mi sono trasferita in Italia per ragioni di cuore. Le prime cose che mi hanno colpito di questa regione sono stati il paesaggio naturale rigoglioso, costellato da montagne e colline, e il fascino delle città e dei luoghi storici. Soprattutto la vegetazione mi ricorda il mio luogo d’origine, JyvŠskylŠ, nella parte centrale della Finlandia».
Come si vive con noi? Quali sono le differenze, sul piano dei rapporti interpersonali, tra la nostra e la tua terra d’origine?
«Nei rapporti interpersonali, soprattutto i primi anni, quando vivevamo a Udine e tornavo spesso in Finlandia, avvertivo una certa diffidenza di fondo nelle persone, che comunque mi hanno sempre accolto in modo gentile e caloroso. In seguito ci siamo trasferiti in Benecia, dove i rapporti sono più immediati. I finlandesi sono, invece, più timidi e riservati, ma anche più fiduciosi nella gente e nello Stato».
Qual è stato, invece, il tuo impatto con il mondo del lavoro e le difficoltà che hai incontrato da straniera in Italia?
«In Finlandia il rapporto tra datore di lavoro e dipendente è più immediato, senza sovrastrutture ed è basato sulla valutazione del merito effettivo, al contrario di quanto ho avvertito in alcuni ambienti di lavoro qui in Italia. Devo dire, però, che con i circoli e le ditte con le quali lavoro attualmente c’è un ottimo rapporto di collaborazione».
La tua lunga collaborazione con alcuni circoli culturali sloveni della Benecia ti avrà fatto conoscere meglio le problematiche, che la caratterizzano e che si traducono soprattutto in una continua e quotidiana lotta per affermare la propria identità linguistica e culturale. Ci sono minoranze linguistiche nazionali in Finlandia e qual è il loro stato di tutela?
«In Finlandia la minoranza linguistica più numerosa è quella svedese, che rappresenta il 6 per cento della popolazione complessiva (circa 6,5 milioni di abitanti) e che risiede soprattutto nella zona costiera occidentale. Questa minoranza è un “retaggio” della dominazione svedese in Finlandia e gode di un’ottima tutela. Gli svedesi hanno scuole, istituzioni e programmi televisivi propri; la loro è la seconda lingua insegnata nelle scuole e hanno un posto ragguardevole nel settore economico. Il bilinguismo, anche visibile, è diffuso ovunque nelle zone in cui risiedono e le tabelle e insegne bilingui delle località, in cui essi rappresentano la maggioranza, riportano prima la dicitura svedese e poi quella finlandese.
Le altre minoranze presenti sono i circa 6500 lapponi o sami che risiedono in Lapponia, nella parte settentrionale della Finlandia. La loro lingua appartiene al gruppo ugro-finnico, come il finlandese. Sono popoli nomadi antichissimi. Basti pensare che ad Alta, nel nord della Norvegia, c'è una rock painting – pittura rupestre che raffigura un recinto di raccolta delle renne e che risale a 5 mila anni fa.
Un tempo diffusi tra Finlandia, Svezia, Norvegia e Russia, i sami vivevano da nomadi e in seguito, mal tollerati per il loro stile di vita da parte dei governi, sono diventati stanziali e si sono modernizzati. Solo ultimamente hanno incominciato a godere di un minimo di tutela linguistica».
Un tassello rilevante nell’ambito del ciclo di iniziative sulla Finlandia è rappresentato dai costumi e tradizioni del grande Nord. Credi che si faccia abbastanza in Benecia per la tutela e la trasmissione delle tradizioni? E qual è il tuo contributo in merito?
«Capisco benissimo l’attaccamento alle tradizioni e la battaglia per l’affermazione e la tutela della propria cultura, portata avanti in Benecia, la cui popolazione slovena è stata per molto tempo sottomessa e privata dei suoi diritti. Le tradizioni mi interessano proprio perché permettono di capire come le persone hanno costruito un loro rapporto armonico con il territorio.
Per quanto mi riguarda, oltre ad avere ristrutturato la casa in cui abito rispettando le sue caratteristiche strutturali e utilizzando i materiali naturali di un tempo, partecipo con Moreno a diverse iniziative promosse dalla Pro loco Nediške doline e organizziamo, con altri, il mercato franco medioevale a Prapotischis. Nel posto in cui vivo, inoltre, non sono state affisse le tabelle bilingui, così abbiamo pensato noi a metterne una di legno con il toponimo San Pietro di Chiazzacco, nella versione slovena “Tieje” e friulana».
Com’è nata l’idea di organizzare un ciclo di concerti e di incontri sulla Finlandia e qual è stata la risposta del pubblico all’iniziativa? Che cosa è emerso di rilevante?
«L’iniziativa è nata da un’idea dal pianista Andrea Rucli, che da diversi anni partecipa al Festival internazionale di musica da camera di Kuhmo, in Finlandia, con il concorso organizzativo di numerosi circoli ed associazioni. L’obiettivo è di promuovere la conoscenza del mondo finnico attraverso la musica e le testimonianze di finlandesi che hanno vissuto in Italia e di italiani che hanno vissuto in Finlandia. Grazie alla loro esperienza di integrazione in una cultura diversa, essi hanno acquisito una ricchezza interiore, altrimenti difficilmente realizzabile, che li ha fatti diventare “ponti umani” tra due culture».
Significativa anche la mostra che chiude questo ciclo di eventi. Ce ne parli brevemente?
«La mostra “Miti, sciamani, orsi e animali sacri nel grande Nord. Costumi, tamburi e oggetti rituali”, verrà allestita presso il Museo nazionale archeologico di Cividale dal 26 novembre 2010 al 16 gennaio 2011. Verranno esposti materiali di fine ‘800, del ‘900 e dei giorni nostri: vestiti, tamburi e strumenti musicali, sculture, ornamenti e paramenti degli sciamani del Nord, che appartengono alla collezione del docente universitario Juha PentikŠinen, massimo esperto al mondo di sciamanesimo. Il professor Juha PentikŠinen sarà a Cividale, in data ancora da definire, per tenere una conferenza sui temi della mostra».