Tv Rai in sloveno nella Slavia, un’altra doccia fredda

 
 
Trasmissioni televisive Rai in sloveno anche in provincia di Udine. Ne ha dato notizia martedì 13 aprile dalle colonne del Primorski dnevnik, il quotidiano in lingua slovena di Trieste, la sen. Tamara Blažina (Pd), annunciando la firma della convenzione di servizio tra l’azienda radiotelevisiva pubblica e il Governo.
Ma l’entusiasmo per un diritto da lungo atteso e finalmente acquisito è svanito nel giro di poche ore. È bastato contattare il direttore della sede regionale Rai, Roberto Collini, per ricevere la doccia fredda. «Se la convenzione è quella che avevo visto io c’è un impegno nell’arco del triennio a far sì che ci sia l’estensione del segnale anche in provincia di Udine. C’è soltanto un impegno a sviluppare l’esistente», ha affermato.
I timori di un ennesimo bluff nei confronti della nostra comunità sono stati confermati mercoledì 14 aprile in una nota del consigliere regionale della Slovenska skupnost, Igor Gabrovec, che ha avvalorato le parole di Collini citando il punto 5 dell’articolo 1 della convenzione, che recita testualmente: «La Rai compirà il massimo sforzo per estendere, nell’arco del triennio 2010-2012, la diffusione delle trasmissioni radiotelevisive oggetto della presente convenzione alla provincia di Udine».
Gabrovec ha fatto sapere, inoltre, che la convenzione tra Governo e Rai è stata sottoscritta già lo scorso 29 dicembre e prevede lo stesso stanziamento della precedente, per cui non ci sarebbero le risorse finanziarie per portare i programmi televisivi in sloveno anche nelle valli del Natisone e del Torre, a Resia e in Valcanale. Di conseguenza, il consigliere della Slovenska skupnost ha consigliato «maggiore prudenza nelle dichiarazioni e nelle prese di posizione».
La prima convenzione per le trasmissioni televisive Rai in lingua slovena fu sottoscritta dall'ultimo governo Andreotti all'inizio degli anni Novanta del secolo scorso. Subito si notò l'esclusione della provincia di Udine, ma le organizzazioni sociopolitiche della minoranza scelsero di non alzare polveroni. Facciamo partire i programmi e lavoriamo per correggere il torto nei confronti di Slavia, Resia e Valcanale in occasione del rinnovo: fu la linea adottata.
Così, si partì nel 1995. E per allestire la terza rete bis, la Rai acquistò i ripetitori e le frequenze che diffondevano in Friuli Venezia Giulia il segnale della tv di stato slovena (primo canale e Capodistria). Per la “Ponteco”, la società facente capo ad ambienti triestini della minoranza che erano proprietari della rete, fu un business. Un affare perpetrato alle spalle degli sloveni della provincia di Udine che d'un colpo restarono senza televisione in madrelingua. Oltre il danno, la beffa.
In 15 anni la situazione non è cambiata, nonostante la pressione popolare (inclusa una petizione con 1200 firme) e le ripetute prese di posizione delle amministrazioni locali. Così, nel 2010, nel pieno dell'epoca digitale, nella società della comunicazione globalizzata, gli sloveni del Friuli non hanno accesso alle trasmissioni dedicate alla loro comunità dalla televisione pubblica e alle trasmissioni che arrivano dalla Slovenia. A meno che non vivano a Udine o in pianura dove si capta benissimo il segnale analogico della tv di stato slovena (primo, secondo e Capodistria) o non siano dotati di antenna parabolica e decoder digitale. Questi “fortunati” possono anche vedere il Tgr in sloveno che viene trasmesso in differita, seppure a tarda ora, da Slovenia 3 e Telecapodistria.
Stando alle premesse, anche la convenzione firmata allo scadere dell’anno scorso ben difficilmente porterà la televisione in sloveno nei nostri salotti. Meglio, allora, fare affidamento al passaggio al digitale terrestre che in Friuli – Venezia Giulia avverrà il prossimo autunno. Il presidente della Regione, Renzo Tondo, e l’assessore alla Cultura e alle identità linguistiche, Roberto Molinaro, da tempo chiedono l’estensione del segnale della terza rete Rai bis all’intero territorio regionale, per trasmettervi anche i programmi in friulano e tedesco, facendone il canale di tutte le espressioni linguistiche. La proposta è stata presentata giovedì 15 aprile, a Roma, nell'audizione con la Commissione parlamentare per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi di una delegazione rappresentativa delle istituzioni e del Comitato per l'autonomia del Friuli.
E’ questa la soluzione da perseguire, aldilà dei veti giunti — come ha fatto sapere lo stesso Molinaro in occasione di una riunione del tavolo misto per il friulano in Rai — da ambienti sloveni del Pd, evidentemente più preoccupati a difendere anacronistiche rendite di posizione triestine che a portare la televisione in sloveno anche in provincia di Udine.

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