20 Marzo 2023 / 20. marec 2023

Ter in Nediža, Skupnost brez vizije
Torre e Natisone, Comunità a metà

Risorse umane nuove per ridare slancio ad una azione amministrativa e progettuale che in poco meno di due anni e mezzo ha mostrato innegabili limiti e lentezze. E soprattutto dare ossigeno ai Comuni più piccoli, che spesso per carenza di personale non ce la fanno più a gestire da soli nemmeno funzioni di base. Per la Comunità di montagna del Torre e del Natisone, è già tempo per stilare un primo bilancio, visto che il primo mandato amministrativo triennale dell’ente scadrà a fine anno. Dopo l’addio alle vecchie Comunità montane, il fallimento dei Comprensori montani e delle Uti, ci si aspettava dal nuovo organismo un balzo in avanti virtuoso nei due obiettivi fondamentali affidati alle Comunità di montagna: aiutare i comuni a consorziare i servizi pubblici, ottenendo maggiore efficacia e minori costi, e lavorare per lo sviluppo economico, sociale e culturale della Slavia. Un salto in avanti sempre rimandato, ma ora divenuto urgente visto che i buchi nell’organico sono stati sistemati con nuovi ingressi e che è in arrivo anche il nuovo direttore generale.

Eliana Fabello

«Purtroppo, dopo il Covid che ha impedito i concorsi pubblici, si è dovuto fare i conti con la diminuita attrattività dell’impiego pubbla metćico, specie in zone periferiche come la nostra – spiega Eliana Fabello, da ben 14 anni sindaco di Grimacco –. Adesso che la Comunità di montagna ha coperto i posti vacanti creati dai pensionamenti, speriamo che le cose possano procedere celermente. Anche noi con un concorso avevamo creduto di risolvere il problema della Ragioneria, ma dopo qualche tempo la dipendente ha chiesto il trasferimento. Succede anche nei grandi comuni, figuriamoci da noi che siamo scomodi e dislocati sul territorio». Insomma giusto il tempo di cercare di addestrare il dipendente che è già tempo di riaffrontare da capo il problema.

Per Fabello c’è poco da inventare, basta copiare quanto ha già fatto la Comunità del Friuli Orientale, che ha organizzato i servizi finanziari e la Polizia municipale per tutti i Comuni. «Ci aiutino ad organizzare i servizi e a superate le criticità – evidenzia Fabello -. Senza un appoggio esterno non abbiamo nemmeno la possibiliità e la forza per cercare di consorziarci». Analogo aiuto il sindaco Fabello se lo aspetta per l’elaborazione di progetti di sviluppo sovracomunali: «Noi non siamo in grado di seguirli per mancanza di personale. Io non ho nemmeno il tecnico comunale. Non voglio fare la disperata, ma la situazione è abbastanza drammatica. La Regione dovrebbe fare delle iniziative di formazione e di addestramento del personale su come gestire i bandi europei e del Pnrr».

«Penso che il presidente Steccati e il comitato esecutivo abbiano fatto il possibile – evidenzia sindaco di Lusevera –. Si stanno portando avanti opere importanti come le piste ciclabili, le strutture sportive e l’innovativa casa famiglia per gli anziani nel comune di Taipana. Ora bisogna costruire un piano strategico, darsi degli obiettivi». Paoloni mette nelle cose positive anche l’inserimento della Slavia nei progetti per le aree interne: 4,5 milioni che potranno essere impiegati per la salute, l’istruzione e la mobilità. Per impiegarli bisognerà non solo fare una analisi del territorio, ma anche ascoltarlo perché la politica non può andare in una direzione diversa da quella della società civilie. Un compito che dovrebbe giovarsi anche delle competenze del nuovo direttore generale della Comunità di montagna, auspica Paoloni.

Luca Paoloni

Per evitare la fuga del personale, il sindaco di Lusevera si dice convinto che anche i piccoli comuni debbano fare uno sforzo nella formazione dei propri dipendenti e anche nella loro motivazione, «facendoli sentire parte della strategia dell’ente e non meri esecutori. Nel post Covid vedo che c’è molta voglia di rimboccarsi le maniche: dei giovani hanno aperto una nuova azienda agricola a Villanova delle Grotte, ha riaperto la struttura di Pian dei Ciclamini con il coinvolgimento di alcuni giovani, ho diverse richieste di apertura di strutture ricettive sul territorio, come ad esempio a Vedronza. I fondi ci sono, bisogna essere capaci di intercettarli e per questo è necessaria una strategia di area vasta. I sindaci non possono pensare che la Comunità di montagna vada a casa loro a risolvere i loro piccoli problemi o a fare opere di facciata che poi non servono perché non sono inserite in un’ottica sovracomunale Per i servizi, Paoloni preferirebbe delle alleanze con i comuni vicini: «Noi lo abbiamo fatto con la Ragioneria insieme a Taipana e col segretario comunale con Taipana e Nimis. Non tutti i comuni hanno le stesse esigenze e bisogna trovare il partner giusto».

Sandro Rocco

«Il percorso della Comunità di montagna Torre e Natisone non è stato semplice. Ci ha penalizzato la scarsità di risorse umane – spiega Sandro Rocco, sindaco di Attimis – e sicuramente in questo periodo l’ente non ha pienamente risposto alle esigenze dei Comuni. A cominciare da quelle sul fronte dei servizi. Io vedrei innanzitutto un impegno sul versante dei tributi, rendendo più semplice la ricerca di risorse per sostenere i progetti. Analogo discorso riguarda gli uffici finanziari e la ragioneria, che sono in sofferenza in quasi tutti gli enti. Si tratta di servizi che non penalizzano i territori anche se sono gestiti in modo centralizzato. Vedo invece un po’ difficile l’unione dei servizi tecnici, in quanto spesso rispondono ad esigenze molto immediate e pressanti. Va fatto naturalmente un ragiona-mento complessivo e condiviso, altrimenti non si va da nessuna parte».

Oltre ai servizi quotidiani, Rocco guarda anche alle questioni strategiche: «In un periodo caratterizzato dai fondi Pnrr bisogna costituire un ufficio interno alla Comunità che si occupi di questo capitolo che è assolutamente complesso da gestire nella progettazione e nella rendicontazione. Analogo discorso vale per i progetti europei. La Comunità deve mettersi in ascolto dei territori, per capire quali linee di finanziamento vadano attivate in futuro per rispondere alle necessità del tessuto economico, sociale e culturale». (Roberto Pensa)

Dobri dve leti po ustanovitvi, Skupnost gorskega območja Nadiža in Ter zgleda še kot prazna škatla. Med župani petnajstih občin, ki sestavljajo skupnost, ni še jasno, katero vlogo mora igrati ta ustanova. Male občine želijo, da postane neke vrste servisa, ki bi skrbeu za usluge, ki jih same ne morejo zagotoviti svojim občanom. Druge pa hočejo, da se ukvarja s strateškimi temami, kot so evropski projekti in čezmejno sodelovanje.